"Mi dici dove andiamo?". Claudio mette la freccia e guarda verso sinistra prima di girare. "La smetti? Ti ho detto che è una sorpresa. Fidati ti piacerà". Mario tamburella sul finestrino sbuffando. "Non mi piacciono le sorprese, a maggior ragione se implicano la camicia e la giacca. Non stiamo andando a un matrimonio vero?". Il suo tono allarmato. Claudio ride. "Se anche fosse? Quale sarebbe il problema?". Mario si tira su per bene e si gira completamente verso Claudio. "Claudio stai scherzando? Credo non esista cosa più noiosa e formale dei matrimoni etero. L'ultima volta pensavo di morirci in quella chiesa". Claudio trattiene la risata. "Ma sei scemo? Ma che generalizzazione è? Per non dire discriminazione sessuale. Invece a me piacciono i matrimoni, mi fanno emozionare. E poi le feste dopo...". Mario alza un sopracciglio, "Ah ecco. Non fare il santarellino come sempre e dì la verità. Ai matrimoni si va per l'alcool gratis dopo, è praticamente una legge. Con quanto costano i regali poi. Vi sposate voi e devo avere i debiti io, ma che cazzo significa?". Claudio a questo punto scoppia a ridere e poi una luce strana lo illumina. "E del matrimonio tra uomini che pensi?". Il silenzio cala nella macchina. Mario torna a guardare fuori dal finestrino. "Non c'ho mai pensato in realtà. Non mi ha nemmeno mai sfiorato il pensiero. Mi sembra una forzatura, che bisogno c'è? Ma se lo fanno..non so, te lo dirò il giorno in cui ricevo una proposta". Claudio lo guarda sorridendo mentre si prepara a parcheggiare. "Chi ti dice che non la farai tu?". Mario a quel punto lo guarda. "Io non ho bisogno del matrimonio per essere sposato". L'argomento si chiude così.
Prima di voltare l'angolo e trovarsi davanti al luogo misterioso, Claudio si mette davanti a Mario e lo blocca con le mani sulle sue braccia. "Siamo arrivati", sorride felice. Mario ancora non capisce. Claudio infila una mano nella tasca interna della giacca e tira fuori due biglietti mostrandoli a Mario. "È la mia opera preferita. Il Don Giovanni". Il viso di Mario sbianca. "Mi sbagliavo Cla. Esiste una cosa più noiosa dei matrimoni ed è l'opera". Il sorriso di Claudio svanisce e la mano con i biglietti si abbassa. Mario butta la sigaretta e si avvicina a lui, gli prende il viso. "Non ho detto che non ci voglio andare. L'ultima volta avevo nove anni, mi fido di te". Mette la mano dietro al collo di Claudio e si avvicina al suo orecchio. "E poi non si sa mai cosa può succedere quando si abbassano le luci". Con l'altra mano spinge la schiena di Claudio e iniziano una specie di ballo lento, girando appena su sè stessi. Claudio tira la testa indietro per guardarlo. "Cosa stai facendo?". Mario sorride. "Cerco di distrarti con il mio fascino così magari ci perdiamo qualche minuto". Claudio lo guarda male ma divertito. "È inutile che ci provi. O entri lì dentro o vado da solo e cerco qualcun altro con cui guardare lo spettacolo". Mario stoppa quel ballo e fa fare una specie di casqué a Claudio tenendolo stretto. Lo guarda. "Tu sei mio e l'opera la guardi con me". Lo bacia. Lo tira su. Fa un passo in avanti, "Andiamo?".
L'ambiente della musica classica va capito. Non va giudicato ma va capito, va studiato, va appreso. Ti può piacere quello come l'heavy metal, uno non esclude l'altro. È un'atmosfera particolare, un po' pomposa e snob certo, ma unica al mondo. Mario si sente un pesce fuori d'acqua ma riconosce una certa somiglianza tra questi personaggi e gli appassionati d'arte. Anzi, è sicuro di vedere gente conosciuta. Ma ci fa poco caso. Osserva Claudio con lo smoking che consegna i biglietti e poi chiede come raggiungere i loro posti. E non si ricorda nemmeno dove si trova, sa solo di essere solo con lui. Vede la sua bocca muoversi a rallentatore, incantare chiunque si trovi di fronte a lui. Vede la mano del ragazzo a cui ha chiesto informazioni alzarsi e appoggiarsi sulla spalla di Claudio per indicargli la direzione. E forse per la prima volta nella vita si sente fortunato, non si sente solo.
Claudio va verso di lui, "Vieni è da quella parte". Si incamminano. "Quel ragazzo è gay, ti stava scopando con gli occhi". Claudio si gira confuso. "Ma chi?". Mario guarda dritto con le mani in tasca. "Quello a cui hai chiesto informazioni. Non lo biasimo povero ragazzo. Chi non ti vorrebbe scopare?". Claudio gli tira un pugno sotto la spalla. "Ma la vuoi smettere con queste frasi? Mi metti in imbarazzo e poi non le pensi". Mario lo guarda un secondo. "Meno male che non sai l'effetto che fai sennò dovrei rinchiuderti in cantina o nasconderci i cadaveri dei tuoi pretendenti". Gli apre la porta. Claudio ride. "Senti chi parla. Lo sa mezza Roma l'effetto che fai tu, cosa dovrei dire io? Non sono mica scemo". Entrano nel palchetto. Si siedono. Mario appoggia il braccio dietro la sedia di Claudio. "Tu devi dirgli di andare a casa e farsi una sega perché io sono impegnato ad innamorarmi". La musica inizia e Claudio ha appena perso la voglia di ascoltarla.Dopo tre ore e mezzo escono dal teatro. "Mario ho capito, stai calmo". Mario non ascolta. "No Claudio tu non capisci. Posso disegnare per giorni con tutto quello che ho visto. La passione, quella musica, quei vestiti, la morte, l'amore, il teatro. Domani devi dire ad Alice di prepararsi perché gli arriverà un pacco intero. Anzi no. Passo io, sì meglio. Potrei fargli una bandana con gli strumenti musicali, così quando esce magari inizia". Claudio sorride mentre lo osserva. "Non avevi detto che era noioso?". Claudio sapeva che gli sarebbe piaciuto. "Non avere l'atteggiamento io-lo-sapevo perché inizio a dire che mi fa schifo sennò". Claudio alza le mani ridendo. "Figurati". Tornano a casa. Nemmeno il tempo di entrare che Mario si è tolto la giacca e l'ha buttata da qualche parte, si sta sbottonando la camicia e nel frattempo sfilando le scarpe. "Claudio muoviti. Spogliati, ti devo disegnare". Claudio chiude la porta. "Che?". Mario è già al tavolo dei suoi strumenti. La camicia bianca aperta pronta per fare una brutta fine, i pantaloni già sul letto, i boxer neri che spuntano dalla fine della camicia. "Per favore Claudio, ne ho bisogno". E cosa gli vuoi dire. Claudio non sarebbe capace di rifiutare nemmeno se lo volesse. Con una tecnica e una velocità molto diversa, si spoglia rimanendo in boxer. "Che devo fare?". Mario sempre girato e impegnato a versare colori sulla tavolozza. "Non lo so, mettiti comodo". Silenzio.
Mario sistema la tavolozza sulla sua mano e si gira pronto per iniziare. Ma Claudio ha altri piani per la sua vita. Lo vede lì, seduto sul davanzale con un gomito appoggiato sul ginocchio tirato su e la testa appoggiata al muro, che lo guarda. Gli occhi di Mario si trasformano. "Lo sai che sei tremendamente sexy quando lavori?". Cristo santo il Claudio della savana. Mario si morde il labbro. "Claudio vieni qua". Claudio non se lo fa ripetere e scende dal davanzale raggiungendolo in mezzo alla stanza. "Ai suoi ordini padrone". Lo guarda col suo viso angelico malizioso. Mario sente il cazzo rispondere. Si tira indietro i capelli con la mano con cui tiene il pennello e si inumidisce le labbra con la lingua. Può vedere la vena sul collo di Claudio pulsare. La sua mano va verso la tavolozza e intinge tutta la punta del pennello nel verde. Poi sorride e avvicinandosi a Claudio traccia una linea lungo quella vena. Claudio non si muove, è eccitato. Il pennello si intinge nel rosso e poi va sulle labbra di Claudio, leggero, quasi impercettibile. Mario sta vivendo il suo sogno erotico, deglutisce ma la sua bocca non si riesce a chiudere. Gli occhi di Claudio lo stanno assaporando. Il pennello si intinge di nero e Mario senza togliere lo sguardo da Claudio traccia una linea partendo dall'ombelico di Claudio fino all'inizio dei suoi boxer. Gli occhi vanno in giù e può vedere la voglia di Claudio gonfiarsi e sporgere in avanti. Si morde di nuovo il labbro e alza lo sguardo. Claudio lo investe portandolo sul pavimento proteggendogli la testa, poi tirandogli su le braccia e fermandole con le sue mani. Lo bacia di rosso. La tavolozza caduta lì vicino li aspetta. E si girano e si rigirano senza staccarsi passandoci sopra e ridendo pieni di tinta. E poi si fermano, Mario ormai senza camicia sopra a Claudio, pieno di colori, anche nei capelli. Perfetto così. Si piega su Claudio che gli sorride e mette i gomiti ai lati della testa di Claudio, i palmi sul pavimento. Gli prende un labbro mordendolo. "Claudio?". Claudio sente l'erezione di Mario prepotente e impossibile da resistere. "Mmh?". Mario intreccia le dita nei suoi capelli, sorride e lo bacia sul collo per poi andare vicino al suo orecchio. Inala il suo odore.
"Grazie per fare l'amore con me".

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Come zingari nel deserto
Fanfiction#1 in Fanficiton - COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI Ciao amici. Lori è sempre con voi. Questa è la storia di Mario e Claudio. Un'altra storia frutto della mia fantasia, niente a che vedere con la loro unica storia reale. Questa è la storia di u...