Claudio si toglie dalla presa di Mario e senza ascoltarlo si dirige alla porta ed inizia a scendere le scale. Non riesce a vivere il momento così tanto, deve seguire dei principi, ciò che secondo lui è giusto. La sua testa prevale sul cuore il più delle volte, almeno fino a quando il suo cuore non si impossessa di lui. Mentre scende le scale non pensa, si allontana semplicemente da quella stanza. Apre il portone e si trova davanti quel ragazzo pulito che è Davide. Si vede dai suoi occhi che non farebbe male ad una mosca. "Ei ciao". Si avvicina a Davide per salutarlo con due baci sulla guancia. Davide nasconde un braccio dietro la schiena. "Buonasera. Stai molto bene vestito così". Gli occhi di Davide scorrono su Claudio che si guarda. Involontariamente ride, "ma se sono sempre vestito uguale". Sia Claudio che Davide rimangono sorpresi dal tono di Claudio. Come se non fosse stato lui a dirlo. "Cioè, grazie, anche tu stai bene". Ride imbarazzato. Con lo sguardo percorre la posizione della spalla di Davide che finisce dietro la sua schiena. "Ti ho portato qualcosa". Claudio alza un sopracciglio. "Per me?". È sinceramente sorpreso. Davide ride, "certo, per chi sennò". Il suo braccio si muove mostrando infine la sua mano con un giglio bianco tutto avvolto in diversi strati di materiali diversi. Carta velina, plastica spessa, un fiocco perfetto. Sembra che il fiore sia morto e sia stato messo in esposizione, però è bello. Claudio non se lo aspettava minimamente ed è anche la prima volta che un ragazzo fa una cosa del genere. Lui non è tipo da gesti eclatanti, non sa bene come comportarsi, sente le parole cadere giù nel buio del suo stomaco. "Ah..per me... grazie...non so che dire...". Il suo linguaggio del corpo urla imbarazzo da ogni dove. Davide sporge di più il fiore. "Non devi dire niente, devi prenderlo". Claudio ride nervoso, "Ah giusto, scusa". Lo prende in mano come se fosse di vetro, pensa a ciò che fanno nei film. Lo avvicina al naso, annusa. Non ha odore. "Buono". Adesso non sa che farci. Davvero devo andare in giro con questa cosa? Si guarda attorno preoccupato. "Forse è meglio se lo metto nell'acqua prima di andare". Davide annuisce, "Buona idea". Claudio fa un passo per girarsi e sente il passo di Davide seguirlo. "Aspetta". E ora? Guarda il fiore, guarda Davide, pensa a Mario. Che cazzo faccio merda. "Non importa che vieni, mi puoi aspettare qui..", la difficoltà è palese sul suo viso. Davide aggrotta la fronte, "Figurati, mi fa piacere dare un'occhiata a casa tua". Claudio annuisce lentamente, "Oh, ok". Si gira con quella cosa pesantissima nella mano e la voglia di piangere. Ma perché si sente così? Con il cuore fermo prende le chiavi di casa e apre il portone tenendolo fermo per Davide ma senza guardarlo. Inizia a salire le scale pensando a tantissime cose ma soprattutto a una. Dove sarà? Sarà sempre in camera mia? Che starà facendo? Cosa dirà? Mario non lo sa gestire e questo, in questo momento, lo terrorizza, oltre al fatto che vorrebbe morire dalla vergogna. Arrivano davanti alla porta, Claudio fa un respiro, apre. Davide dietro di lui. La casa è silenziosa a parte delle voci forti e chiare che provengono dalla cucina. Smetti di fare lo stronzo e parlaci per bene.... Ma io non voglio farlo stare male...fidati che a Claudio piaci eccome... Ogni frase è un pugno nello stomaco di Claudio e un dubbio di Davide. "Cla ma chi c'è di la?". La voce di Davide interrompe la situazione. Le voci si interrompono. "Non lo so... sarà Paolo con qualcuno". Davide sembra poco convinto, sa che anche Claudio ha sentito. Entrano in cucina e ci sono Paolo e Mario seduti su due sedie davanti alla terrazza aperta. Un'atmosfera intima. Gli occhi di Claudio vanno immediatamente su Mario. Lo vede diverso da sempre, serio. Gli occhi di Mario vanno su Claudio e su Davide senza sosta. "Ma che cazzo?". Paolo gli stringe un braccio per bloccarlo. "Ciao ragazzi, siete già tornati?". Claudio guarda Paolo quasi con le lacrime in cerca di aiuto. Paolo capisce, gira il volto verso Davide. "Ciao Davide, come va? Benvenuto nella nostra umile dimora". Claudio non riesce a muoversi e non riesce a togliere gli occhi da quelli pieni di nero di Mario. Il respiro di Mario aumentato. "Ciao Paolo, grazie. In realtà è stata una cosa improvvisa. Siamo saliti per mettere il fiore che ho regalato a Claudio nell'acqua". Il silenzio cala vertiginosamente. Le labbra di Claudio si socchiudono mentre vede un'ombra ricoprire il viso di Mario. Il braccio che tiene il fiore si adagia sul suo fianco senza forze. Anche Paolo non sa che dire. "C'è qualche problema?" . Davide non è idiota, percepisce una strana tensione. Claudio lo guarda. Scuote la testa mentre cerca la voce in fondo alla sua gola. "No, nessun problema. Adesso cerco un vaso". Fa un passo ma il rumore della sedia di Mario che si alza, lo blocca. "Posso vederlo?". Claudio crede di non aver sentito. Mario alza lo sguardo verso di lui. Pece. La sua mano si allunga nella direzione di Claudio. "Claudio? Posso vedere il fiore o è un segreto?". Sorride senza gioia. Claudio guarda la sua mano e glielo passa. "No, nessun segreto, tieni". Mario lo prende senza abbassare lo sguardo, le loro dita si sfiorano e entrambi lo sentono dentro. Mario lo osserva come se dovesse dipingerlo. Davide si sente sotto esame. "Beh ho preso il primo che ho trovato...a quest'ora non è semplice". Mario sorride, "Certo tranquillo. È un bel pensiero. Peccato che..", Claudio sa cosa sta per succedere, "Mario per favore". Mario lo guarda. "Che c'è? Sto dicendo che è un bel pensiero ma io all'uomo che voglio regalerei solo rose rosse". Davide alza le sopracciglia, Claudio chiude gli occhi. "Beh ma la rosa è banale. Volevo qualcosa di diverso", replica Davide. Mario annuisce. Claudio non vuole nemmeno sentire. Paolo si sta godendo la scena. "La rosa è passione, dandola ad un uomo comunichi la voglia di averlo, di stare con lui, di essere pazzo di lui e del suo odore, delle sue labbra rosse, dei suoi occhi". Mentre lo dice Mario guarda volontariamente Claudio che si sta lacerando in milioni di pezzi davanti a tutti. Stringe i pugni. Gli occhi di Mario tornano su Davide. "Però ognuno ha i suoi gusti. C'è chi preferisce una rosa rossa e chi preferisce un giglio bianco inodore". A Paolo esce una risatina. Claudio lo fulmina. Davide guarda storto Mario. "Scusa ma vuoi dirmi qualcosa? Se ti piace tanto regalare rose, trovati qualcuno a cui regalarle". Mario sorride a sfregio appoggiando il fiore sul lavello. "Io non sono il tipo, era solo un consiglio. E poi chi voglio io preferisce i gigli bianchi". Dicendo così passa tra Claudio e Davide, scontrando di proposito la sua spalla con quella di Claudio che ormai ha gli occhi lucidi, e poi esce dalla stanza. Paolo si copre la bocca. Davide inizia a capire qualcosa. Si gira verso Claudio, "Claudio ma che succede? Perché si comporta così?". Paolo guarda Claudio scusandosi per non poterlo salvare, "Io vado di là". Claudio si mette una mano sugli occhi e fa dei passi per la cucina. Sa che deve rispondere ma non riesce a pensare ad altro che a Mario. "Che stronzo che è". Parla da solo. "Che?", la domanda di Davide lo spinge a guardarlo. "Cazzo". Fa un respiro. "Davide scusa". Claudio affronta sempre tutto a testa alta. Davide è confuso, "Scusa?". Claudio lo guarda dritto negli occhi. Incrocia le mani dietro la sua nuca e spinge la testa leggermente indietro. "Si, scusami se non sono stato sincero ma non so nemmeno io come possa essere successo". Nel viso di Davide un pizzico di paura si unisce alla confusione. "Claudio che vuoi dirmi?". Claudio respira forte dal naso e butta fuori. Rimette le braccia lungo i fianchi. "Tu sei un bravo ragazzo, non ti meriti questo. Non è colpa tua, non so nemmeno io perché, in qualsiasi altro momento saremmo potuti stare bene insieme, ma da quando l'ho conosciuto..". Davide apre di più gli occhi, "Ma che stai dicendo?". Claudio ride per disperazione. "Non lo so, giuro. Lo so che sembra assurdo, tu sei stato perfetto e non so nemmeno cosa succederà, ma non ce la faccio a non pensare a lui". Claudio sorride con gli occhi lucidi. L'espressione di Davide diventa dura ma calma. "Con lui intendi il pittore?". Claudio si morde il labbro inferiore e annuisce. "Scusami davvero, non voglio farti stare male, preferisco essere chiaro adesso anche se non so dove mi porterà questo. Non posso uscire con te mentre la mia testa pensa ad altro". Davide mette le mani in tasca. "C'hai fatto qualcosa?". Gli occhi di Claudio si spalancano, odia torvarsi in questa posizione. Sospira, "È inutile mentire. Ieri sera ero con lui". Vede il dolore sul viso di Davide. "Cazzo Claudio fa male. Pensavo fossi diverso". Claudio alza le spalle. "Io sono diverso, non è da me fare una cosa del genere, ma che ti devo dire. Non è nemmeno da me fingere, lui mi provoca sensazioni che non sapevo più di poter provare". Davide alza le mani, "Basta per favore. Ho sentito abbastanza. Lo sai che soffrirai vero? Sei sicuro di volere quel tipo di sensazioni?". Claudio si sente stanco e vero. Lo guarda mentre fa dei passi verso di lui.
"So che non sarà facile ma forse a volte è meglio andare incontro alla paura e seguire l'istinto. Forse solo così si può essere davvero felici. Adesso devo correre, scusa, adesso devo trovarlo".

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Come zingari nel deserto
Fanfiction#1 in Fanficiton - COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI Ciao amici. Lori è sempre con voi. Questa è la storia di Mario e Claudio. Un'altra storia frutto della mia fantasia, niente a che vedere con la loro unica storia reale. Questa è la storia di u...