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Gli Avengers si sono divisi... non so se quanto accaduto possa giovare o meno alla popolazione, ma di una cosa sono certa, da quando non sono più insieme, al telegiornale, le notizie di guerre, combattimenti o attacchi tra buoni e cattivi sono cessate.
Mi sveglio al solito orario, alle 7.00 e faccio tutto quello che devo fare ogni mattina per arrivare a lavoro linda e pulita ed evitare di spaventare i clienti.
Scendo le scale cercando di non mancare nessuno scalino, evitando così una mia possibile morte prematura, arrivo in cucina e trovo mia madre... mio padre è morto tredici anni fa quando avevo dieci anni in Iran, era un soldato, arruolato dell'esercito da cinque anni.
"Hope, la tua colazione è pronta"
"Mamma perdonami, il mio turno comincia prima questa mattina.
Prometto che mi farò perdonare"
Le stampo un bacio sulla tempia ed esco correndo da casa.
È dura essere l'unica a lavorare tra le due, mia madre non trova un impiego da anni quindi cerco di fare il possibile per rendere la nostra vita migliore... ed inoltre non possiamo contare su possibili parenti, non ne abbiamo.
Non siamo ricche, ma ci riteniamo fortunate per il semplice fatto che non viviamo sotto i ponti ma in un appartamento con un affitto accettabile che possiamo permetterci.
Arrivo al bar dove lavoro a piedi, si trova a cinque minuti da casa e siccome abbiamo venduto la nostra macchina tempo fa non ho altra scelta, anche se in realtà adoro l'aria fresca del mattino.
"Ciao Hope"
Mia mi saluta con molto entusiasmo.
"Ciao tesoro, come va questa mattina?"
"Ho sonno, ma questo te lo dico ogni giorno da quando lavori qui, non vorrei diventare prevedibile."
Un sorriso si fa spazio sul mio volto.
"Perché sorridi?"
Mi chiede curiosa.
"Niente solo... Niente "
Le accarezzo la spalla prima di passarle accanto per andare a mettermi il grembiule.
I clienti riempiono bar e tavoli molto presto.
Faccio avanti e indietro tra un tavolo e l'altro, mi fanno male i piedi, ma in realtà mi piace molto il mio lavoro dato che adoro stare a contatto con le persone.
Sto per servire un tavolo quando sento Mia parlare sottovoce con un cliente.
"L'ho sentito ieri."
Sento dire da quest'ultimo..
Viene qui tutti i giorni, ma sinceramente non so niente di lui, non è uno di quei clienti che tende a raccontarti tutto della sua vita come se tu fossi il suo psicologo.
"Non ci credo"
"Lo hanno visto correre qui in giro"
Continuo a non capire.
"Non è possibile"
Mia sembra sempre piu sconcertata.
"Giuro, le persone che me l'hanno detto sono tipi a posto, ci possiamo fidare"
Ma di che cosa stanno parlando?
"Signora?! Tra venti minuti devo essere a lavoro!"
Un cliente mi riporta con i piedi per terra.
"Sì, mi scusi."
Riprendo il controllo di me stessa e servo il cliente che nonostante tutto non è intenzionato a fare rapporto, anche se il 'signora' poteva anche evitarselo.
Torno dietro il bancone quando vedo Mia avvicinarsi.
"La sai l'ultima?"
Mi chiede elettrizzata.
Le faccio segno di "no" con la testa.
"Steve Rogers è stato avvistato qui, ieri, mentre correva."
Non sorrido, in realtà dal mio volto non traspare nessuna emozione.
"Ne sei sicura Mia?"
"Luke dice che le persone che lo hanno visto sono tipi a posto, che ci si può fidare di loro"
"Luke? Lo stesso Luke ,che ti ricordo, viene qui ogni giorno, mai troppo lucido e con il coraggio di chiedermi dello Scotch alle 7.30 del mattino quando a quell'ora la gente normale beve del comune caffè?"
"Dettagli"
Rido contro il mio volere... è assurdo come Mia riesca a liquidare un argomento così in fretta.
"Hope, senti un po', non sei tu quella che va a correre ogni sera?"
Annuisco, non capendo dove voglia andare a parare.
"Beh e se magari... e se lo incontrassi?"
"Mia, le persone normali corrono di mattina, o almeno questo succede qui a New York."
"E allora?"
"Io sono l'unica che corre per New York alle 19.00 di sera per il poco tempo a disposizione."
"Come puoi sapere che a lui non venga voglia di andare a correre questa sera?"
Sbuffo come una bambina piccola... Mia è così testarda quando vuole qualcosa.
"Ok, senti, facciamo così... stasera vado a correre e se lo vedo ti chiamo.
Ok?"
Dopo queste parole le si illuminano gli occhi e comincia a battere le mani.
"Ora, però, pensa ai clienti."
La liquido con un sorriso e torno al mio lavoro.

***

Il tempo passa piuttosto in fretta.
I clienti diminuiscono sempre di più finché, finalmente oserei dire, arrivano le 18.30 di sera.
Tolgo il grembiule e dopo aver salutato Mia, che prontamente mi ricorda il nostro piano, riesco a tornare a casa.
Apro la porta, mia madre è in salotto che guarda una telenovela (tipico per le donne della sua età).
"Ciao tesoro"
"Ciao mamma.
Mi preparo e vado a correre"
Le annuisce senza guardarmi... quanta considerazione.
Salgo di corsa le scale, prendo dei pantaloni della tuta neri ed una maglia corta bianca.
Mi vesto, sistemo i miei capelli castano scuro in una coda e voilà! Pronta per correre.
Scarpe da ginnastica messe, scendo le scale, saluto mia madre e sono fuori in un batti baleno.
La mia corsa comincia da casa mia di solito e di certo non cambierò abitudine oggi.
Parto lentamente, ma l'energia prevale sulla calma; poco dopo sto già correndo più veloce del dovuto.
Faccio il giro dell'isolato, imbocco una stradina e arrivo in un parco vicino a casa mia... sto correndo tranquilla quando un uomo mi sfreccia di fianco.
Pensavo di essere veloce, ma il bell'imbusto mi batte.
Accelero sempre di più senza riuscire a raggiungerlo... non so chi sia, spero solo di non dover dare ragione a Mia domani.

Spazio autrice

Beh, eccomi qui, di nuovo.
Mi scuso veramente tanto per la mia assenza ma la scuola mi ha occupato quasi tutto l'anno.
Ma nonostante ciò sono tornata, con una nuova storia piena di colpi di scena.
Spero vivamente che vi piaccia, e vi assicuro che aggiornerò presto... chissà, magari anche venerdì.
Commentate e lasciate una stellina, mi raccomando.
Baci Laura
❤❤

A New Avenger... A New LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora