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<<Hai preso tutto?>> mi domanda mia mamma guardandosi intorno, intenta a chiudere la porta di casa.

<<Si, è tutto nel borsone>> rispondo sistemandolo meglio sulla mia spalla destra, per poi dirigermi verso la macchina insieme al resto della famiglia.

Il gran giorno è arrivato, oggi ci sarà la prima partita del campionato femminile di football.

Per tutta la settimana non ho fatto altro che andare a scuola, scontare la punizione e allenarmi il più che potevo.

Non ho avuto un attimo per pensare a nient'altro.

Niente tempo libero, niente lettura, compiti fatti a caso e stanchezza all'apice.

Ho dovuto anche sopportarmi Ben, per tutta la settimana.

Ora lui mi accompagna a scuola tutte le mattine a causa delle nostre madri che hanno praticamente deciso tutto al posto nostro, e la cosa non mi piace per niente.

Adesso le nostre famiglie sono davvero unite, i nostri genitori sembrano amici di vecchia data, e la cosa è preoccupante, molto direi.

<<Sei tesa?>> azzarda a chiedere mio fratello, mentre prendiamo posto in macchina tutti quanti.

Se sono tesa? Si, e tanto.

Pensare di avere gli occhi di tutta la scuola puntati addosso, compresi quelli della mia famiglia, mi fa salire la paura, non tanto quella di perdere, di quello me ne infischio ma quella di deluderli.

E quella è l'ultima cosa che vorrei fare al mondo.

Darò tutta me stessa, per provare a tutti che non sono debole, che la mia corazza è indistruttibile e che nessuno mi farà soffrire ancora.

<<Tutto ok, fratello>> lo rassicuro poggiando la testa sul finestrino, cominciando ad ammirare il paesaggio che man mano svanisce veloce dietro di noi.

Durante il viaggio tutti mi riservano sguardi orgogliosi, e tutto sembra tranquillo fin quando Jayden non comincia a fare un video da postare non so dove.

Mentre guardo me riflessa sullo schermo riesco solo a pensare che è tutto sbagliato.

Me, la divisa che indosso, Boston, il passato, la mia vita, tutto.

Mentre continua a riprendermi e ad incitarmi, facendomi salire il nervoso, sorrido, mi sistemo sul sedile e gli dico chiaro e tondo

<<Eliminalo o eliminerò te>>.

Lui deglutisce faticosamente e toglie il telefono, sotto lo sguardo divertito di papà.

Torno ai miei pensieri fino a quando non vedo una folla di persone con i colori della squadra addosso entrare nello stadio.

È arrivato il momento.

Tensione, adrenalina, un mix di emozioni mi pompano nelle vene, e la voglia di mandare tutto al diavolo e tornare a casa è talmente alta che stringo forte il sedile sotto di me.

Dopo aver parcheggiato e spento il motore, entrambi i miei genitori si voltano verso di me e mio padre prende parola

<<Tesoro so come ti senti>> fa una piccola pausa e io continuo a guardare fuori facendo l'indifferente

<<È solo una stupida partita, non prenderla a cuore sei qui per divertiti. Io ti conosco, se tu devi fare una cosa la fai con massima serietà e con tutta te stessa, ed è uno dei tuoi pregi più belli>>

Abbasso la testa

<< Ehi, qualsiasi cosa accada, ricorda che noi saremo sempre e per sempre orgogliosi di te>> conclude e io mi giro a guardarlo negli occhi.

Scusa,ma ti amo!Where stories live. Discover now