Capitolo 59

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Pov's Ginevra
Sono sul letto che accarezzo in maniera quasi maniacale la collana che Lorenzo mi ha regalato a Natale.

"Il nostro piccolo infinito" aveva detto.

Sono disperata.
Sono distrutta.

L'amore della mia vita mi è stato portato via, come tutte le cose belle del resto.

Ogni volta che credo di aver esaurito tutte le lacrime iniziano a riuscire fuori peggio di prima.

Mi asciugo l'ultima lacrima e afferro il telefono.

A Lorenzo
Non mi dimenticherò mai di te e probabilmente il tuo ricordo mi farà sempre un po' piangere, ma va bene così. Ti amo❤

Sono le 4 di notte, e non riesco a dormire.

Poso il telefono sul comodino e inizio a girarmi e rigirarmi nel letto.

La mia vita non è mai stata piacevole.
Qualcosa di brutto succede sempre.

Prima di conoscere Lorenzo la mia regola era soltanto una.

Impara a salvarti da sola.

Ma poi è arrivato lui che mi ha davvero salvata.
Ma si sa, le persone che ti salvano sono le prima che ti fanno ricadere nell'abisso più di prima.

"L'amore è un demone.
L'amore desidera qualcosa di cui ha bisogno ma che non ha ed è quindi una mancanza.
L'amore è un demone."

Molti sono convinti di avere un angelo custode, che spesso lo protegge da situazioni pericolose e dalle sofferenze.

Il mio angelo è un demone.
E quel demone sono io.
Io sono l'angelo di me stessa, quindi sono anche il mio demone.

Demoni, angeli andati a male però bellissimi.

Mio padre diceva sempre di credere in me stessa, che se io avessi voluto avrei potuto fare qualsiasi cosa e solo io potevo conoscermi al 100%

Ma io non sono mai stata brava nel descrivermi. Non mi è mai piaciuto farlo, anche a scuola, quando la maestra ci assegnava come compito la nostra descrizione, io non sapevo mai cosa dire, ero sempre in difficoltà, preferivo scrivere trecento dettati piuttosto che descrivere me stessa, a differenza dei miei compagni di classe. Ma il punto è proprio questo. Io non sono come le altre ragazze della mia età e non lo sono mai stata, sono sempre stata diversa, fin da bambina. Questa diversità, l'ho sempre vissuta malissimo.

Ma adesso io ho capito chi sono.
Sono semplicemente Ginevra.
Una ragazza fragile ma allo stesso tempo fortissima. Ne ho passate tante, ma le ho superate tutte.
Una ragazza che piange per QUALSIASI cosa. Una ragazza che non si affeziona facilmente, ma che se lo fa ti da tutto il suo cuore e tutta la sua anima. Una ragazza che ha bisogno di certezze ma non ne ha nemmeno una.

-Blup-

Ho un sussulto.
Mi è arrivato un messaggio.

Afferro velocemente il telefono.

Da Lorenzo.
Mi hanno lasciato libero.
Vieni subito. Ho bisogno di te.

Lorenzo è a casa. Lorenzo è libero.
Lorenzo è di nuovo mio.

Sto provando una valanga di emozioni in questo momento.
Mi viene da ridere e anche da piangere.

Mi alzo di scatto dal letto. Prendo una maglietta e un jeans velocemente.

Scendo le scale di casa cercando di non fare rumore.

-Blup-

Da Lorenzo
Sono sopra il tetto dove abbiamo visto i fuochi d'artificio.

Non so come arrivarci, a piedi è troppo distante.

Non ho la patente, ma qualche lezione me l'ha data Stefano qualche tempo fa.

Senza pensarci afferro le chiavi della macchina di mia madre ed esco di casa.

Apro la portiera e aziono il motore.

Il mio obbiettivo è solo uno: abbracciare l'amore della mia vita.

Questo posto si trova più o meno in centro, ci saranno un quindici o venti minuti di macchina..

La macchina inizia a camminare e io inizio a piangere. L'emozione che sto provando il questo momento è indescrivibile.

Più mi avvicino a quel posto più il petto inizia a bruciare.

Le strade sono vuote, ma piano piano vedo due fari che si avvicinano sempre di più a me... qualcuno sta camminando contro senso.

Sento un rumore fortissimo, probabilmente le mie ossa che si spezzano. L'ultima cosa che ho visto sono stati due grandi occhi marroni e un paio di occhiali inconfondibili.

Poi il vuoto si è impossessato di me, per l'ultima volta.

Resta||Lorenzo OstuniWhere stories live. Discover now