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Louis si è addormentato.
Stava parlando ad Harry di sua mamma, di quanto fosse coraggiosa e bella.
Gli aveva raccontato di come era la sua migliore amica e di come gli piaceva passare le giornate insieme a lei, non si staccava mai dalla sua mamma.
Nemmeno per un giorno.
Gli aveva praticamente raccontato della sua infanzia passata tra campi da calcio e ufficio del preside.
Non perché non andava bene a scuola, anzi, i suoi voti sono sempre stati eccellenti. Semplicemente perché per lui era stato un modo particolare quello di crescere con solo la figura materna come riferimento.
Trovava difficile comunicare con gli altri, a volte.
Diciamo che era un ragazzino scontroso e chiuso in se stesso per la maggior parte del tempo.
Ma sua mamma era sempre stata presente, per lui.
Lo ha sempre aiutato, lo ha cresciuto perfettamente.
Non lo ha mai ostacolato e lo ha sempre accettato per ciò che è.
Stava per dire ad Harry di come se n'è andata ma si era preso una pausa per godersi i bei ricordi insieme a sua madre.
Ed è lì che era crollato, stanco, sul grembo di Harry.
Si era semplicemente rannicchiato per riuscire ad essere completamente avvolto dal suo corpo, aveva messo la testa sul suo petto e, in pochi secondi, si era addormentato profondamente.
Ed Harry si sente così felice!
Finalmente il suo Louis riesce a dormire, non gli importa se adesso dovrà stare nella stessa posizione per ore per riuscire a non svegliarlo.
L'importante è che Louis si riposi e che faccia sogni tranquilli.
Gli accarezza dolcemente i capelli, lo accoglie meglio fra le sue braccia, facendogli maggiore spazio fra le gambe che allarga un po'.
Louis si incastra perfettamente in quel piccolo spazio, gli sembra così tenero e indifeso...
Aveva pianto mentre parlava di sua madre, tanto.
Harry gli ha sempre asciugato le lacrime, facendo piccole pause dove interveniva con battute davvero scadenti che riuscivano a farlo sorridere di nuovo, anche se per poco.
Si era trattenuto dal non piangere anche lui, però.
Perché lui, al contrario di Louis, la mamma ce l'ha ancora.
Ma non ci parla.
Il che è abbastanza stupido dato che adesso è un normale professore di tedesco.
Si, insomma, non ha più scuse per non farlo.
Prima c'era la scusa di José che era il suo compagno ma che si approfittava di lui, il fatto che si prostituiva ed era un camboy.
Ma adesso è semplicemente Harry ed è davvero tentato di prendere il telefono e fare quella chiamata con sua madre.
Parlarci di nuovo, sentire il conforto che ha sempre trovato nella sua voce calma e rilassante. Così delicata e amorevole.
E poi potrebbe incontrarla, abbracciarla di nuovo, incontrare la sua famiglia dopo tanti anni.
Sarebbe bello fare di nuovo la lotta con suo fratello, dopotutto.
Non si è affatto scordato dei pugni che prendeva sulle braccia e dei cazzotti che gli rendeva sulle gambe.
Spesso lo facevano in macchina nei sedili posteriori, o sul tappeto in salotto.
Gli piacerebbe anche sedersi di nuovo sul grande divano a ferro di cavallo per mangiare i biscotti fatti in casa e sonnecchiare davanti alla tivù con la sua copertina sulle gambe.
La usava da bambino, quella copertina bianca e azzurra.
Non se ne separava mai, nemmeno da adolescente.
Sarebbe bello sapere che quella copertina è ancora lì, ad aspettare di scaldarlo di nuovo.
Stringe automaticamente Louis più forte, posa le labbra fra i suoi capelli ed è come se lo stesse cullando da come si sta muovendo avanti e indietro dolcemente.
Lo faceva sempre sua mamma con lui e ogni tanto si ritrova a farlo anche da solo, mentre è seduto a tavola o anche semplicemente mentre legge un libro.
Pensa a come sarebbe far incontrare Louis a sua madre, presentarlo come suo compagno, integrarlo nella famiglia.
«Harry...ouch» Louis aggrotta la fronte, ha ancora gli occhi chiusi e probabilmente é ancora mezzo addormentato. Sta tastando le braccia di Harry e le sente incredibilmente forti intorno al suo corpo. Ha la voce graffiata e un po' acuta.
«Male.»
«Scusa! Non era mia intenzione stritolarti, ti ho svegliato, mi dispiace» Harry parla a voce bassa, allenta la presa sul corpo più piccolo di Louis con espressione colpevole.
«Lou?» passa le dita fra i suoi capelli lisci e scompigliati, glieli sposta indietro in modo che non li abbia più davanti agli occhi.
Si rende conto che Louis sta di nuovo dormendo dal modo in cui respira pesantemente.
Certo che sei strano, piccolo.
Ridacchia, gli lascia un bacio a fior di labbra e fa passare lo sguardo da lui al suo telefono sul tavolino.
Okay, chiamerà sua madre, è pur sempre suo figlio e ha bisogno dell'affetto che solo una madre riesce a dare.
Adesso più che mai.

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