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Quando Harry apre gli occhi sta sorridendo al soffitto, è una cosa che gli capita spesso negli ultimi giorni quella di svegliarsi sorridente e spesso si ritrova a squittire come un'adolescente non appena se ne rende conto.
Non pensa di essersi mai sentito così allegro e spensierato in vita sua.
Si gira sul fianco mentre fa un piccolo sbadiglio, ma il lato destro del letto è vuoto e completamente disfatto con l'angolo della coperta che tocca il tappeto.
Al posto di Louis c'è un piccolo foglietto dai bordi strappati che riporta la sua calligrafia piccola e disordinata.
Come lui; piccolo e disordinato.
Spiega con poche parole che è dovuto scappare a casa sua per terminare il lavoro sulla traduzione e che non può essere disturbato in modo che possa finire prima possibile.
Harry decide di conservare quel piccolo pezzo di carta stropicciato, quindi lo ripone nel cassetto accanto al letto, accanto alla sua vecchia Polaroid.
Il punto è che quel messaggio è firmato con tre x finali e non può assolutamente perderlo. Non se a scriverlo è stato Louis, che ha dimenticato i suoi modesti jeans neri sul pavimento perché se ne è sicuramente andato di fretta con ancora addosso i pantaloni della tuta di Harry.
Quei pantaloni che deve arrotolare alle caviglie per non camminarci sopra, quelli che ha pigramente infilato senza boxer dopo aver fatto la doccia con Harry prima di tornare a dormire per un altro po' di tempo mentre lo coccolava con leggere carezze sulle spalle nude.
Harry distende le braccia ai lati del suo corpo per riuscire a stiracchiarsi, facendo la stessa cosa con le gambe e assumendo così una forma che ricorda una stella marina. È quasi l'una di pomeriggio e non ha mai dormito così tanto da quando aveva tredici anni, si sente fin troppo riposato.
Quando si alza ha un attimo di smarrimento a causa di un giramento di testa ma gli basta chiudere gli occhi per qualche secondo per riuscire a riprendersi. Gli dispiace non essere stato svegliato da Louis, voleva riuscire ad averlo per sé per qualche altro minuto prima di lasciarlo tornare a casa, voleva poterlo baciare ancora per riuscire a vedere il suo sorriso e voleva sentire la sua voce graffiata a causa delle ultime tracce di sonno presenti nel suo corpo. Voleva sentire le sue labbra screpolate, nel baciarlo. Lo voleva davvero. Gli sarebbe piaciuto vederlo strofinarsi gli occhi e strusciare i piedi a terra con una smorfia in faccia, vederlo protestare per poter dormire un altro po' e preparargli una buona colazione nutriente perché sa che probabilmente da solo non avrà ancora mangiato niente. Avrebbe voluto dedicargli le ultime attenzioni mentre gli sistemava i capelli per non farlo andare via spettinato come un pulcino e avrebbe voluto baciargli dolcemente la guancia mentre gli dava il tempo necessario per finire la colazione. Magari lo avrebbe fatto seduto insieme a lui al bancone in cucina con le gambe sulle sue cosce e il mento a premere sulla sua spalla ossuta. Sta diventando completamente dipendente da Louis, dal suo sorriso, dalla sua voce, dal suo corpo, dal suo profumo. Per non parlare dei suoi occhi, quelli si che creano dipendenza. Si accorge del silenzio angosciante che lo circonda nella casa troppo grande che dovrà lasciare a breve, si rende conto di essere stato solo per troppo tempo. Avrebbe dovuto incontrare prima Louis, forse così alcune cose nella sua vita sarebbero andate diversamente.
Si copre il viso con le mani, massaggiandosi le tempie con la punta delle dita e incurvando la schiena. Vorrebbe andare a trovarlo, vorrebbe portargli il pranzo e aiutarlo con la traduzione del libro. Sicuramente non ha pranzato dato che non sa cucinare niente se non della banale pasta.
Si perché tagliare della frutta e buttarla nello yogurt come aveva fatto per Harry tempo addietro non è cucinare. Raccoglie i boxer di Louis dal pavimento insieme ai jeans per portarli alla lavatrice, prima però non resiste dal stringerli al petto. Si morde il labbro, è combattuto, non sa cosa fare perché non sa se Louis si arrabbierebbe nel vederlo alla sua porta. Gli tremano le mani mentre affonda le dita nel tessuto dei jeans. Rilascia un sospiro e abbassa lo sguardo sui suoi piedi nudi.
Louis è il tipo che si arrabbierebbe e litigherebbe? Gli ha chiesto di non essere disturbato, ma aiutarlo con il lavoro non sarebbe l'equivalente di disturbarlo. Se invece gli facesse piacere? Finirebbe prima il lavoro e non dovrebbe pensarci più.
Harry non ha mai avuto una relazione del genere con nessun altro, non ha mai avuto il piacere di frequentare un ragazzo così come sta facendo con Louis, come può sapere cosa fare in situazioni del genere? Dovrebbe seguire il suo istinto, forse.
Lo pensa sul serio mentre infila dalla testa la prima maglietta che gli è capitata fra le mani. Lo pensa anche mentre infila rapidamente le scarpe senza perdere tempo nel mettere i calzini. Preme insieme le labbra in una linea dritta mente si lega i capelli in uno chignon disordinato e lancia letteralmente i vestiti di Louis nella lavatrice impaziente di poterli mettere poi in asciugatrice. Quei due pezzi di tessuto sono la sua scusante per andare a trovarlo. Ne ha un disperato bisogno.

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