Buon Ferragosto. Buon caldo ardente che ti brucia dentro. Buona passione. Questo lo dedico a Giusi, sisi proprio lei, mi ha chiesto espressamente un capitolo caldo (per non dire altro) e voi lo dovete sapere.
Ti amo amor!Nove giorni dopo Claudio ha il turno di notte. Sta camminando per il corridoio e controlla che le vari lucine colorate siano funzionanti. Ognuna proietta qualcosa sulla parete. Gli elefanti di Mirco, le barche di Aurora, i cammelli di Filippo, le giraffe, i fiori, le forme, ed infine la luce speciale. Quella di Alice proietta praticamente un'enciclopedia per bambini, racconta storie, attrae gli altri piccoli del corridoio. Claudio si ferma sulla porta e vede passare sulla parete un pirata che cavalca un coccodrillo, sorride. Non sa nemmeno come Mario abbia fatto a creare questa cosa. Ormai non si stupisce più, la creatività di quel ragazzo è vasta come le praterie irlandesi. Mentre è lì che osserva gli arriva un messaggio. Prima di aprirlo guarda l'ora. Le 1.47 del mattino. Mario. Sei sveglio? Claudio ride tra sé e sé. Di solito questo è il senso di fare il turno di notte...tu piuttosto? Invia. Il pirata si è trasformato in un pagliaccio che non fa mínimamente paura. Io sono sempre sveglio quando tu non ci sei. Le labbra di Claudio si distendono in un sorriso. Le sue gambe si incrociano appena di più. Ma devi dormire sennò quando torno non hai le forze. Si morde leggermente il labbro inferiore. Ho sempre la forza di scoparti. Se tu fossi qui ti farei vedere quanta forza ho... Le labbra di Claudio si inumidiscono con un sottile passaggio della sua lingua. Si toglie dalla stanza, si appoggia alla parete esteriore e scivola giù fino a sedersi per terra. Il fondoschiena scivola più in avanti e la schiena si piega appena, piega le ginocchia per appoggiarci la sue braccia e tenere il telefono tra le sue mani grandi. Involontariamente copre la zona che adesso sente sensibile e vulnerabile. Sei cattivo a dirmi così...lo sai che verrei di corsa da te. Il suo battito accelera della corsa che farebbe. L'elastico dei pantaloni sfrega lievemente sull'ultimo addominale, si tocca per spostarlo più in giù. Cattivo? Non sai come potrei essere cattivo con te in questo momento. Un piede di Claudio scivola lungo il pavimento con un movimento lento ma costante. La gamba è distesa. Appoggia la testa al muro. La bocca di Mario che sorride nei suoi occhi. Quanto cattivo? Sta scrivendo. I battiti accelerano di un'attesa. Il suo respiro diventa più caldo. Le mani di Mario negli occhi. Cattivo come piace a te. Non inganni nessuno con quella faccia da angelo che ti ritrovi. Scommetto che ti stai eccitando in questo momento esatto. La gamba di Claudio si piega un'altra volta e si avvicina all'altra più di prima, le stringe. Mario.. Si alza spingendosi sulla schiena. Mentre cammina guarda il cellulare. Claudio.. Claudio apre la porta ed entra nello spogliatoio degli infermieri, vuoto, lo attraversa, si stende di schiena su una panca. Sospira. O meglio, prende aria. È inutile, sente il suo profumo. Sei davvero cattivo. Giochi con la mia debolezza. Lo vede lì nel loro letto, mezzo nudo come sempre. E quale sarebbe la tua debolezza?. Ti prego non fare l'ingenuo che mi viene voglia di licenziarmi per fare di te il mio lavoro. Sei tu. I denti di Mario che affondano nelle labbra dentro i suoi occhi.
Claudio puoi fare una cosa per me?. La vena del collo di Claudio si gonfia. Scorre sangue caldo. Cosa? Deglutisce.
Mi devi dire come mi devo toccare, perché io non lo so fare. So solo che quando penso a te sento una cosa dura in mezzo alle mie gambe, come adesso. Gli occhi di Claudio si socchiudono. La voce di Mario che gli sussurra nell'orecchio, vicina. Inarca di un soffio la schiena. Il ginocchio sinistro si piega verso il destro per chiudere la strada verso l'universo.
Mario cazzo ti prego non posso. Mi stai facendo impazzire.
Il battito scende di qualche centimetro. È nello stomaco. I ciuffi si appiccicano appena sulla sua fronte.
Sono io che impazzisco senza di te stanotte. Mi sto sfilando i boxer perché non ce la faccio più. Però la tua maglietta me la lascio. Il tuo odore mi sta insegnando cosa fare, dice di mettere la mano più in basso e pensare a quando sei sotto la doccia e l'acqua ti scivola addosso. Pensare a quanto cazzo sei bello. Claudio sente un brivido attraversargli la spina dorsale fino a stringere le sue natiche. Il suo bacino si sporge in avanti. La sua mano si infila dentro i capelli. Il cellulare appoggiato sul basso addome. Chiude gli occhi. L'immagine di Mario nudo con la sua maglietta che si tocca gli sta togliendo la voglia di vivere. Può vedere la sigaretta dietro al suo orecchio, i ciuffi neri che gli marcano le espressioni di godimento, quella mano che dio solo sa come la sa muovere che va in su e in giù. Lo vede benissimo quello che di solito fa su di lui e lo sente in questo momento. La perfezione di quella presa, la forza delicata di quei polsi, quel ritmo che sembra una musica tribale. Claudio sente la sua mano tremare. Si sta perdendo. Una piccola vibrazione del cellulare. Mette a fuoco.
Lasciati andare amore. La mia mano sta entrando adesso nei tuoi pantaloni, sta afferrando la sua cosa preferita. La senti?
La bocca di Claudio si socchiude. Non può resistere. Non potrà mai resistere a Mario, alla sua sensualità. Il suo braccio si muove ma è strumento di un altro musicista. È mosso dalla totale dipendenza dal mettersi nelle sue mani, dall'essere un suo dipinto, dal volergli donare la vita. Le sue dita si fanno strada sotto quell'elastico che stringe. Sento tutto Mario. Ti sento ovunque. Ti sento dove dovresti essere e dove sono solo per te.
La musica parte. Il calore corporeo aumenta in maniera percettibile. Le papille gustative si aprono e succhiano tutta la saliva.
Stringi amore. Le mie dita ti stanno stringendo quanto basta per farti confondere le idee. Ti vedo e sei bellissimo.
Claudio soffoca un gemito venuto dal profondo di quegli occhi neri che lo stanno osservando, che lo guidano.
La musica cresce.
Mario aspettami. Insieme.
Le vene nell'interno coscia di Claudio vibrano come corde fino ad accomulare energia al centro. Sta sentendo i morsi di Mario, lo sta mordendo lui.
Io non ti resisto per molto. Pensarti lì così è troppo. Sentimi. Sto cercando di entrare. Voglio entrare.
Cazzo Mario cazzo. Claudio sente le pulsazioni dilagarsi tra le sue gambe e spargersi dietro. Vuole piangere perché lo sente come se fosse lì pronto ad amarlo. Stringe ancora di più perché sente il suo richiamo, lo sente fortissimo. Non può più scrivere, vuole solo continuare a fare l'amore con lui. Vede solo la frase che lo manda in estasi.
Sono dentro di te e per questo sono dove volevo. Adesso.
Lascia cadere il cellulare e con l'immagine di Mario appoggiato alla sua moto con gli occhiali da sole che lo tira per dirgli che lo ama più dei quadri di Klimt, Claudio arriva in una vasca piena di oro denso che si trasforma nel loro letto, tra le braccia che sente strette attorno al suo petto.Calma il respiro, riapre gli occhi. Va veloce in bagno e torna a sedersi. Prende il cellulare. Chiama.
"Cla". La voce di Mario è roca. "Tu non sei normale". Sente ridere. "Ti è piaciuto?". Claudio sorride. "Si ma questa me la paghi. Che stronzo che sei". Ride ancora. "Prometti di punirmi come si deve?". Claudio scuote la testa ridendo. "Rinizi?". "Ne sarei capace". Claudio si alza e si sistema. "Adesso devo tornare a lavorare. Pensami tutto solo in quel letto". Apre la porta."Claudio. Quando torni ti scopo per bene. Buonanotte". Riattacca.

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Come zingari nel deserto
Fanfiction#1 in Fanficiton - COPYRIGHT TUTTI I DIRITTI RISERVATI Ciao amici. Lori è sempre con voi. Questa è la storia di Mario e Claudio. Un'altra storia frutto della mia fantasia, niente a che vedere con la loro unica storia reale. Questa è la storia di u...