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La campanella di fine ora squilla forte quanto basta per farmi sussultare dalla sorpresa, costringendo i miei occhi ad abituarsi ad uno scenario diverso da quello del foglio bianco sul quale ho realizzato solo un "19" deformato, invece degli schemi del nuovo argomento.

Peter sbatte le mani sul suo banco per la frustrazione, segno che anche lui non ne ha voluto sapere di prestare attenzione alla lezione.

Butto un ultimo sguardo in giardino prima di dirigermi in aula di letteratura inglese e il particolare che noto mi fa scattare in piedi automaticamente: quello che prima era un posto vuoto affiancato solo dalle auto di Peter e Simon, è ora occupato dal suv nero che desideravo vedere più di quanto credessi.

Senza una meta precisa giro per i corridoi cercando distrattamente la sua perfetta chioma biondo cenere, a mio parere inconfondibile tra le teste monotone e uniformi dei miei colleghi.

Quando però le farfalle allo stomaco e il batticuore non arrivano, visto che lui non è nei paraggi, mi dò della stupida per aver provato a cercarlo e riporto alla mente la mia destinazione iniziale.

<<Buongiorno signor Wh->> proprio quando sto per varcare la soglia e il professore mi rivolge un sorriso di sarcastica gratitudine per la puntualità, qualcuno mi afferra per il braccio e con un movimento veloce mi spinge con le spalle al muro.

Questa parte dell'edificio è quasi deserta ma la luce bassa, causata probabilmente dalle bollette non pagate, non basta a impedirmi di riconoscere chi ho davanti.

<<Ben>> esordisco con subdolo tono neutrale, tentando invano di non far incrinare la voce a causa della sorpresa.

Dopo aver mandato al diavolo il mio malfunzionante autocontrollo, prontamente avvolgo le mie braccia attorno alla sua vita e lui non esita a stringermi a sua volta a sè.

<<Cos'è successo? Eravamo preoccupati per te>> non c'è bisogno di giustificare la mia agitazione, sa che Simon, nonostante le circostanze, non è riuscito a tenere la bocca chiusa.

E oltretutto non posso negare che muoio dalla voglia di scoprire se il concetto di incubo sia un tema in lui ricorrente o occasionale.

Ogni singolo essere umano sperimenta questa cupa esperienza, ma se davvero lui in qualche modo ne ha particolarmente a che fare, allora non posso più negare che abbiamo più cose in comune di quanto credessi.

La stessa notte, ci è successa la stessa cosa nella stessa notte.

E devo dire che un po' mi spaventa, ma ciò che mi spaventa di più è che sotto sotto mi attrae.

Scuote la testa con un gesto brusco di quelli che si fanno quando non si vuole rispondere, accompagnandolo con un movimento liquidatorio della mano.

Decido allora di non insistere e incrocio le braccia al petto, aspettando che mi spieghi per quale motivo mi stia facendo perdere la lezione.

Guarda per terra con esitazione, poi però, punta di nuovo il suo sguardo nel mio e probabilmente preso da un pensiero improvviso, accenna un mezzo sorriso che mi fa accelerare il battito.

<<Che ne dici se ce ne andiamo da questo posto?>> chiede con voce profonda ma allo stesso tempo dolce e implorante.

Seguono alcuni attimi di silenzio che mi permettono di capire se intepretare la proposta come una battuta o una valida e seria richiesta.

Il verde intenso delle sue iridi, accarezzato e risaltato dalle malandate lampade a neon, fa perdere completamente alla mia mente ogni minima capacità razionale.

E fu così, che io Selena Katherine Jackson, capii per la prima volta nella vita cosa si intende quando si sentenzia di provare la sopportabile frustrazione del non saper dire di no.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 28, 2019 ⏰

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