Capitolo XVIII.

1K 94 33
                                    

NEWT'S POV.

Non appena mi svegliai, provai un senso immediato di felicità psicologico e fisico. Ero riuscito a farmi perdonare da Thomas e ora eravamo di nuovo insieme. Contava solo questo per me.

Il moro stava strofinando deliziosamente il naso nell'incavo del mio collo, mentre le sue braccia erano avvinghiate al mio torace.
Mi voltai verso il suo viso, per osservarlo meglio alla luce dell'alba.
Era un essere meravigliosamente dolce.

Sì. Quando era tranquillo.

Altrimenti era un rompipalle aggressivo.

Ma io, mi ci sarei abituato.

Thomas mi fissava da vicino e mi sorrideva.

"Ciao."

"Ciao, amore."

Cosa? Cosa avevo appena detto?
Divertente. Non ero mai stato così sdolcinato in tutta la mia esistenza.

Thomas gonfiò le guance e fece una risatina trattenuta. Da una parte, volevo sotterrarmi. Dall'altra riempirlo di pugni. E poi di baci.

Ero rovinato.

"Forse il sesso ti ha dato alla testa."

"Zitto, Tommy."

Sbuffai. Eppure "ti amo", ce lo eravamo detto.

"Scherzo. Piuttosto, mettiamoci al lavoro."

"Intendi..?"

"Esatto. Ieri non ho nemmeno aperto quella cartellina e tuo padre starà per svegliarsi a questo punto."

"Ma ieri te l'ho data in mano. E poi?"

"Mi hai sbattuto sul letto."

Il moro mi lanciò un occhiata e mi scompigliò i capelli per poi alzarsi di scatto.

"Tu mi farai impazzire, Tommy."

"Ma se sei già pazzo di me."

Thomas mi guardò con aria di sfida.

"L'hai voluto tu, cartellina o no."

Presi Tommy per il collo della maglietta e lo trascinai di nuovo sul letto per fargli il solletico sui fianchi.

"Ehi!"

"Così impari, stronzetto."

"Da 'amore' a 'stronzetto', sentitelo!"

Dopo qualche minuto Thomas stava per soffocare dal ridere sotto il peso del mio corpo e mi chiese pietà.

"Basta, ti prego. Newt. Basta. Okay?"

Mi avvicinai al suo viso e lo baciai dolcemente, mentre le sue mani mi abbracciavano la vita.

"Va bene. Prendiamo questa cartellina."

Io e Tommy ci preparammo velocemente e io per sicurezza resettai il mio telefono in caso mio padre avesse voluto contattarmi.

Forse, anzi sicuramente, stavamo facendo una cazzata enorme, e lo sapevamo entrambi.

"Quindi che cosa intendi fare, adesso?"

"Trovare mia madre e mia sorella prima di tuo padre. Nella cartellina c'è scritto che mia madre è complice di Charles. Non è così. Io non posso permettere che finisca in galera. Capisci?"

"Certo che ti capisco. E se provassi a parlare con mio padre, Tommy? Non puoi escludere che sia un piano pericoloso."

"Parlare con tuo padre? Lo stesso che ti ha tradito e ci ha fatto litigare?"

"Lui..."

"Newt. Io ti capisco se non vuoi venire con me. Hai già fatto tanto fino ad ora, la cartellina poi è stata il massimo e ha testato che tu sei sincero al cento per cento. Ma non puoi fermarmi..non puoi trovare altre vie di uscita perché non ce ne sono. Mia madre non ha colpe e qui lo so solo io. Come potrei difenderla da queste accuse? Devo dividere Charles da loro."

"Sono solo preoccupato per te. Ed è ovvio che verrò, testa di caspio. Ti seguirei ovunque sinceramente."

Tommy prese le mie mani e le strinse.

"Grazie."

Uscimmo di casa furtivamente per arrivare alla stazione.

"Sulla cartellina c'è scritto che Charles ha preso questo treno da Chicago per arrivare a mia sorella, e che poi ha preso un aereo per New York. Non sanno altro sui suoi spostamenti. Non è stato più avvistato."

"Ci saranno già diversi poliziotti in quelle zone. Mio padre avrà sicuramente una copia della cartellina ma quando si accorgerà della sua scomparsa potrebbe provare a rintracciarmi. Quindi sbrighiamoci."

Il moro annuii verso la mia direzione e non appena il treno arrivò, fortunatamente puntuale, salimmo velocemente.

Il viaggio fu intenso e tranquillo, Thomas da parte sua era agitato e non la smetteva di guardare fuori dal finestrino mentre la sua mano era stretta nella mia.

"Ehi?"

"Mh. Tutto okay, Newt. Non ti devi preoccupare."

"È impossibile per me non preoccuparmi per te. Hai avvertito i tuoi amici?"

"Assolutamente no. Non voglio che si preoccupino. Gli ho solo scritto che voglio passare del tempo da solo con te."

"Tommy...prima o poi verrà tutto quanto a galla, lo sai vero?"

"Per adesso è tutto sotto controllo. Non ti preoccupare."

Sospirai e guardai il mio ragazzo di sottecchi. Non sapevo a cosa pensare. Stavo facendo la cosa giusta? Stargli vicino era quello che volevo, ma non volevo di certo essere in pericolo o causare pericolo. Non volevo che accadesse nulla di male. Ma ero spaventato. Eccome se lo ero. Ed ero anche un ladro di cartelline dell'FBI. Stupidi sentimenti incontrollabili.

"Newt. Stai tranquillo."

Evidentemente Thomas notò l'espressione del mio viso e le mie mani leggermente tremanti.

"Ci sono io con te."

Il moro prese la mia mano e tutto sembrò ad un tratto più tranquillo dentro di me.

Oppure, era solo autocontrollo.

 



Hope || NewtmasWhere stories live. Discover now