Claudio sorride e inizia a baciarlo dappertutto facendolo ridere. "Grazie grazie grazie grazie grazie grazie". Su tutta la faccia, sul collo, sulla bocca, lo stringe forte tra le sue braccia. "Grazie grazie grazie grazie". E Mario ride. "Cla smettila mi fai ridere". Ma lui continua. "Appunto sei bellissimo quando ridi". Dietro l'orecchio, sulla spalla, sulla clavicola. Mario si rende conto che non sono soli e che dietro le spalle di Claudio tutti gli occhi sono puntati su di lui. Mette le braccia dietro la schiena di Claudio e lo stringe. "Andate via". I ragazzi si guardano confusi tra di loro. Mario sente le labbra di Claudio sulla sua pelle, in fondo al collo, alza un po' il braccio per coprirgli la testa. Lui è mio. "Forza via di qua. Veloci". Tra mormorii vari i ragazzi iniziano a raccattare i vestiti e le borse sparse per lo studio. Mario continua a tenere Claudio così e gli sussurra nell'orecchio. "Appena escono ti spoglio". Claudio morde appena la sua pelle. Entrambi sentono la droga inebriargli le loro voglie. Con la coda dell'occhio Claudio vede il ragazzo che stava appiccicato a Mario alzarsi lanciandogli un lungo sguardo come ultimo tentativo. Mario è distratto dai ragazzi che lentamente escono. Vede il ragazzo prendere le sue cose, vestirsi e avviarsi verso la porta. Claudio scosta la testa dal collo di Mario. "Ho dimenticato una cosa in macchina, torno subito". Mario lo guarda scocciato. Claudio lo bacia velocemente. "Faccio velocissimo. Pensami". Si stacca.
Claudio non fa scenate ma nessuno si deve permettere anche solo di pensarci. Claudio è buono ma non è stupido e tanto meno ingenuo. Claudio è i tatuaggi sulla pelle, è l'Africa che gli urla dentro, è la protezione assoluta per chi ama, è l'amore assurdo per Mario. Esce dalla stanza, fa velocemente le prime quattro rampe e poi con un braccio sbatte al muro e blocca il ragazzo senza via d'uscita. Con l'espressione di chi non vuole essere ingannato ed è sicuro di ciò che è suo si avvicina al suo viso sorridendo. Guarda negli occhi quel viso pieno di domande. La sua espressione si trasforma nel nero del suo scorpione.
"Ascolta quello che ti dico. Lo dico una ed una sola volta. Se anche solo pensi di tornare qui per caso, di provare a cercarlo, a contattarlo, a parlarci, di provare a sfiorarlo anche solo con il pensiero, ricordati che io ti sto guardando e so dove trovarti. Buona serata".
Lo lascia lì e torna su sorridendo. Chiude la porta. Mario è appoggiato alla finestra che fuma. Lo guarda. "Non sei andato alla macchina, dove sei stato?". Deve sapere tutto di lui. Claudio alza lo sguardo mentre va verso di lui. Cazzo. "A metà strada mi sono accorto che il cellulare l'avevo in tasca e sono tornato indietro". Mario raggiunge la sua maglietta con una mano e lo tira. "Non dire minchiate Claudio, non ti riesce. Il tuo cellulare premeva sulla mia gamba cinque minuti fà. Dove sei stato?". Claudio alza un sopracciglio sorridendo. "Ti piacerebbe che te lo dicessi eh?". Mario butta fuori il fumo. "Claudio perché mi devi fare incazzare, dimmi cos'hai fatto". Claudio ride. "No". Mario butta la sigaretta dalla finestra. "Come scusa?". Va verso di lui che indietreggia e gli blocca i polsi dietro la schiena. Claudio ride. "È un segreto, non te lo voglio dire". Mario sempre stringendogli i polsi scuote la testa. "No no no no no. Tu non puoi avere segreti con me". Claudio alza un sopracciglio. "Come no? Io ho un sacco di segreti". Intanto la sua schiena ha toccato la colonna, i suoi polsi ancora dietro la schiena e Mario vicinissimo. "Ah sì? E quali segreti hai?". La bocca di Mario sfiora le labbra di Claudio. Claudio sente la saliva sparire e le labbra seccarsi. "Io...beh..ne ho tanti...". Mario con le labbra si muove sul suo viso toccandolo appena. "E chi ti ha dato il permesso di averli? Io li voglio sapere tutti. Ne so già tanti.". La sue labbra disegnano la mascella di Claudio scontrandosi leggermente sulla barba. "Come ad esempio il fatto che ti piace quando ti mordo qui". I denti di Mario affondano sopra la clavicola di Claudio che sussulta. "Oppure che ti piace quando ti chiamo", si avvicina al suo orecchio e sussurra, "amore", Claudio chiude gli occhi e sente i pantaloni stringersi. "Mario..", Mario mette un dito sulle sue labbra, "Shhh non ho finito", il suo dito scorre verso il basso, "Oppure quando prendo in bocca tutto quello che hai qui", la mano stringe forte in mezzo alle gambe di Claudio che si appoggia alla colonna. Ormai è totalmente in balia di Mario. La mano di Mario lo sta torturando. "Mario ti prego..". Mario sorride senza spostare quella mano, con l'altra lascia liberi i polsi e sposta indietro il ciuffo di Claudio appoggiando la sua testa alla colonna. "Se vuoi che continui devi dirmi il tuo segreto". Sorride. Con la mano gioca, lo stuzzica. Gli occhi di Claudio si chiudono, "Che stronzo che sei". La mano di Mario si infila dentro i pantaloni per farlo impazzire. "Dimmelo Claudio fai il bravo". Stringe. I denti di Claudio affondano nelle labbra, sta impazzendo. Riesce a mala pena ad aprire gli occhi. Le pupille dilatate. Lo guarda con il viso arrossato dal sesso. Mario ferma la mano con un mezzo sorriso malizioso. Claudio alza un braccio, mette la mano dietro al suo collo e se lo tira ad un centimetro dal suo viso.
"Sono andato a dire a quello stronzo che ci stava provando di starti lontano se non vuole morire". Fermi così. L'erezione di Claudio cresce nella mano di Mario che è senza parole. In questo momento si sta innamorando di nuovo per la prima volta, come prima, più di prima, senza ritorno. Sentirlo parlare così lo distrugge. Anche lui è geloso. Anche lui pensa a me, mi protegge, ci protegge. Aiuto. Non sa come reagire. Sente troppo, troppa emozione. Lo sente grande nella sua mano, vede i suoi muscoli delineati, gonfi. Lui è qui per me. Il verde dei suoi occhi lo allaga dentro."Claudio io ti amo". È tutto quello che sa dire. Un sorriso sulle labbra di Claudio che non finisce perché vengono travolte da quelle di Mario. "Anche io".
Si trascinano verso il letto dove l'uno spoglia l'altro del tutto. Mario mette Claudio disteso sulla schiena. Lo bacia, gli occhi piangono desiderio. "Adesso mentre io scendo per farti impazzire tu ripetimi cos'hai detto a quello, va bene piccolo?". Claudio sorride senza riuscire a fare altro e annuisce. "Bravo". Gli fa un occhiolino ed inizia a scendere con le labbra. Le mani di Claudio afferrano il materasso. Sente la pallina di acciaio del piercing, sotto la lingua, strusciare lentamente sulla sua pelle fino ad arrivare sulla punta del suo piacere. La sua schiena si inarca e dalla sua bocca esce un gemito. Mario gioca con la pallina. "Claudio inizia a raccontare". Claudio fa un grosso respiro e prova a concentrarsi. La sua voce è poco e sforzata. "Ho corso per le scale...", le labbra di Mario si aprono e si adeguano perfettamente, morbide, intorno a Claudio che sussulta. Respira. Stringe di più le lenzuola. "L'ho bloccato al muro", le labbra scendono fino in fondo riempiendosi di tutto. Il cuore di Claudio si ferma. Mario torna su lentamente. "Continua". Claudio si morde un labbro. "L'ho guardato". Le labbra di Mario iniziano ad andare più veloci. I sospiri di Claudio si fanno più intensi. Mario gli stringe i fianchi chiedendo di continuare. "E gli ho detto...", il ritmo è sempre di forte, Claudio si sta sentendo andare via, lasciare la terra, Mario chiede.
Cerca la voce e la capacità di parlare. "Gli ho detto di non sfiorarti nemmeno con il pensiero perché so dove trovarlo". Un gemito esce dalla bocca di Mario e questo fa perdere il controllo a Claudio che si lascia andare tremando. E Mario accoglie la gelosia di Claudio nella sua bocca perché la vuole dentro di sé e la sente scivolare giù dolce come il miele. E bacia l'interno coscia di Claudio e risale. E lo bacia sulla fronte. E si stende accanto a lui con gli occhi che ridono di vita.
"Fammi mangiare tutti i tuoi segreti".

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Come zingari nel deserto
Fanfiction#1 in Fanficiton - COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI Ciao amici. Lori è sempre con voi. Questa è la storia di Mario e Claudio. Un'altra storia frutto della mia fantasia, niente a che vedere con la loro unica storia reale. Questa è la storia di u...