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"Michael?"

Sussurro rendendomi conto che continua a guardare il soffitto senza neanche spostare lo sguardo su di noi.

"Abrams."

"Cosa?"

"Michael Abrams, è così che mi chiamo."

"Oh, piacere, io sono Hope Olsen."

"So chi sei, il bastardo che mi ha fatto questo non faceva altro che ripetere il tuo nome."

Il mio cuore si ferma.

"In che senso?"

"Alludeva al fatto di voler farti sparire dalla faccia della terra per una cosa che tuo padre gli ha fatto e mi dispiace per tua madre, ha parlato anche di quello."

"Grazie..."

Sussurro.
Vuole uccidermi per una cosa che gli ha fatto mio padre?

"Cosa gli ha fatto mio padre?"

"Oh, questo non lo so... continuava a blaterare riguardo a lui dicendo che gli aveva tolto tutto quello che amava, che non aveva minimamente pensato a lui o cose del genere quattordici anni fa."

"Quattordici anni fa... ma mio padre è morto l'anno dopo."

"Non so che cosa gli abbia fatto ok? So solo che quest'uomo voleva farmi diventare un soldato con il cervello bruciato, pronto a combattere per lui."

"E non ci è riuscito?"

Interviene Tony affiancandomi.

"No, sono già stato torturato tempo fa in Afghanistan, questo non è niente in confronto a quello che mi hanno fatto lì, ma comunque grazie, anche se non è riuscito a farmi il lavaggio del cervello sarei comunque morto a quest'ora... una pallottola dritta in testa, aveva già accennato a farmi fuori, se non mi aveste trovato a quest'ora sarei un cadavere senza alcuna utilità."

"Prego, è il nostro dovere."

Rispondo.
Non posso neanche immaginare quanto dolore abbia provato, essere torturato per ripetute volte e non arrendersi mai...

"Sai chi ti ha fatto questo?"

Gli chiede Bruce puntandogli una fastidiosa lucina negli occhi.

"Non so che faccia abbia, ci bendavano... ma una volta ho sentito il suo nome."

"Qual è?"

Chiedo in ansia.

"Jake Brady."

Il mondo intorno a me si ferma, non sento più niente... non può essere, lui non può avermi fatto questo.
Mi volto verso la porta e comincio a correre verso la sala principale dove mi metto subito all'opera con un computer.
Siamo a New York, quindi trovare il Jake che stiamo cercando è una cosa a dir poco impossibile, ma so che suo padre è morto quattordici anni fa in un incendio.
Il campo si restringe così cerco i Jake che fanno il dottore come professione e BOOM! Trovato.
Non si chiama Brady di cognome ma Brown, grazie al cielo non ha mentito riguardo al suo nome.
All'improvviso vedo Steve e Nat entrare preoccupati.

"Hope, cos'è successo? Tutto ok?"

Mi chiede Steve.

"Sì... l'ho trovato e... lo conosco."

"Cosa?"

Nat segue Steve verso di me che è sempre più sconcertato e dopo aver visto la foto diventa un fantasma vero e proprio.

"Il tipo che ti faceva le avance?"

"Esatto... suo padre è morto quattordici anni fa in un incendio, mio padre era ancora vivo a quel tempo  e si chiama Jake Brown quindi si spiega la lettera firmata con J. B ... ha mentito sul suo cognome, ma non sul suo nome."

A New Avenger... A New LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora