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DOLCE CARAMELLA AL MIELE

Dopo settimane, imparai a conoscere meglio Min Yoongi, e lui ad aprirsi un po' di più.
Capii che la sua compostezza non fosse altro che una sua ulteriore difesa, un modo per tenersi distante e vicino quanto bastava.
«Dimmi, Min Yoongi.» Cantilenai, la sigaretta stretta tra le dita e gli avambracci poggiati sulla ringhiera del balcone di casa mia.
Di là, Jun si era appisolata sul divano, dopo aver giocato interrottamente con Yoongi per tutto il pomeriggio, riscaldando il mio cuore con le loro fragorose risate.
Di certo, da un ragazzo come Yoongi, non mi sarei mai aspettato una tale sintonia con Jun, né tanta pazienza.
A giocare, si divertivano entrambi.
Avevo l'assillante pensiero che ci fosse qualcosa di molto più profondo, come motivazione, nei gesti di Yoongi, nelle carezze che rivolgeva a Jun, ma non riuscivo ancora a determinarlo.
Sicuramente, niente di preoccupante, continuavo a ripetermi, perché negli occhi stanchi di quel ragazzino, che non riuscivo a vedere come un adulto, non vi era alcuna malignità. «Perché ti sei scelto un lavoro simile?»
Volevo soltanto vederci chiaro, e sfamare la mia agghiacciante curiosità.
Yoongi espirò una boccata di fumo, restando seduto a terra con le gambe incrociate e le spalle poggiate alla ringhiera.
Mi piaceva guardarlo fumare.
Benché disapprovassi questo suo vizio, era rilassante osservare il modo in cui Yoongi ciccava con attenzione la propria sigaretta, soltanto per poi riportarsela alle labbra.
Gli conferiva una sfumatura che contrastava con il suo fascino giovanile e ben studiato, che tingeva la sua aura di un beige caldo.
Era bello, Min Yoongi, nella sua quotidianità.
«Avevo fatto domanda anche per altri lavori, ma non c'è stato verso di farmi assumere.» Yoongi spense la sigaretta nel posacenere al suo fianco, ed io arricciai il naso per lo spreco. L'aveva fumata per metà. «Poi ho trovato il tuo annuncio e ti ho scritto, ed ora non mi lamento affatto.»
Ripresi la sua sigaretta non appena finii la mia, e la accesi sotto il suo intenso sguardo.
«Tu e Jun andate molto d'accordo, e questo mi rende felice.»
«Jun è meravigliosa.»
L'orgoglio mi esplose nel cuore, ed annuii con decisione prima di sedermi al suo fianco.
«Ho sempre voluto una sorellina. Da figlio unico, mi sono sentito sempre molto solo.» La confessione di Yoongi, alle mie orecchie, non mi risultò altro che dolce, un po' nostalgica, e mi venne istintivo poggiare una mano sul suo ginocchio, con tutta l'innocenza possibile.
«Io sono il secondo di una numerosa famiglia, ed ho sempre desiderato e sentito il contrario.»
«Funziona sempre così.» Sorrise, picchiettando le dita sulle mattonelle fredde del pavimento.
Il nostro contatto si interruppe soltanto quando finii di fumare, e quando mi alzai per svuotare il posacenere, e lui fece lo stesso.
«Namjoon.»
La sua lingua scandì bene le sillabe abbastanza da farmi venire i brividi, e il fruscio dei suoi vestiti li accentuò soltanto. «Sono le otto, se non hai bisogno di me, posso tornare a casa?»
Non negherò di aver sospirato a quella domanda, né di essermene dispiaciuto.
Avere intorno Yoongi, ora, era come mangiare una dolce caramella al miele, di quelle il cui nucleo è liquido. Alcune delle mie preferite.
«Sì, vuoi uno strappo? Posso svegliare Jun ed accompagnarti.»
«No, tranquillo Namjoon, vado a piedi. Non sono poi così distante.» Si infilò il giubbino, e scorsi nei suoi movimenti indecisione, quasi volesse restare anche lui, almeno un altro po'.
«Sei sicuro?» Non potei fare a meno di cantilenare, e lui annuì, lasciando ciondolare alcune ciocche di capelli corvini. «Il mio numero ce l'hai, per qualsiasi evenienza chiama, d'accordo?»
«Non preoccuparti, Namjoon, ho diciannove anni non tredici. Ti chiamerò se dovesse servirmi.»
Non notai il sorriso che si dipinse sulle labbra di Yoongi, né la luce che si accese nei suoi occhi.
Yoongi era, per il mondo, adulto, e lui cercava di rispecchiare questa immagine aggrappandosi ad essa con le unghie e con i denti.
L'autosufficienza era il prezzo da pagare, ma Yoongi non riusciva a nascondere la gioia che gli scaturivano le mie attenzioni, e solo più in là seppi motivarle.
Yoongi non aveva mai avuto nessuno, non si era mai sentito apprezzato e amato.
Ricevere preoccupazioni e cure, adesso, non erano altro che un tenero e malinconico bacio della buonanotte.

Oh, piccolo Yoongi! Avrei dovuto stringerti prima tra le mie braccia.

Nothing's Gonna Hurt You Baby
Cigarettes After Sex
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note

Spero vivamente che la storia vi stia piacendo.

Non ho nient'altro da dire.

—Stefania

Pesca Vaniglia [k.nj, m.y]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon