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Harry era riuscito a calmarsi solo quando sua madre gli aveva preso una caramella alla ciliegia dalla cucina e si era seduta accanto a lui per tenergli la mano.
Questo le ricorda molto quando il suo bellissimo bambino tornava agitato dalla scuola e aveva bisogno di conforto, il procedimento era più o meno lo stesso.
Comunque, Harry sta per riprendere a parlare, solo che Louis non è d'accordo e si alza dal divano dopo esserselo tolto dalle gambe.
A dire il vero lo fa in un modo abbastanza brusco, anche se non intenzionale.
Ha un'espressione contorta, se Harry non lo conoscesse bene direbbe che gli sembra schifato.
«Louis...»
«Non devi farlo per forza, certe cose è meglio lasciarle nel passato, a volte. Non voglio vederti a pezzi ancora, quindi quando hai finito di farti del male per l'ennesima volta, mi trovi fuori» gli tremano le mani, così tanto che fa fatica a prendere il pacchetto di sigarette un po' schiacciato dalla tasca posteriore dei jeans.
Mette una sigaretta dietro l'orecchio, come sempre, poi cerca nervosamente l'accendino prima di avvicinarsi alla porta.
«Non posso farlo da solo! Per favore, Teddybär
«Na-ah. Non approvo ciò che stai facendo, hai già detto abbastanza e non penso che tua madre sarebbe felice di sentire il resto» si strofina le mani sull'addome, non riesce a smettere di tremare e sa che sta succedendo soltanto per via della rabbia repressa.
Anne ha il labbro incastrato fra i denti nel momento in cui Louis gira il pomello della porta.
Vede solo lo sguardo da cucciolo abbandonato che ha Harry e si sente un po' in colpa per aver scatenato in Louis una reazione simile.
Si vede così tanto che ormai Harry è completamente dipendente da lui...
«Va bene, non sei costretto, piccolo mio. Non voglio saperlo. Ti va bene così, Louis?» Anne, riferendosi a Louis con l'ultima frase, riesce a far scattare lo sguardo speranzoso di Harry verso di lui.
«Ascolta, Anne. Ho accettato di accompagnare qui Harry perché vuole riavere un rapporto con te, cosa importa del passato? Quel che è successo ormai è successo, non ci si può fare niente. Si può solo provare a salvare il poco che è rimasto tra voi due, Harry ha ancora così tanto bisogno di una figura materna...» mette via la sigaretta, Harry si sente di nuovo bene.
Non è più agitato a morte perché timoroso di dover restare da solo, questo lo porta automaticamente ad alzarsi per circondare il collo di Louis con le braccia quando esso lo raggiunge.
«Scusa, piccolo» strofina la guancia vicino alla sua affettuosamente.
Il suo è solo un piccolo sussurro che fa aumentare il battito di Louis un po' di più.
«Si, hai ragione. Penso che sarebbe una buona idea se voi rimane...» Anne viene interrotta da qualcuno che bussa alla porta come se avesse intenzione di sfondarla, alza gli occhi al cielo nel riconoscere immediatamente di chi si tratta.
Anche Harry sembra come risvegliato all'improvviso dato che si allontana immediatamente da Louis.
«Questo è Zach, vero mamma? Fai aprire a me la porta!» sembra essere tornato improvvisamente bambino dal modo in cui sgambetta per correre alla porta.
Anne si ritrova a ridacchiare per l'espressione confusa e frastornata di Louis.
«Harry, fate piano!»
«Non dirmi come fare con mio fratel...Zach! Oh Dio» l'espressione di Harry è una cosa completamente nuova da vedere, per Louis.
È così felice che le fossette sulle guance potrebbero spaccargli la faccia.
«Ranocchietta! Bentornato» ben presto un ragazzo dai capelli biondo scuro si precipita sul corpo di Harry, sollevandolo da terra come se si trattasse di una piuma.
È leggermente più alto di lui, ha le spalle più larghe, il corpo più tonico e muscoloso.
Louis non capisce come possano essere fratelli, poi si mette le mani fra i capelli per la paura non appena vede la persona che ama venir caricata in spalla come un sacco di patate.
L'urlo di sorpresa di Harry gli fa accelerare il respiro.
«Zach, metti giù tuo fratello!»
«Non ti sento, mamma. Harry ride troppo forte!»
Harry si copre la bocca con entrambe le mani, ma la sua risata viene solo attutita.
«Harry, ti avevo detto di fare piano! Cristo santo...» Anne si passa una mano sul viso, poi si avvicina ai suoi figli per provare a far tornare Harry con i piedi per terra.
«Dai, Zach, gli fai andare il sangue al cervello! Guarda che faccia rossa che ha» tira una sberla dietro la testa di Zach, così Harry viene lasciato andare e barcolla per qualche secondo con un sorriso rincoglionito a farlo sembrare ubriaco.
Louis adesso sente il bisogno di fumare più forte di prima, non è mai stato così confuso.
Prima la tensione presente in quella casa era così opprimente da fargli desiderare di prendere il suo ragazzo ed andarsene, adesso invece è come se si fosse intrufolato senza permesso in una normalissima famiglia dove l'affetto non manca.
Forse dovevo portarmi un altro pacchetto.

•••
Non ho riletto (di nuovo) quindi se ci sono errori chiedo scusa

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