Chapter 36 - Love makes you weak.

3.4K 135 35
                                    

"Tu dovresti essere morta" sibilò il pirata una volta liberatosi dalla mano che premeva sulle sue labbra; egli teneva lo sguardo fisso sul mio viso, incredulo, come se avesse appena visto un fantasma. "Morta? Mi odi così tanto?" replicai, corrugando la fronte in un'espressione perplessa ed incrociando le braccia al petto "No! ─ L'ultima volta che ti ho vista, era poco prima che diventassi cibo per sirene" si affrettò a rispondere, calando maggiormente il tono di voce con il timore che qualcuno potesse scoprirci. Avevo quasi dimenticato l'episodio delle sirene; non avrei mai potuto rimuovere, invece, ciò che avvenne pochi istanti dopo. Chiusi gli occhi, investita in pieno da quel terribile ricordo, lottando per impedire alle emozioni di trapelare. Quando li riaprii, incontrai lo sguardo dubbioso di Nathan che, evidentemente, avrebbe voluto pormi altre domande. "Beh, che dire? Ho avuto fortuna!" chiusi l'argomento con una semplice risposta, munita di un entusiasmo palesemente fasullo, saltando giù dal letto in un balzo. Il pirata si sedette, passando in rassegna lo sguardo sul mio corpo e, resosi conto delle numerose ferite che ne laceravano la pelle, sgranò le palpebre, scattando poi in piedi. "Cos'è successo?" mi chiese, notevolmente preoccupato; l'episodio accaduto soltanto poche ore prima, non era affatto importante ─ non vi era molto tempo, prima che Peter Pan scoprisse dove fossi. "Ti stai davvero preoccupando della persona che ha quasi ucciso tuo fratello?" con leggerezza, decisi di cambiare discorso "Non l'hai ucciso e, tra parentesi, Killian meritava una bella lezione. Gongolarsi in quel modo, trattare due donne come fossero semplici sgualdrine, non fa di lui un buon Capitano" "Fa quel che va fatto e, a volte, le scelte giuste non sono quelle che vorremmo prendere" "Ottima frase, sì ─ cosa ti è capitato?" ripete', battendo nervosamente il piede sul pavimento. Piroettai lo sguardo al soffitto seccata dalla sua insistenza, consapevole che, se non avessi risposto alla sua domanda, non avremmo mai lasciato quel dannato vascello. "Mi sono ribellata e sono stata punita. Fine. Andiamo!" risposi distrattamente, incamminandomi verso l'uscita. Nathan mi afferrò il braccio, prestando attenzione a non toccare le ferite, costringendomi a fare retromarcia. "Peter Pan ha fatto questo?" sussurrò sconcertato ─ Come se non fosse capace di una cosa simile! ─ "La notizia ti sorprende? Sul serio?" storsi le labbra in una smorfia, liberando con facilità il braccio dalla sua presa. Quest'ultimo non rispose, era indubbiamente turbato da ciò che stava guardando. "Terra chiama Nathan Jones!" proferii a mo' di beffa, schioccando ripetutamente le dita a pochi centimetri dal suo viso "Dobbiamo andare!" aggiunsi, inarcando un sopracciglio nell'attesa che si riprendesse dallo shock "Non andiamo da nessuna parte, Derya ─ non se prima non mi lascerai disinfettare quelle ferite" era fermo, estremamente serio, mentre pronunciava tali parole; qualcosa mi disse che non avrebbe accantonato la faccenda. "Non sono un problema, Nathan. Sai chi è il problema? ─ Peter Pan. Senza la magia di Trilly, che necessita tempo per recuperare le proprie energie, siamo fottutamente esposti" risposi con una nota traditrice nella voce, turbata riguardo ciò che sarebbe potuto accadere se non avessimo lasciato immediatamente la Jolly Roger. Lo sguardo di Nathan vagò per un attimo sulla boccetta, dentro la quale era rinchiusa la fata, posata sul tavolino in legno insieme ad altre scartoffie, dopodiché, voltandosi, sbuffò una risata. La sua reazione inadeguata mi lasciò perplessa ─ per quale motivo dovresti ridere in una situazione delicata come questa?
Schiusi le labbra, pronta a mortificarlo con ogni mezzo possibile, quando mi fermò; "Qui non può trovarci" mi informò, ridacchiando sommessamente. Se avessi potuto, se non fosse stato la mia unica possibilità di fare ritorno all'isola, lo avrei preso volentieri a pugni; la sua risata cominciò a diventare fastidiosa e, ancor di più, lo erano le sue menzogne. "Ah, davvero? Oh, quasi dimenticavo, che stupida! La Jolly Roger è protetta da un incantesimo di Mago Merlino, giusto?" proferii ironica, notevolmente irritata, trattenendomi dal colpirlo in pieno viso. La mia reazione, però, non fece altro che divertirlo ulteriormente. "Mi spieghi cos'hai da ridere?" aggiunsi a denti stretti, chiudendo le mani in due pugni "Oh, tesoro, questa non è l'Isola che non c'è!".

He'll destroy your light, till last drop. { Peter Pan } || Part 1 ||Where stories live. Discover now