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MI FAI MALE
MI FAI BENE

(ɴᴏɴ ᴄᴀᴘɪsᴄᴏ ᴘɪᴜ')

Diavolo!
C'era del diavolo in Yoongi, nei suoi occhi, nella sua risata, c'era sempre stato ed io, prima di quella sera, non lo avevo mai notato! Nel suo modo di sfiorarti la mano con l'indice, di accarezzarti le nocche e sussurrarti volgarità mentre eravate fuori per un caffè o una cena, nel suo modo di leggerti, nel suo sguardo così vispo e in quel corpo così minuto!
Solo il diavolo sa come farti mangiare dolore e benessere insieme, miele e puntine a colazione.
Mi baciava, mi sentivo l'unico, e poi lo vidi fare lo stesso con un altro ragazzo! No, no, non lo aveva ancora baciato, quel Taehyung era bravo a farsi desiderare! Ma ormai conoscevo Yoongi abbastanza bene da capire cosa celasse dietro le sue movenze!
Mi ero parcheggiato fuori dal bar dopo averlo seguito, e avevo atteso. Di me non voleva saperne quella sera, si era così indispettito che aveva deciso di dimenticarmi per qualche ora! Così ero rimasto in macchina, e lo avevo osservato trascorrere quelle ore con rabbia, gelosia, ossessione. Non mi era mai capitato di sentirmi così schiavo di qualcuno, così intrappolato nel suo ricordo da sentirmi posseduto dalla sua essenza! Demone, diavolo, quante volte quella sera rimpiansi di averlo conosciuto!
Taehyung arrivò in ritardo, lo capii dal grado di agitazione di Yoongi. Odiava aspettare quel piccolo bambino, ma amava essere aspettato. Poi lo salutò con due baci sulla guancia, delicati come rose, e immaginai il profumo lasciato da quell'elegante figura, vestita con accortezza e moderata nei modi: Pinot Rouge, mi ricordava del buon vino rosé italiano.
Si accomodarono ad un tavolo, e Yoongi insistette molto per mettersi seduto davanti alla vetrina, in un tavolo che rimanesse nella mia visuale. Peste! Mi aveva visto quando ero sceso a fumarmi una sigaretta! Rimasero qualche secondo in silenzio, e infine presero un drink a testa per accompagnare l'euforia della serata.
Li guardavo, li guardavo, e più passava il tempo più si facevano vicini, come calamite pronte ad avvinghiarsi l'una all'altra. Yoongi era così bravo a fingere un'attrazione inesistente che mi chiesi se mai l'avesse finta anche con me.
Come gli piaceva provocarmi da lontano! Sapeva, sentiva sulla sua stessa pelle -e di questo ne sono sicuro, signor Park!- il mio stesso fastidio, e continuava, continuava. Addirittura, finì col fingere di essere ubriaco!
La mia piccola bambolina sapeva come farmi impazzire, come farmi morire.
Rideva per ogni più piccola cosa, la risata che riecheggiava non era più cristallina per quanto la forzava, e scoccava con le sue labbra piccoli corteggiamenti che annebbiavano la vista di quello sciocco seduto al suo fianco! Taehyung non faceva che cascarci sempre di più.
Stupido ragazzino! Stupido, stupido abbastanza da non accorgersi che Yoongi non aspettasse altro che di rimanere da solo, e di fatto quando si alzò, quella peste si ricompose e sorrise con una soddisfazione diabolica.
Lo vidi prendere il telefono, e lo presi anch'io, e la mia speranza di sentirlo diventò concreta quando la sua chiamata fece illuminare il mio schermo.
«Ti ho visto, Joonie» mi disse, senza guardarmi. «Che ci fai lì fuori?»
«Sono qui per te, smettila di fare il cretino con quello lì» la durezza del mio tono lo fece soltanto sorridere ancora di più, e prese una delle sue mentine dalla tasca, rigirandosela tra le mani, senza curare di sporcarsi i polpastrelli.
«Posso fare quello che voglio, quando voglio e con chi voglio» stronzate. «Taehyung è un ragazzo perbene» è un coglione. «chissà come sarebbe baciarlo ed essere la sua mentina» puttanate!
Chiuse la chiamata all'istante, nel momento esatto in cui Taehyung uscì dal bagno ed io scesi dalla macchina. Peste, peste! Come sapeva manovrarmi bene! Mi faceva credere di controllare il gioco, mentre ero soltanto un suo burattino, una marionetta! Ma giuro, giuro che lo amavo anche così, e lui mi amava anche così.
Scesi, corsi verso la porta del bar quando lui riprese la sua messinscena, e non mi curai di nessuno se non di lui.
No, Yoongi, così non va, mi dicevo.
No, Yoongi, di nessun altro potrai essere se non mio!
Taehyung si azzardò a concedergli una carezza proprio quando io mi parai di fronte al loro tavolo, e come congelò quando distanziai via con forza la sua lussuriosa mano dal piccolo Yoongi!
«Namjoon, che ci fai qui?» Sta' zitto, sta' zitto Yoongi, diceva il mio sguardo, ma lui era diventato improvvisamente cieco. Bugiardo. «ti avevo detto che volevo passare una serata da solo!»
«Yoongi, alzati, andiamo a casa»
Lasciai Taehyung per prendere Yoongi, ed eccolo fare i capricci!
«Con te non vado da nessuna parte! Taehyung, fa' qualcosa!»
Ma come poteva Taehyung ignorare la sintonia che univa me e Yoongi? Rimase zitto e impietrito di fronte a tanta grandezza, perché vi era della grandezza nel modo in cui ci guardavamo anche da separati, arrabbiati, delusi, affranti! Perché eravamo vogliosi del nostro amore anche se lontani, e lui non poteva niente!
«Yoongi, smettila di fare lo stupido»
Gli presi la mano, intrecciai le nostre dita e sperai che ne avesse abbastanza.
«E tu smettila di fare il trattenuto. Mi baci, ma non stiamo insieme. Mi scopi, ma nessuno deve saperlo» si alzò, per fronteggiarmi in silenzio e da più vicino, a viso aperto. «verrò con te solo se avrai il coraggio di urlare che sono tuo e di baciarmi di fronte a tutte queste persone»

Pur di averlo con me, feci quanto richiesto. Urlai "Yoongi, tu sei mio" e lo baciai, lo baciai con trasporto sotto mille occhi e stelle, e lo baciai di nuovo, di nuovo e di nuovo. E gli lasciai un succhiotto sul collo, lo strinsi a me, lo dichiarai mio in molteplici modi.
Taehyung si alzò e uscì senza fiatare, e noi fummo cacciati dal cameriere per la confusione creatasi a causa nostra.
Salii in macchina con le guance rosse, e la consapevolezza di avergliela data vinta anche questa volta.
Yoongi, Yoongi, come ridevi sui sedili posteriori! Perché, quella serata, non era ancora finita.

Cherry
Lana Del Rey
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note

Ho scritto questo capitolo velocemente e con gli occhi pesanti dal sonno, quindi perdonatemi eventuali errori.

Non ho molto da dire, prego soltanto con il cuore che vi sia piaciuto.

Al prossimo aggiornamento, si spera.

Stefania

Pesca Vaniglia [k.nj, m.y]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora