Chapter 10 - Are you afraid of me?

4.8K 182 128
                                    

"Ehi, riesci a sentirmi?" una voce maschile, dal suono docile, risuonava in lontananza. Sono morta? Sì, sono sicuramente morta!
"Puoi farcela! Svegliati!" l'agitazione nel suo tono era palpabile. Sentii una mano carezzare con premura il mio viso, avrei potuto sciogliermi sotto quel delicato tocco. Avevo quasi dimenticato cosa fosse la dolcezza ─ e l'avrei rimossa completamente, se quel ragazzo non fosse stato lì. "Andiamo..." sussurrò, senza smettere di carezzarmi la pelle. Apri gli occhi, Derya! Qualcuno, qui sull'isola, non vuole che tu muoia.
Lentamente, presi a battere le palpebre; dovetti farlo più volte, affinché potessi mettere a fuoco il luogo in cui mi trovavo.

Era una vera e propria camera, quella, spaziosa ed accogliente; il letto era grande e comodo e le sue lenzuola avevano il profumo di un campo di rose. Quella, doveva appartenere a Peter Pan. Spaventata, spostai immediatamente lo sguardo sul ragazzo che ancora mi sedeva accanto. Sospirai sollevata, quando mi resi conto che non si trattava di colui che mi aveva ripetutamente pugnalata.

Capelli scuri e adorabilmente disordinati, occhi color nocciola, naso all'insù, pelle nivea e labbra rosse a forma di cuore; lo avevo già visto al ritrovo, ma non faceva parte della banda di Felix. D'altronde, come avrebbe potuto? Lui non era come loro, lo percepivo. Tuttavia se l'isola mi aveva insegnato qualcosa, era che non potevo riporre fiducia in nessuno.

Mi ritrassi al suo tocco, provando poi a mettermi seduta ma senza ottenere alcun risultato ─ le ferite ancora dolevano. Distorsi le labbra in una smorfia, portando una mano sulla ferita accuratamente coperta da una fasciatura. "Ehi, ehi! Non devi muoverti così velocemente ─ anzi, non devi muoverti affatto!" mi informò preoccupato, aiutandomi per assicurarsi che tornassi ad assumere una posizione comoda. "Chi sei?" gli chiesi munita di un cipiglio perplesso, tossendo a causa della gola secca. Egli mi rivolse un lieve sorriso, recuperando una brocca d'acqua che mi pose subito dopo; "Jeremy" rispose "Bevi questa, ti farà stare meglio" allungai le mani per afferrare l'oggetto, ma il ragazzo si apprestò ad avvicinarlo alle mie labbra affinché non compissi sforzi. Bevvi qualche sorso, allontanando poi la sua mano con gentilezza. "Ti ringrazio" sussurrai a fatica, sforzando un sorriso riconoscente "Non ringraziarmi. E ─ devi riposare, hai sofferto abbastanza per oggi" quella nota di tristezza nella sua voce sembrava voler strapparmi le lacrime dagli occhi, ma lottai per impedir loro di fuoriuscire. Scossi il capo, intenta a fargli capire che non avevo alcuna voglia di dormire.

Quel ragazzo sembrava non appartenere all'Isola che non c'è. Era diverso da tutti gli altri. La risata che gli lasciò le labbra parve alleviare ogni dolore e sorrisi quando lo vidi arricciare in modo buffo il naso; "Allora è vero quel che si dice sul tuo conto: sei una gran testa dura!" esclamò scherno. Fingendomi contrariata, corrucciai la fronte. "Ma fossi in te, proverei ad esserlo un po' meno" la sua espressione, come il tono di voce, mutò improvvisamente. Divenne serio, forse afflitto. "Pan non è molto ragionevole, non mostra pietà per coloro che infrangono le sue regole. Hai tirato troppo la corda e sono sorpreso che tu sia ancora viva" sospirò profondamente, calando lo sguardo sulle proprie mani "Sono stato svegliato dalle tue grida, questa mattina. Mi sono sentito ─ impotente. Percepivo la tua sofferenza, il tuo straziante dolore ─ ma non potevo venir fuori per salvarti. Nessuno di noi poteva. Tutto questo, mi fa sentire un vero schifo" sussurrò, giocando nervosamente con le proprie dita. Giurai di aver sentito un singhiozzo.

Le sue parole furono come un'ulteriore pugnalata e, ben presto, le lacrime mi bagnarono le guance. Allungai una mano nella direzione del suo viso che, delicatamente, cominciai a carezzare; "Va tutto bene" sussurrai, incurvando l'estremità delle labbra nell'accenno di un sorriso. Sapevo che nessuno aveva voce in capitolo, che nessuno avrebbe potuto cambiare la situazione. Chiunque sarebbe morto, nel tentativo di salvarmi... e la mia vita non era di certo più importante della loro. Ciò che non sapevo però, fino a qualche minuto prima, era che qualcuno avrebbe voluto lottare per me; che qualcuno, consapevole di non poter fare assolutamente nulla, si logorava nel tormento.

He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||Where stories live. Discover now