Capitolo 13

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La casa era sempre silenziosa quando le bambine non c'erano. Troppo silenziosa, persino. Ad Harry cominciò a mancare addirittura il fischio nelle sue orecchie per Katie che gridava per ogni singola cosa.

Anche se c'erano un sacco di cose che poteva fare mentre le bambine erano con Louis, non fece nulla. Si sedette sul divano e sospirò ripetutamente, le bambine gli mancavano. Sperò che Louis si stesse divertendo con loro. Sperò che non prestasse più attenzione a Katie. Era una sua brutta abitudine, ma Harry lo capiva. Emily era molto più riservata di sua sorella, era facile relazionarsi con Katie.

Riflettè su quello per qualche minuto. Perchè Emily era così  tranquilla? Di solito era di più come Katie, ballava ogni volta che sentiva una canzone e strillava quando era euforica. Non che stesse paragonando Emily con Katie, pensava soltanto che di solito fossero capaci di relazionarsi l'una all'altra di più. Emily sembrava davvero sola, in effetti. Aveva anche smesso di chiedere di poter invitare i suoi amici a casa.

Sospirò ancora una volta, sistemando una mano sul suo stomaco. Aveva deciso di non andare con Louis e le bambine perchè si sentiva nauseato, ma in un certo senso lo rimpianse. Pensava troppo quand'era da solo -era una cattiva abitudine. Una comune inoltre, supponeva.

Poi cominciò a pensare alla sua gravidanza. Il bambino sarebbe stato più come lui o come Louis? Sperava come Louis. Sperava anche in un maschio, solo per un po' di cambiamento. Ovviamente non gli sarebbe importato se fosse stata una femmina però.

La suoneria del suo cellulare interruppe i suoi pensieri, facendolo sbuffare. Lo prese per vedere che fosse Louis -probabilmente gli voleva chiedere se le bambine avessero potuto restare a dormire. Esaminò silenziosamente se essere egoista e dire di no oppure se lasciare che le bambine si divertissero mentre rispose. "Pronto?"

"Cazzo, Harry, ho fatto un casino." La voce di Louis si incrinò a 'casino', facendo fare un sussulto per la paura ad Harry. Si morse il labbro e aspettò che Louis dicesse di più. Quando non lo fece, cominciò a parlare.

"Cosa?" chiese nervosamente, passandosi le dita fra i lunghi ricci mentre sentiva bloccarsi il respiro di Louis. "Louis, qual è il problema?"

"Emily.. all'ospedale." disse lui con voce tremante, ed Harry riuscì a sentire i suoi passi mentre camminava avanti e indietro. Il respiro di Harry si fermò. Si alzò e corse su per le scale per prendere le sue scarpe.

"Louis, perché è all'ospedale?!" gridò Harry, praticamente correndo verso la sua camera. Colpì maldestramente lo stipite della porta con il suo fianco, cosa che lo fece soffiare per il dolore. Continuò a camminare verso la cabina armadio, comunque, aspettando che Louis rispondesse.

"Le ho dato dei peperoni, " ammise Louis, emettendo un piccolo e debole singhiozzo mentre Harry si lasciava cadere sul pavimento e si metteva dei sandali della Nike. Non li indossava mai per uscire, ma non stava propriamente cercando un look alla moda. "Merda, Harry, mi sono dimenticato. Mi dispiace così tanto. Non r-riusciva a respirare e la sua faccia era tutta rossa e io- oh mio dio."

Non capitava spesso che Louis suonasse così vulnerabile. La sua voce tremava mentre Harry si alzava di nuovo e correva al piano inferiore, attento al suo fianco questa volta. Afferrò le chiavi dal tavolo in cucina e si assicurò di prendere il libro di Harry Potter che stava leggendo Emily prima di affrettarsi fuori dalla porta, mormorando "Va bene, si sistemerà tutto." al cellulare.

-

Dopo esser stato indirizzato verso il corridoio del pronto soccorso da una gentile signora al bancone d'ingresso che sembrava imperturbata dal panico di Harry, trovò Louis. Emily non era in una stanza, era dietro ad una tenda su un piccolo letto. Il suo viso era tutto rosso, qualche punto sembrava un po' gonfio, e le sue piccole mani stavano tremando.

Daddy Cool *Larry au* (mpreg) /Italian Translation/Where stories live. Discover now