Chapter 4 - Lost girl.

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Lo vidi addentrarsi nell'oscurità di quella che sembrava essere una giungla, sparendo infine tra gli alberi.

Pericolosamente tremolante mi sedetti sul terriccio, quasi cadendovi sopra. Mi portai la testa tra le mani, lasciando che lo sguardo cadesse sui piedi ancora scalzi. Non potevo nasconderlo: avevo avuto paura. Credevo che mi avrebbe torturata o, peggio, che avrebbe ordinato a Felix di far del male a Roland soltanto perché lo stavo affrontando senza alcun timore né rispetto.

Il mio corpo smise finalmente di tremare, potetti quindi mettermi un po' più comoda e rilassare la schiena contro il tronco di un albero. Lasciai che i miei pensieri mi inghiottissero in un sol boccone, ignorando i bimbi sperduti che sedevano a pochi passi da me. Fu proprio uno di loro, in seguito, ad attirare la mia attenzione.

"Sei la nostra mamma, adesso?" mi chiese in un filo di voce, stringendosi nel lungo ed apparentemente caldo mantello. Alzai il capo soltanto per guardarlo, rivolgendogli un sorriso rassicurante "Tu hai già una mamma e ti prometto che la ritroverai" "Non credo sia ancora viva" sussurrò, spostando lo sguardo sui propri piedi. Assunsi un cipiglio perplesso, avvicinando le ginocchia al petto nell'attesa di una spiegazione. "Vivo qui da settant'anni" avvertii il tremolio nella sua voce, ma quest'ultimo passò in secondo piano nell'istante in cui realizzai ciò che aveva appena detto. Come può vivere qui da così tanto tempo ed avere le sembianze di un bambino?
Magia  ...  magia oscura.

Mio padre mi aveva insegnato che la magia aveva sempre un prezzo  ...  un prezzo che non valeva la pena pagare.

Mi avvicinai a lui quando notai il suo sguardo perso nel vuoto, spento, triste, posando una mano sui suoi capelli scuri che cominciai a carezzare. "Qui non c'è niente di interessante" sbuffò uno dei più grandi prima di alzarsi e lasciare il ritrovo, seguito da quelli che avevo riconosciuto come coloro che appartenevano alla banda di Felix. Con me, rimasero solamente i più piccoli. "Anche i miei genitori sono morti" sussurrò con tono di voce flebile un altro bambino sul quale, poco dopo, posai lo sguardo "Provarono ad affrontare l'Ombra, così lei li uccise entrambi" le lacrime, inevitabilmente, solcarono il suo visino sporco e paffutello. Senza esitazioni avvolsi il suo corpo tra le mie braccia, stringendolo forte contro il mio petto.

Qualcuno sbadigliò, contagiando anche gli altri. Non avevo idea di che ore fossero, ma il cielo era dipinto di un intenso blu notte. Doveva essere molto tardi e quei bambini erano ancora svegli. Mi sedetti tra loro, consentendogli di coricarsi nel calore di un abbraccio e, consecutivamente, l'uno addosso all'altro. Carezzai i capelli dei bimbi che si trovavano ai miei lati, delicatamente, riducendo la voce ad un suono docile e materno.

" Festa e balli, fantasia..
è il ricordo di sempre.
Ed un canto vola via, quando viene Dicembre.
Sembra come un attimo, dei cavalli s'impennano.
Torna quella melodia, che il vento portò via.
Sembra come un attimo, dei cavalli s'impennano.
Sento quella melodia, nella memoria mia.
Forse un giorno tornerò, il mio cuore lo sente.
Ed allora capirò il ricordo di sempre".

Quand'ero bambina, mia madre mi raccontò la storia di una giovane Granduchessa che si era perduta durante la fuga dal castello, sopra il quale incombeva la minaccia di un potente stregone che voleva porre fine alla dinastia dei Romanov: Rasputin. Si narrava che l'avessero cercata per anni e che molte donne, nel frattempo, le avessero rubato l'identità per appropriarsi del denaro appartenente alla famiglia reale. Anastasia perse i propri ricordi durante la fuga che la separò da sua nonna, al seguito di una caduta, risultando agli occhi di tutti un'orfana qualunque. Ma fu il destino, insieme all'aiuto del giovane Dimitri, a far ricongiungere nonna e nipote; il Regno fu salvo.

He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||Where stories live. Discover now