Questo è per chi ci augura di trombare. Io vi auguro di fare l'amore e di praticare del sano sesso forte per togliervi quell'acidità che vi contraddistingue. Baci stellari.
Mentre sono in macchina una tensione strana blocca entrambi dal parlare. Pure Mario, sempre così spavaldo e sicuro, si sente diverso, come se avesse paura. Sa di aver spinto lui per questa situazione ma non riesce a guardare Claudio. Claudio nel frattempo, si ferma ad ogni striscia bianca di Roma, ad ogni arancione appena scattato, invita i passanti ad attraversare. "Cazzo Claudio ma hai novant'anni o cosa? Stai andando a due all'ora". Claudio viene spaventato dalla voce di Mario. Mario è irritato e non sa nemmeno il perché. Claudio fissa il gruppo di ragazze che sta attraversando. "Stai calmo, siamo quasi arrivati ormai. Hai fretta?". Mario abbassa il finestrino e si accende una sigaretta. "No ma ad un certo punto credevo stessimo tornando indietro invece di procedere". Claudio alza gli occhi al cielo mentre fa manovra e parcheggia. Mario scende all'istante e si avvia. Claudio sospira e appoggia la testa sul sedile della macchina mentre lo guarda. Non sa perché si trova parcheggiato in quella via mentre guarda quel ragazzo entrare in un palazzo antico. In questo momento si sente come se lui stesso si stesse osservando dall'esterno. Claudio ma che cazzo fai? Vai via finché sei in tempo. Torna al sicuro, nella tua casa, alla tua routine. Devi dormire, hai fatto un turno infinito, domani hai tanti impegni, metti in moto. Vede la luce dello studio uscire dalla finestra.
Mario nel frattempo è corso su, impaziente di essere nel suo habitat, tra l'odore della tinta fresca. Entra lasciandosi le porte aperte alle spalle. Solo dopo qualche secondo si accorge di non aver sentito nessun rumore dietro di lui. Con la sigaretta in bocca e la fronte aggrottata, va verso la finestra. Si affaccia e vede Claudio appoggiato alla sua macchina immerso nei pensieri. Lui sa che per uno come Claudio, varcare quella porta, significa abbassare le difese, uscire totalmente dalla propria zona comfort. E un po' lo capisce pure, anche lui non si sente del tutto a suo agio, come se ci fosse qualcosa di sbagliato o di terribilmente giusto. Ma lui si conosce anche, sa che non può fermare la sua voglia di vederlo nudo, di provarlo. E così, silenzioso come un felino, scende le scale lentamente ed esce dal portone con le mani nelle tasche dei jeans. Claudio lo sente arrivare e di conseguenza alza il viso, sorridendo appena. Mario arriva davanti a lui. "Si sta bene qui fuori?". Claudio alza le spalle, "Qui è sicuro". Mario coglie il doppio senso. Annuisce lentamente. "E a te piacciono solo le cose sicure Claudio?". Claudio ride amaramente. "Diciamo che non vado più incontro alle cose che possono ferirmi". I suoi occhi verdi si bloccano in quelli neri. Mario lì socchiude appena pensando alle sue parole. "Non credi che a volte, proprio per stare bene, si debba anche essere puro istinto?". Claudio sospira, "Credo di sì, ma si perde l'abitudine a farlo e poi fa ancora più paura". Fa un breve pausa, "Tu non hai paura Mario?". Mario non si aspettava questa domanda. Potrebbe mentirgli e fare quello che gli riesce meglio, non ci vuole nulla. Ma non sente di volerlo fare. Fa un passo verso di lui. "Ti svelo un segreto Claudio Sona. Io ho paura come tutti gli altri, come te in questo momento. Solo che io faccio della paura la mia passione, l'adrenalina che rende la vita colorata, il vuoto allo stomaco prima di lanciarti nel vuoto. Io vado incontro alla paura perché solo così mi sembra di vivere. Adesso se vuoi puoi tornare a casa, io non ti obbligo, non è nel mio stile. Oppure puoi seguirmi e scoprire cosa c'è aldilà di quella linea". Si avvicina ancora, sempre con le mani in tasca, allunga il collo e sfiora la sua guancia con le labbra. "In fondo dentro di te lo sai Claudio, lo sai dalla prima volta che mi hai visto". Lo bacia dolcemente sulla guancia e si gira per rientrare. E Mario non sa perché si è comportato così, perché ha tirato fuori questo lato. Ma dai passi alle sue spalle, sa che ha funzionato.
In ascensore si osservano. Uno appoggiato ad una parete e l'altro dalla parte opposta. In silenzio, si guardano come si guardano due che stanno per spogliarsi. Oppure si guardano come si guardano due che sanno cose che vanno oltre quello che sta per succedere. I loro occhi vedono delle risposte ma non le svelano alle loro menti. L'ascensore si apre e Mario fa cenno a Claudio di uscire. Claudio obbedisce e con pochi passi è dentro allo studio. Mario chiude la porta e vede Claudio sobbalzare. Ride. "Rilassati cazzo. Mi fai venire l'ansia pure a me". Claudio fa un grosso respiro. "Non so perché sono così teso. Sembra la mia prima volta", ride, "giuro che non lo è". Mario alza un sopracciglio, "Sicuro?". Claudio piega la testa da un lato, "tu che credi". Claudio perde di vista Mario dietro a dei teli, lo sente che sta cercando qualcosa. Parla da lontano, "Ora mi vuoi dire che sei una macchina del sesso?". Claudio cerca di capire cosa sta facendo Mario, guardando la sua ombra. "Questo non spetta a me dirlo". Si sente più sicuro senza averlo davanti, sorride. Mario riappare davanti a Claudio. "Beh allora te lo dirò io", dice senza guardare Claudio e andando verso il giradischi. "Conosci gli Smiths?". Mentre lo chiede, tira fuori un disco dalla pila impolverata e ci soffia sopra.
Claudio sbuffa, "Certo che li conosco". Mario lo guarda ironico, "Certo". Mette la testina sul disco che dopo qualche rumore che sa di musica vera, trova le note. There is a light that never goes out. Questa è la traccia. Mario si gira e va verso Claudio che non si è mosso di un centimetro. Si ferma di fronte a lui. "Stai morendo vero?". Claudio pensa di negare ma poi cede, "Mammamia sono nervosissimo". Mario sorride e per rendere la situazione ancora più semplice, afferra i bordi della maglietta e se la sfila. Poi mette la mano nella tasca dei jeans e tira fuori mezza canna rollata e l'accende, soffiando il fumo verso Claudio. Claudio per poco non sviene, "Ma sei pazzo? Cosa fai con quella roba?". Mario ride, "Mi rilasso". Claudio si sente un bambino di fronte a quell'essere, non sa come gestirlo. Mario fa un passo verso di lui. "Solo due tiri, giusto per allentare la tensione. Dovresti provare sai". Alza la sua mano e tira indietro il ciuffo di Claudio. Claudio si sente piccolo, non per la canna, ma per quanto quegli occhi neri lo fanno sentire inesperto, come se non ne avesse mai visti altri in vita sua. Mario si avvicina ancora, "Lo sai che stai molto meglio vestito così che con la camicia vero?". Claudio tutto d'un tratto si ricorda di essere in tuta e sgrana gli occhi. "Cazzo me ne ero scordato. Sembro un barbone". Mario ride scuotendo la testa con il filtro tra le sue labbra. "Vedi che non capisci niente della vita Claudio Sona?". Si avvicina ancora facendo un tiro e trovandosi a pochi centimetri dal viso di Claudio. Le stoffe dei loro pantaloni si sfiorano. "Togliti la felpa Claudio. Fammi vedere la parte più vera di te". Claudio sente i loro corpi come calamite che soffrono senza toccarsi. Lo guarda così, a torso nudo con i capelli scompigliati, e quei jeans strappati, che urla sesso da tutte le parti. E non ce la fa più, vuole sentirsi libero, vuole sentirsi vento caldo. Guardandolo negli occhi allunga la mano verso la sua, prende la canna dalle sue dita, fa un tiro come se avesse fumato tutta la sua vita, la butta per terra e la spegne. Prima che possa dire qualcosa sulla sorpresa che delinea l'espressione di Mario, vede quelle pupille nere dilatarsi come laghi e sente quelle labbra catrame arrivare sulle sue. E a Mario non importa più. Se lo prende per i capelli e lo spinge verso una superficie. E vuole sentire la carne delle sue labbra e tira giù la cerniera e vede i suoi muscoli spiegarsi uno ad uno. E se lo stringe sul suo corpo, ed è così diverso, ed è così perfetto, ed è così vero che Claudio è talmente bello da fare male. E butta via la felpa e mette le sue mani sulla sua vita mentre continua a baciarlo così forte e quasi alzandolo lo spinge verso il letto. E Claudio non si oppone, e Claudio vuole esattamente questo. E con le mani sente quella schiena nuda che finisce in quei jeans chiari che nascondono quel culo perfetto. E sente quel piercing bruciargli in gola dall'effetto che fa e quei ciuffi neri che vuole quasi strappare da quanto fanno sangue. E Mario lo spinge e Claudio è di schiena sul materasso, mentre c'è la musica che riempie tutto ed esce fuori, e quelle luci gialle, e l'odore di erba appena lontano, e quel letto quasi per terra, alle radici. E Mario va sopra di lui e lo guarda per un secondo, "Dio che sesso mi fai". E Claudio si sente scoppiare e le sue mani da sole vanno verso quella cerniera che vuole essere aperta. E Mario lo morde, morde il suo collo, morde il suo capezzolo, e lo morde sul fianco facendo uscire un gemito da quelle cazzo di labbra enormi. E vuole vederlo ancora più vero e tira giù quei pantaloncini rossi. E poggia le sue labbra sotto il suo ombelico mentre Claudio lo guarda ormai perso. Mario con i jeans abbassati e i boxer fuori, si struscia su Claudio fino a tornare davanti al suo viso, boxer contro boxer. "Allora Claudio Sona, sei sicuro?". Claudio si bagna le labbra e annuisce. Mario sorride con le guance arrossate dal calore dell'eccitazione. "Non ti ho sentito". Avvicina il suo orecchio alle labbra di Claudio. Claudio sussurra, "Muoviti cazzo". E Mario si rigira verso di lui e stampa un bacio sulle labbra di Claudio a lungo, lo respira. Poi si stacca e mentre gli abbassa i boxer dice, "Tieniti forte colletto bianco".E va giù. E lo fa impazzire. E lo prepara alla vita per poi entrarci dentro senza ritorno. E Claudio si ricorda cosa significa provare fino a desiderare di esplodere. E Mario per la prima volta sente di voler aspettare a venire perché è giusto solo quando significa completarsi. E crescono insieme e mentre si guardano impauriti dall'immensità che questo può significare, sorpassano quel limite nello stesso momento, scoprendo un mondo nuovo.

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Come zingari nel deserto
Fanfiction#1 in Fanficiton - COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI Ciao amici. Lori è sempre con voi. Questa è la storia di Mario e Claudio. Un'altra storia frutto della mia fantasia, niente a che vedere con la loro unica storia reale. Questa è la storia di u...