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«Cinque chiamate perse! Mi dispiace tanto, Niall. Ero...distratto. Ti è successo qualcosa?»
«Harry...» la voce di Niall, dall'altra parte del telefono, è nasale e poco chiara. Respira a bocca aperta, si distingue bene il suo respiro pesante.
Harry si preoccupa all'istante.
«Che...è successo alla tua voce?» è esitante nel chiederglielo ma, d'altro canto, Louis è seduto a pochi centimetri da lui e sembra molto preoccupato. Tipo, come una madre con il proprio figlio. È come sull'attenti, pronto ad alzarsi in qualsiasi momento.
«Alla voce? Io mi preoccuperei della mia faccia, invece! È passato José» Niall si prende un attimo per prendere un respiro, sembra davvero in difficoltà nel parlare e mugola dal dolore «per dirmi che è molto incazzato e diciamo che me lo ha dimostrato con qualche colpo dritto sul naso. Sono in ospedale, comunque. Cercava te, ha detto che sta tornando a casa in America e vuole vederti. Se non vai di tua spontanea volontà, ti cercherà lui» conclude. Tossisce, probabilmente per del sangue in bocca, poi Harry sente qualche suono metallico in sottofondo e arriccia le labbra in una smorfia. Non osa immaginare cosa gli stanno facendo i medici.
«Mi dispiace così tanto! Non doveva accaderti niente per colpa mia, tu hai fatto così tanto per me e io...»
«Stai tranquillo, Harry. Io non ce l'ho con te, okay? Solo...magari parla con José così chiarisci una volta per tutte, mh? Adesso devo andare, vogliono controllare che non ci sia un trauma cranico oltre allo zigomo micro fratturato. Dí a Louis che non deve venire qui, sto bene!» 
«Sei un angelo, davvero!»
«Tra parentesi, gliene ho date anche io! Anche se non sono sicuro se ne sia accorto.»
Harry ridacchia insieme a Niall prima di riattaccare, ovviamente non fa in tempo a posare il telefono che Louis gli salta subito addosso per cercare di capire qualcosa. Proprio come pensava.
«Sta bene, Lou. José voleva vedermi e, dato che non mi ha trovato, se l'è presa con Niall. Ma, Louis...» si inumidisce le labbra mentre si gira con il corpo verso di lui, gli prende le mani e lascia dei baci sulle sue nocche «penso che dovrei incontrarlo, sai, per chiudere definitivamente.»
Si morde il labbro, non alza lo sguardo per paura e Louis fa un verso di disapprovazione accompagnato da un «no» che non vuole lamentele. Anche il suo corpo si irrigidisce.
«Non sono stupido, è ovvio che non vuole soltanto parlarti. E tu adesso sei mio, quindi non può nemmeno starti vicino, quello lì» per dimostrare ciò che ha detto, abbraccia Harry e se lo spinge addosso, trovandoselo spalmato sul petto. Sta attento a non toccargli la gamba ferita, comunque.
«Ha picchiato Niall! Il tuo migliore amico ha il viso mezzo distrutto per colpa sua, e se la prossima volta toccasse a te? Io devo incontrarlo, Lou» Harry addolcisce la voce, si posiziona meglio e accomoda le gambe intorno al corpo di Louis in modo da riuscire a stringerlo fra le cosce.
Gioisce internamente quando lo vede alzare gli occhi al cielo e annuire.
«Solo se ci sarò anche io, altrimenti no.»
«Grazie, Teddybär!» gli prende il volto fra le mani, bacia ogni centimetro della sua pelle e continua a dargli bacetti sconnessi sulle labbra. Lo fa ridere e, oh Dio, quella risata. Per colpa di quella si ferma con il naso che sfiora il suo e lo guarda negli occhi come se ci si stesse perdendo dentro. Sono così limpidi, puliti, con qualche spruzzata di bianco e grigio che riflette la luce. Sono grandi, bellissimi e acquosi.
«Herzchen
«I tuoi occhi, Lou. Brillano» arrossisce sulle guance, scuote la testa come per dire che ha detto una stupidaggine. Questo gli fa distogliere lo sguardo.
«Oh, lo so! Sai perché, vero? Sto guardando la mia stella, ricordi?» Louis gli stringe i fianchi, quasi li pizzica per riottenere la sua attenzione.
Ma Harry è troppo impegnato ad emettere piccoli urli per il totale imbarazzo in cui si trova e deve per forza nascondere il viso dietro le sue mani per non passare da competo idiota. Ovviamente così fa soltanto ridere Louis, forte.
«Avanti, stellina, vai a preparare la valigia. Ce ne andiamo domani mattina, così iniziamo il tuo trasloco. Scrivi a José, fatti dire se domani sera si farà vedere, ma non dirgli che ci sarò anche io» gli pizzica il sedere e Harry lo guarda incrociando le braccia sul petto fingendosi offeso per poi sbuffare una risata subito dopo.
«Okay, capo!» imita il saluto militare, con la mano sulla fronte in quel gesto simile a quando una persona cerca di pararsi gli occhi dal sole.
Oh, che adorabile cretino.
«Deficiente.»

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