Capitolo 10

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Sessantaquattro chiamate perse. Centosette messaggi. Ventitrè email. Cazzo, Louis gli aveva persino scritto una lettera.

Ma Harry lo aveva semplicemente ignorato. Non sapeva che cosa dirgli. Non sapeva cosa fare.

Anche le bambine avevano notato un cambiamento nell'umore di Harry. Continuavano a chiedergli cosa ci fosse che non andava e cosa fosse successo, ma lui assicurava loro che stesse bene.

"Ecco il vostro pranzo, ragazze." disse Harry, posando i panini al burro di arachidi e marmellata sul tavolo. Emily sorrise, dicendo un tranquillo "Grazie.". Non voleva dire niente del fatto che le croste del pane non fossero state rimosse, perchè sapeva che il suo papà fosse turbato.

Katie, comunque, non aveva capito il concetto. "Papà! Le croste!" si lamentò, sbattendo la sua piccola mano sul tavolo di legno. Gli occhi di Harry si spalancarono in realizzazione.

"Scusa." mormorò, prendendo il panino di Katie. Riusciva a sentire gli occhi pizzicare -sentiva come se non riuscisse a fare nulla di giusto in quel periodo.

Tolse le croste dal panino e lo diede di nuovo a Katie, scusandosi prima di andare al piano superiore in camera sua.

Si assicurò di chiudersi la porta alle spalle, sedendosi poi sul letto e seppellendo la testa fra le mani. Cominciò a piangere all'istante, le lacrime che aveva trattenuto per così tanto tempo finalmente riuscivano a scappare.

Merda, era così stanco di tutto quello. Era stanco di Louis e dei suoi sentimenti e di non essere capace di parlare a qualcuno del suo problema. Lo odiava.

Singhiozzò fra le sue mani, non curandosi del volume del suo pianto strozzato mentre la sua schiena di sollevava irregolarmente ad ogni respiro. Non pensò nemmeno alle bambine fino a quando sentì un piccolo bussare alla porta, seguito da un lieve "Papà?".

Harry non disse nulla. Non sapeva cosa dire, le sue bambine non l'avevano mai visto piangere (a parte Katie, ma era piccola, quindi non contava). Stette seduto lì e basta, aspettando, finchè Emily entrò da sola, le sopracciglia corrugate con preoccupazione.

"Stai bene, papà?" chiese con tono calmo, tenendo stretta la porta con le sue piccole dita. Harry annuì soltanto, anche se stava tirando su con il naso e aveva delle lacrime che correvano sulle sue guance.

"Sto bene, amore." disse. La sua voce tremava e il suo labbro fremeva ad ogni parola. "Vai a mangiare."

Emily -per una volta- non obbedì all'ordine di Harry. Si avvicinò invece a lui e avvolse il braccio al suo collo, tirandoselo vicino per un abbraccio. E, cazzo, come poteva reagire Harry a quel gesto?

L'abbracciò a sua volta, le piccole mani di lei che accarezzavano la sua schiena nello stesso modo in cui lui gliela accarezzava quando lei stava piangendo. Katie sgambettò nella stanza poco dopo, un cane di peluche fra le mani mentre corse verso Harry e glielo diede. "Prendilo." fu tutto quello che disse, mettendogli il cane vicino.

Harry ridacchiò al gesto, passandosi le mani sugli occhi e prendendo il cane. "Grazie, Katie." disse, allungando le mani. Katie gli saltò praticamente addosso, entrambe le bambine che lo abbracciarono stretto mentre tirava su con il naso.

"No triste, papà." disse Katie, ritraendosi così che potesse vedere il viso di Harry e dando dei colpetti con l'indice al suo petto. Harry rise a quel gesto, baciando la fronte di Katie con il più grande sorriso che aveva posseduto da molto tempo.

"Non potrei mai essere triste quando sono con voi, lucciola." disse, facendo il solletico alla pancia di Katie e facendola ridacchiare.

-

"Puoi prepararle il biberon per me?" chiese debolmente Harry, piagnucolando mentre Emily liberava un fragoroso pianto. Un Louis intontito annuì, quasi stanco come Harry. Si trascinò verso la cucina e prese il latte in polvere dal frigo prima di afferrare uno dei biberon dal bancone.

Preparò il biberon di Emily e ritornò nel salotto per trovare Harry che dormiva sul divano, Emily sul suo petto. Non stava più piangendo, ma emetteva dei leggeri piagnucolii tirando la maglietta di Harry.

Louis sorrise prima di avvicinarsi e prendere in braccio Emily, cullandola con un braccio. L'altro lo usò per portare il biberon alle sue labbra, guardando le sue labbra piene avvolgersi intorno ad esso.

"Ecco, amore." disse Louis dolcemente, guardando Harry. Era la volta in cui Harry aveva dormito di più in sette mesi, credeva, quindi decise di lasciare la stanza in caso i lamenti di Emily lo svegliassero.

"Bel lavoro,"  Louis finse un sussulto, aprendo la bocca e facendo un'espressione sorpresa. Emily sorrise, facendo sorridere a sua volta Louis. "Stai andando benissimo, bellissima."

-

"Quando rivedremo papi?" chiese Katie. Harry si sentì immediatamente il cuore alla gola, gli occhi che cercavano di respingere le lacrime.

"Um," Harry si schiarì la gola mentre rimboccava le coperte a Katie, passandole il suo coniglietto di peluche. "Non lo so, lucciola. Presto."

E' quasi sempre presto. Tuttavia, sembrava che diminuisse man mano che Louis mostrasse sempre più supporto.

Katie accettò la risposta, annuendo ed abbracciando il suo coniglietto. "Okay," Emise un piccolo sbadiglio, somigliando ad un cucciolo. Proprio come Louis. "Ti voglio bene, papà."

Harry sorrise e si abbassò, baciandole la fronte. "Ti voglio bene anch'io, Katie." Diede dei colpetti alla sua gamba prima di andare verso la porta, spegnendo la luce ed assicurandosi che la lampada da notte funzionasse. Chiuse la porta dietro di sè, lasciando una fessura aperta così che la luce del corridoio ci passasse.

Harry ritornò al piano inferiore da Emily che era seduta sul divano nel suo pigiama. Guardava la televisione con un orso di peluche sotto al suo braccio.

"Ciao, amore." la salutò dolcemente, abbassandosi sul retro del divano e baciandole il capo. Emily gli fece un gesto, presa dal programma che stava guardando.

Harry andò in cucina, il suo cellulare che iniziò a squillare appena entrò. Storse la bocca e lo prese, vedendo che fosse Louis.

Non ce la faceva più.

Corse verso il bagno con il cellulare stretto nella mano, chiudendo la porta prima di rispondere al telefono.

"Oh mio dio, Harry? "

"Ciao," sussurrò Harry, ed era ansimante e lieve e fece emettere a Louis una risata acuta.

"Cazzo, è fantastico. Si, ciao, come stai? Te la cavi bene? Stai dormendo abbastanza? Sei idratato? "

Harry ridacchiò. "Si."

"Bene. Ora, perchè mi hai ignorato? "

Il respiro di Harry si strozzò. "Louis, merda." sospirò, "Sai che non riesco a gestire cose del genere."

"Ma sono io, H. Mi conosci da, tipo, vent'anni."

"Si. Ma ti conosco per la maggior parte per aver scaricato il tuo ragazzo e le tue figlie e fingere di essere etero."

"Maledizione, Harry." La voce di Louis suonava tremolante. Harry si sentiva male. "Voglio provartelo, ma non posso farti sentire diversamente se non mi parli! "

"Non c'è nulla che tu possa fare per farmi sentire diversamente!" disse Harry, la voce più tremolante di quella di Louis.

Fu il turno di Louis di riattaccare.

Daddy Cool *Larry au* (mpreg) /Italian Translation/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora