17.

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Gli avevo indicato perfettamente luogo d'incontro e l'ora, ma stavo lì in piedi a congelarmi il culo da non si capisce quanto tempo e della sua faccia neanche l'ombra. Due erano le cose: o al signorino piaceva farsi desiderare, oppure era semplicemente un coglione ritardatario. Mi auguravo che non si fosse dimenticato dell'appuntamento, perché gli avrei fatto una strigliata degna di una mamma a cui è stato detto di aver preso un insufficienza in qualcosa, e se mi ci mettevo sapevo essere seccante, questo era una dei motivi per cui riuscivo ad ottenere sempre ciò che volevo. Il mio complesso di "ragazzo ignorato" mi rendeva un facile soggetto da compatire, e la gente faceva ciò che chiedevo abbastanza in fretta, specialmente se tiravo fuori il mio lato facilmente irritabile.  
"Questa volta lo prendo a pugni"
Pensai mentre mi ritrovai, per la centesima volta, a bussare infastidito alla sua porta, già abbastanza rovinata senza che i miei colpi la scorticassero ancora. Alcuni pezzi di tinta bianca, in fatti, come pelle morta si staccarono dal legno e finirono a ondeggiare in aria fino ad aggiungersi alle loro amiche sul pavimento.

È vero che gli avevo detto di prepararsi, ma così stava esagerando.

Questa volta non aspettai che mi aprisse, sapevo perfettamente che come sua cattiva abitudine aveva lasciato la porta aperta, quindi la spalancai, giusto il tempo per vedere una donna, sulla sessantina, concedergli uno dei più violenti e dolorosi schiaffi che una persona potesse mai riservare a qualcuno.

Con la sua mano munita di lunghe unghie smaltate a prendere letteralmente la rincorsa, muovendo prima indietro e per poi scaraventare con una forza immane la mano sulla povera guancia del ragazzo, che divenne rossa per l'urto.

Guardai la scena impalato, non sapendo come reagire, e solo dopo mi resi conto di essermi appena messo in mezzo ad una lite, una lite che era finita con uno schiaffo.

La donna era abbastanza anziana, forse aveva superato da poco la mezza età, con i capelli legati in una coda, tinti di nero per poter coprire quei segni di vecchiaia che erano i capelli grigi, e aveva talmente tanto trucco sul viso che la sua pelle era più scura del naturale, colpa del fondotinta che era riuscito ad evidenziare le rughe sotto gli occhi e intorno alle labbra marcandole più del dovuto, ma per distrarre chiunque la guardasse da quelle imperfezioni portava matita per le labbra e  ombretto azzurro per gli occhi. 

Si vedeva che non riusciva proprio ad accettare il fatto che l'età stesse passando, magari da giovane era quel tipo di ragazza che si crede talmente tanto bella, che persino da anziana sarebbe finita con il far strage di cuori.

Prima di superarmi per uscire, senza neanche degnarmi del benché minimo sguardo, quasi come se non esistessi, la signora urlò questa frase addosso all'argentato:
-Dovresti prenderti le tue responsabilità e pentirti delle tue colpe una buona volta!-

Rimasi pietrificato dall'espressione severa della donna, che la rendeva ancora più brutta di quel che già era. Le feci spazio per permetterle di uscire, riducendomi al venire schiacciato alla soglia spinto via dalla sua aria maligna. Persino il suo profumo al muschio sembrava acido e intimidatorio.  

Yoongi aveva un segno rossastro che sembrava bruciare da morire sulla sua guancia sinistra, probabilmente lasciato dalle unghie affilate della donna. Velocemente mi avvicinai a lui e cercai di guardare attraverso la lunga frangetta argento, che adesso copriva i suoi occhi.

-Cavolo se quella è fuori di testa! Tutto bene?- chiesi, ma Yoongi non sembrava neanche essersi accorto della mia entrata improvvisa in stanza, e io aprì la bocca per chiedergli che cosa diavolo fosse successo (anche se sapevo che non avrei ricevuto una risposta, o comunque avrebbe mentito) ma mi interruppe in uno dei modi più efficaci che abbia mai sperimentato.

Dal trattarmi male, allo zittirmi mentendo, a tralasciare la verità cercando di passare per il protagonista di una tragedia, passò agli abbracci tattici fatti a posta per mettermi in difficoltà.
Me lo ritrovai vicinissimo, con le braccia strette intorno al corpo e le mani ad afferrarmi la camicia, che poco prima avevo impiegato ore per scegliere. 

Poggiò la sua guancia fredda sulla spalla, sprofondando nel mio collo, e ciò mi costrinse a ricambiare l'abbraccio, passandogli le braccia intorno alla vita magra, portandolo ancora più vicino.

Riprovai a chiedere che cosa fosse successo, ma Yoongi mi interruppe -Non me lo chiedere, tanto non te lo dico, abbracciami e sta' zitto- la voce era attutita, le labbra contro la pelle del mio collo.
A quel punto ubbidì senza obiezioni, finendo con il carezzare piano la sua schiena. Sembrava avesse sul serio bisogno di qualcuno che lo confortasse, la situazione sembrava troppo simile a quella di poco fa, e, non so se io ero proprio il tipo adatto per dare appoggio a qualcuno, ma in quel momento ero l'unico in casa e a Yoongi non sembrava dispiacere accoccolarsi sulla mia spalla.

Il corpo di Yoongi era freddo, perciò rimanemmo così finché non lo sentì più caldo, diffondendo un po' del mio calore, poi me lo staccai piano di dosso e cercai di capire che cosa lasciassero trasparire i suoi occhi.

Prima sembravano disperati nel cercare di trattenere delle grosse lacrime, adesso parevano soltanto un po' imbarazzati.

Sopirai e finì con lo stampargli un bacetto sul punto ferito, proprio sotto l'occhio destro, provando ad attenuare il dolore.

"Dio, sembro proprio una mamma in pensiero" notando quanto il segno fosse vicino al suo occhio rimasi un po' a fissarlo "Quella vecchia aveva per caso cercato di accecarlo?!"

-Hai del disinfettante in casa? Questo graffio sembra far male- mi allontanai e aspettai una sua qualche risposta, nel frattempo analizzavo il danno sollevando piano il viso di Yoongi, tenendo il suo mento tra due dita.

Yoongi indicò la porta del bagno e disse soltanto -Mobile sopra lo specchio-
Avevo ancora una mano sulla sua guancia e prima di separarmi definitivamente da lui gli passai delicatamente il pollice sul punto ferito, Yoongi si allontanò per il bruciore, ma sembrò apprezzare il gesto.

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KWhere stories live. Discover now