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Mi stacco dall'abbraccio e guardo meglio.

Lei, dopo essersi accorta che l'ho beccata, per l'imbarazzo fa cadere il telefono a terra e inizia a salutare innocentemente.

Ben, che nel frattempo scrutava la mia espressione confuso, si gira verso Carly e alza le braccia a mezz'aria.

<<Mamma!>> urla furioso sbattendo le mani sui fianchi <<Contieniti ti prego!>> si porta pollice e indice sugli occhi e li strofina su di essi chiaramente imbarazzato.

Lei corre in casa strattonando sbadatamente la tenda e rischiando di inciampare.

<<Forse è meglio che vada>> borbotto, iniziando a camminare verso il cancello a passo lento.

Sfioro la maniglia fredda di ferro e lo apro con fatica, a causa della rigidità.

<<No>> la sua voce mi ferma, e come un richiamo armonioso, mi fa alzare subito la testa.

Mi giro verso di lui e lo guardo dritto negli occhi, in quelle gemme che attirano come vortici.

<<Jackson->> inizia col dire, ma poi si interrompe da solo come se assorto da mille pensieri che gli tempestano la mente come una pioggia di meteore.

<<Ci si vede>> dice infine, e si avvia incerto verso la porta di casa sua.

<<Che problemi hai?>> gli urlo alle spalle.

<<Prima mi impedisci di andarmene e poi sei tu a farlo?>> domando furiosa, ha una tale confusione dentro che nemmeno lui sa cosa fare, mentre dice una cosa ne pensa un'altra e viceversa, ha qualcosa che lo tormenta e per qualche ragione sta mandando dei segnali a me per decifrare ciò che gli passa per la testa.

Se non tenessi a lui, gli consiglierei senza indugio uno psichiatra e lo allontanerei da me.

<<Non te l'ho chiesto affatto, ho detto un semplice 'no', e con quella reazione Kath, mi hai confermato che non ti sono indifferente>> con un sorriso sinistro e beffardo, non aspetta altro che affrontare la mia ira e dimostrare che può tenermi testa.

<<Bella mossa Anderson devo dire che mi hai davvero stupito, e poi chiamarmi Kath, lì si che mi hai fatto arrabbiare ma non sperare di mettermi all'angolo, perché non ci riuscirai mai, quindi vai a fare questi giochetti alla tua ragazza di cui parli come se fosse satana e che temi tanto, a me non importa e basta, Logan>> incrocio le braccia al petto mentre lui sembra perplesso.

<<Solo Peter e Simon sono a conoscenza del mio secondo nome>> mi punta un dito contro, come se fossi colpevole di qualcosa.

<<Dovresti sapere che Simon non riesce a tenere segreti certi aneddoti>> lo informo, ripensando a come lo prende in giro a sua insaputa.

Si ferma a riflettere qualche secondo, come se le mie parole lo avessero scosso, e poi prende a camminare a passo svelto verso di me.

In una frazione di secondo, mi ritrovo di nuovo fra le sue braccia.

Non ho la più pallida idea del perché lo stia facendo, non ha praticamente alcun senso.

Sento l'insicurezza che gli vibra nelle braccia, un senso di vulnerabilità che credevo lui non avesse, impossessarsi dell'atmosfera circostante.

<<Ben>> lo richiamo mentre il suo respiro accarezza la mia spalla, provocando dei brividi ogni tanto.

 <<Cosa ti prende?>> gli accarezzo la schiena preoccupata e lo sento rilassarsi.

Scioglie l'abbraccio e prende a guardarmi, poi con una mano mi sfiora la guancia e sorride.

<<Mi hai fatto sentire bene>> sussurra come se questo non accadesse nella sua vita da molto tempo 

Scusa,ma ti amo!Où les histoires vivent. Découvrez maintenant