VIII

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Zafiraa entrò in camera del principe Mehmed senza bussare. Il ragazzo era seduto davanti al fuoco e leggeva un libro rilegato dalla copertina rossa. I capelli chiari sembravano aver assunto il colore del fuoco e la pelle pallida si era leggermente arrossata. Avvicinò una delle sedie e gli sedette di fronte, osservandolo mentre leggeva.
Lo facevano spesso; restavano seduti l'uno vicina all'altra mentre uno leggeva e l'altra lo osservava, persa nei suoi pensieri. Non aveva mai fatto una cosa simile con suo fratello Alexandros, con lui usava le armi per sfogarsi.
Era strano, pensò Zafiraa, avevano legato subito, dal primo giorno in cui si erano incontrati per la prima volta. Fra di loro c'era una connessione particolare, non romantica, ma di un tipo più profondo. Quando gli era così vicino e stavano in silenzio, sentiva qualcosa all'altezza del cuore, nelle vene, lì dove era nascosta la sua anima, che cercava di dirle qualcosa.
Non riusciva a capire che cosa, non sapeva se qualcuno glielo avrebbe mai detto, ma quel tipo di connessione non l'aveva mai avuto con nessuno dei suoi conoscenti o famigliari. E stranamente, non la spaventava.
Lo osservò, mentre richiudeva il libro e la guardava con i suoi grandi occhi chiari e un sorriso gentile sulle labbra.
Non somigliava ad Hurrem, tranne quando corrucciava le sopracciglia quando era infastidito da qualcosa. E per quanto ne sapeva e si diceva in giro, Mustafà era la copia sputata del sultano, quindi Zafiraa non credeva che somigliasse neanche a suo padre.
-Che cosa c'è, Zafiraa? Mi stai fissando e sai che mi fai paura quando lo fai. -
-Stavo solo pensando, Mehmed. - Zafiraa scrollò le spalle e una ciocca di lunghi capelli bianchi, le cadde davanti l'occhio.
Quanto li odiava! Ripensando a quello che era accaduto qualche giorno prima, avvampò all'improvviso, aggrottando le sopracciglia. Mehmed sorrise sotto i baffi, facendo luccicare gli occhi.
Stava molto meglio e aveva messo su del peso da quando Zafiraa gli faceva visita ogni giorno e lo portava in giardino a prendere un po' d'aria. In realtà erano l'uno la medicina dell'altra.
-A qualcuno in particolare? - Mehmed fece un sorrisetto malizioso, sapendo che sfottendo la ragazza su quell'argomento, avrebbe suscitato una reazione che raggiungeva i più alti livelli di isterismo.
-Ma che cosa dici! Sei impazzito?! Sai benissimo che a me questo tipo di cose non interessa. - La voce di Zafiraa aveva raggiunto livelli talmente alti che la potevano sentire in tutto il castello.
Mehmed cominciò a ridere e quando lo faceva, le migliorava la giornata. Infatti la ragazza nascose un sorrisetto soddisfatto sotto la facciata da dura e arrabbiata.
-Allora, quale dei tanti uomini che hai letteralmente schiavizzato con il tuo charme, si tratta? - Il principe sollevò un sopracciglio, interessato. Adesso era serio.
-Io non ho schiavizzato nessuno. - Borbottò Zafiraa, colpevole. Forse era vero. Ma lo aveva fatto per vivere al meglio in quella situazione di merda. Si era fatta qualche amico importante tra le guardie, tra i servi e tra le cucine, per avere l'opportunità di poter uscire ed entrare liberamente a cavallo, poter entrare ed uscire dalla camera di Mehmed liberamente e avere qualche porzione di cibo in più per lei e suo fratello.
-Certo e io non sono uno storpio! -
-Mehmed! -
-Sì, è il mio nome. E il tuo deve essere Zafiraa. Ma cambiando argomento con me, non funziona! -
-Io ti odio, lo sai? -
-Certo, che no. - Mehmed fece un grande sorriso e luminoso.
-Ah, basta, me ne vado! Ho del lavoro da fare, al contrario tuo, principino. - Zafiraa si alzò e lo baciò sulla guancia, prima di andarsene.
-Scappa da uno storpio, mi raccomando. Allah si vendicherà della tua anima. -
-Sì, ci vedremo nel jahannam*, allora! -

Bayezid comparve all'improvviso quando lei svoltò l'angolo. Zafiraa, talmente persa nei suoi pensieri, non si accorse della sua presenza e andò a sbattergli contro. Le mani del ragazzo le cinsero la vita, stringendola in modo inappropriato, mentre un sorrisetto malizioso gli dipingeva il bel viso.
-Ti stavo cercando, mia bella. -
-Sono stata occupata, mio principe. Non potevo venire a trovarvi. - Zafiraa borbottò qualche frase sconnessa, mentre cercava di allontanarlo. Odiava quando la toccavano senza il suo permesso, era qualcosa che non riusciva a concepire. Ma il principino se lo doveva tenere buono per la sua stessa vita. Sembrava essere il favorito di Hurrem, per quanto una madre ne possa avere...
-Abbiamo un'uscita in sospeso, ricordi? Da quanto non esci da questo maledetto palazzo? Starai diventando pazza. -
-Non ne avete idea quanto. - Zafiraa sorrise. - Ma Mustafà, cioè il mio padrone, non mi consente di uscire senza la sua presenza. -
Bayezid arricciò le labbra e annuì, dandole ragione. - Già, mio fratello sa proprio essere uno stronzo. -
-Temo che non si possa fare nulla, mio principe. -
-Mai dire mai, se mettessi in mezzo mia madre, forse ti lascerebbe tutta per me. -
-Merda... - Zafiraa digrignò i denti, sperando che qualcuno la salvasse in quel momento. Ma ovviamente, quando c'era bisogno di Mustafà lui non c'era mai. Stupido idiota.
-Come, prego? -
-Meraviglioso, ho detto. Cosa avete capito? -
Bayezid scosse il capo, sorridendo. Le afferrò il viso tra le mani e si chinò su di lei, baciandole leggermente le labbra. Zafiraa trattenne i conati di vomito e forzò un sorriso.
-Allora ci vediamo dopo, mia bella. - Bayezid la lasciò andare finalmente e lei poté scappare il più lontano possibile. Che schifo di situazione!



Rinnegati: Neve e FuocoWhere stories live. Discover now