Capitolo XVII.

976 98 75
                                    

THOMAS'S POV.

Avevo appena tirato un pugno a Newt, il quale si era ribaltato all'indietro davanti al portone di casa mia. Dopo quello che aveva fatto, aveva ancora il coraggio di presentarsi di persona? Il pugno in faccia se lo era meritato tutto.

Nonostante questo il biondo mi causò una tenerezza interiore, i capelli biondi scompigliati e un rivolo di sangue che colava dal labbro. Mi sentivo in colpa.
Io? Che cosa avevo fatto io?
La colpa era sua e basta. Lui mi aveva incastrato. Suo padre mi aveva incastrato. Io non avevo nessuna dannatissima colpa.

Il biondo mi fissava intensamente da terra, con il viso contratto in una smorfia di dolore.

"Ahia."

"Te lo sei meritato. E te ne meriteresti altri duecento."

"Lasciami spiegare."

"Vaffanculo."

Mi girai di scatto in procinto di chiudere la porta di casa quando qualcuno la bloccò di scatto.

Newt si era rialzato velocemente da terra e aveva piazzato una cartellina in mezzo alla porta. Un fascicolo?

"Ma che cosa...?"

Fissai la cartellina con gli occhi sgranati, sorpreso e dubbioso. Volevo solo Newt fuori dai piedi e basta, dovevo decidere che cosa fare della mia vita e trovare un modo per raggiungere quel figlio di puttana di Charles.

Dal retro della porta, il biondo gridò qualcosa.

"Voglio spiegarti. Devo, spiegarti."

"Stai scherzando vero? Cos'è questa roba?"

"Se mi lasci spiegare, lo scoprirai presto."

"Adesso fai anche i giochetti? Ma chi diavolo sei tu?"

"Thomas. Ti prego."

Newt aveva gli occhi puntati sui miei dalla fessura della porta di casa. I suoi grandi occhi color nocciola erano lucidi e decisi. Sembrava sincero. Ma in ogni caso: perché avrei dovuto fidarmi di lui? Magari per prenderla di nuovo nel culo?

"Dammi un motivo per cui dovrei fidarmi di te."

"Il motivo è in questa cartellina. Contiene il caso di Charles."

"Che cosa?!"

Non credevo alle mie orecchie. Quel ragazzo non faceva altro che sorprendemi.

"Apri la porta. Ti prego Thomas. Ti...prego. Io non sono mio padre."

Il biondo era quasi sul punto di singhiozzare e lo trovai leggermente patetico. E leggermente dolce.

Dolce?

Non so con quale coraggio e con quale voglia, ma aprii la porta di casa e feci entrare Newt.

Il biondo era imbarazzato e deglutiva a fatica. Non appena alzò gli occhi verso di me, io abbassai i miei.

"Grazie, Tommy."

"Certo. Adesso spiegami questa storia oppure non ci penso due volte a sbatterti di nuovo fuori."

Newt iniziò a parlare a fatica, poco dopo si sciolse. Mi raccontò tutto quanto, agitato e tremante, palesemente emozionato e triste della brutta situazione creatasi.

I suoi occhi erano velati dalle lacrime, le quali stavano per incombere sulle sue guance rosee.

Non appena finito di parlare mi sentii confuso.

La colpa non era sua?
Lui stava solo cercando di proteggermi?

E se quello fosse stato un altro piano per incastrarmi di nuovo?

"Perché dovrei crederti?"

"Tommy, non posso costringerti a credermi. A credere alla mia storia, a quello che provo per te e al fatto che fin dall'inizio volevo solo aiutarti. Mio padre è uno stronzo. Io non sono lui. Sono Newt, il ragazzo che hai conosciuto a scuola. Questo te lo assicuro. Potrei pregarti di credermi, potrei...fare qualsiasi cosa, potrei svuotare tutte le mie tasche e farti vedere che non ho nessun cacchio di dispositivo. Ma sta a te decidere. La cartellina con il caso di Charles è qui. Io sono qui. Potrei venire arrestato per questo, mio padre potrebbe benissimo denunciarmi e so che non esiterebbe a farlo. Sono qui solo per te. Solo e unicamente per te."

Newt si avvicinò lentamente a me.

Provai a ritrarmi, a voltarmi, confuso e con il cuore che batteva forte nel mio petto.

Non sapevo a cosa pensare.

Quel ragazzo mi zittiva sempre. In ogni caso quello che aveva detto doveva per forza essere vero.
Non c'erano altre spiegazioni.
La cartellina era originale e conteneva informazioni attendibili.
E lui me l'aveva portata, correndo ogni rischio possibile e inimmaginabile.

Newt strinse le mie mani, notando indecisione pura nei miei occhi e la bocca contratta.

"Tommy..."

In un attimo, le sue labbra erano premute sulle mie.

In un attimo, mi ritrovai sdraiato sul letto della mia camera, con il biondo sopra di me.

In un attimo, mi concessi totalmente a lui.

--------- ♡

Mi ritrovai durante la notte abbracciato al ragazzo, i petti completamente nudi che si sfioravano e le mie mani attorno al suo torace.

"Newt."

"Mh?"

"Mi dispiace. Mi dispiace di averti tirato un pugno e di averti detto quelle cose orribili."

"Shhh, non ti devi preoccupare. Tu non lo sapevi."

Il biondo stava accarezzando distrattamente i miei capelli.

"E tu...tu sei comunque rimasto."

Newt girò il viso di scatto verso il mio, sfiorando il mio collo con il suo labbro.

"Come avrei potuto non rimanere?"

Ben presto mi ritrovai sotto di lui, le labbra l'una contro l'altra, le lingue incastonate, i denti leggermente graffianti.

"Davvero, mi dispiace tanto."

"Non devi dispiacerti, quello che è successo è successo. E tu non potevi prevederlo. Non nego di esserci rimasto male, ma ho cercato di risolvere subito la situazione e ci sono riuscito. Questo conta...conta che adesso siamo di nuovo insieme."

Mi limitai a fissare il ragazzo negli occhi, completamente rapito, prendendo il suo viso nelle mie mani e baciandolo con forza.

"Ti...amo."

"Anche io."

Hope || NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora