Chapter 24 - This is my game.

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Erano trascorse ormai diverse ore da quando i ragazzi, quelli che non aveva ucciso dinanzi ai miei occhi, erano stati spediti in parti differenti dell'isola. Gran parte degli sperduti, invece, aveva perso la vita nell'arco di pochi minuti: Mason era stato servito come cena alle sirene, i corpi di Brett e Donovan erano stati arsi vivi sulle pietre ardenti e Gregor ─ avevo visto l'ombra di Peter Pan... squartare il suo corpo con estrema naturalezza; quella sera, il Re dell'isola non si era risparmiato nulla. Ma fui almeno sollevata dalla consapevolezza che a Jeremy fosse stata concessa clemenza ─ sì, al momento era legato ad un palo, al gelo, come una bestia... ma era vivo; il suo cuore non aveva cessato di battere e avrei avuto ancora la possibilità di perdermi nei suoi incantevoli occhi.

Non ero in grado di addormentarmi al pensiero dei ragazzi che, nel buio pesto della Giungla Oscura, lottavano contro la morte ─ tuttavia, erano spaventosamente alte le probabilità ch'essi l'avessero già incontrata. Inoltre, non riuscivo a capire come mi facesse sentire la presunta morte di Felix, il bastardo che, da quando avevo messo piede sull'isola, si era divertito a torturarmi in ogni modo possibile; una parte di me avrebbe sorriso alla vista del suo corpo reso irriconoscibile dai lupi, l'altra, invece, sperava soltanto di vederlo fare ritorno. La verità, era che non volevo che le mani di Peter si macchiassero di altro sangue innocente; perché sì... s'egli non fosse mai entrato a far parte delle loro storie, nessuno di quei ragazzi sarebbe diventato violento o, addirittura, omicida. Per quanta cattiveria e oscurità avesse portato nelle loro anime, non c'era bisogno che anche le loro vite gravassero sulle sue spalle. Potevo ─ io dovevo farlo cambiare.
Ma la verità... è che si salva soltanto chi vuol essere salvato.

"Non dirmi che stai piangendo" la sua voce, senza alcun preavviso, risuonò all'interno della mia tenda, portando il mio corpo a sistemarsi in posizione seduta in un effimero batter di ciglia. In seguito chinai il capo, spostando lo sguardo sui miei piedi nudi. Ero vicina alle lacrime, io ─ una Hood.

"Non pensavo fossi così debole, cominciavo a ricredermi" proseguì, quasi come fosse realmente interessato al mio stato d'animo. Strinsi il tessuto del lenzuolo sottile tra le dita, catturando tra i denti il labbro inferiore sul quale applicai forza, costringendomi successivamente a guardarlo "Io non sono debole" pronunciai a denti stretti serrando poi la mascella; non sei stata convincente neanche per te stessa, figuriamoci quanto ridicola apparirai ai suoi occhi.
Quest'ultimo mi si avvicinò a passo lento, fermandosi poco lontano da me "A quest'ora dovresti già danzare nei tuoi sogni, allora" "Credo semplicemente che non fosse necessario tutto quel sangue, nient'altro" dissi non appena smise di parlare, lasciando frettolosamente il letto per potermi ritrovare alla sua altezza. Egli non parve aver previsto quel gesto, diversamente dalle volte precedenti, curvò quindi le sopracciglia sollevando l'angolo delle labbra in un ghigno divertito. "Non hanno fatto nulla per impedire che quell'essere disgustoso ti facesse del male e, per aggiungere la ciliegina, hanno accolto Jeremy come fosse un re, ma è soltanto un patetico ragazzino che non sapeva in quali guai si stesse cacciando. Se lo meritavano" aggiunse in propria difesa, attorniato da un'aria premurosa che non credetti di aver mai visto prima.

Il mio sguardo era fisso nei suoi occhi nell'intento di capire se fosse tutta una farsa, se fingesse soltanto di volermi proteggere o se, invece, fosse sincero. Prima che potessi anche solo batter ciglio, il suo capo si inclinò verso sinistra ed un sospiro lasciò le sue morbide labbra. "Non voglio che tu sia ancora oggetto del loro divertimento, dovessi uccidere fino all'ultimo sperduto" seguì, allungando una mano verso il mio viso ma, con uno scatto repentino, ne impedii i movimenti "A quale gioco stai giocando, mh? ─ Mi hai trattata come fossi una schiava, hai lasciato che i tuoi cagnolini ridessero di me, mi hai pugnalata più volte e tu stesso mi hai minacciata mentre stringevi le dita intorno al bottone dei pantaloni! Quindi, Peter Pan, a-quale-gioco-stai-giocando?" gli chiesi, avvertendo la rabbia scuotermi con violenza. Era ridicolo ─ tutto ciò che diceva, suonava totalmente ridicolo. Avrei voluto crederci, avrei davvero voluto che mi dimostrasse, magari senza dover necessariamente uccidere qualcuno, quanto fosse smodata la sua voglia di proteggermi. Ma tutto ciò da cui ci si doveva proteggere sull'isola, era colui che, in quel momento, tendeva una mano per carezzarmi il viso. "A quale gioco credi stia giocando, Derya? Ho appena ucciso alcuni dei miei sperduti ─ per te! Credi che uccidere le persone che mi appoggiano da prima ancora che tu nascessi mi diverta? Se avessi potuto evitarlo, se non mi mandasse in bestia guardare mentre ti distruggono, allora non credi che adesso non saremmo neanche qui a parlarne?" quasi gridò, all'apparenza deluso, furibondo; io, che ero oramai priva di parole, indietreggiai.

He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||Where stories live. Discover now