27.

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Bastò quella domanda a zittirmi, rimasi in silenzio e non risposi -Che cosa sai Jungkook?-

Mi pietrificai sul posto, irrigidendo i muscoli. Davvero ero stato scoperto così presto? Era così facile entrarmi in testa? 

Cercai di non guardare in faccia Yoongi mentre con lo sguardo vagavo, frugavo nel mio cervello una riposta abbastanza intelligente e credibile dall'allontanare i sospetti. Ma, per quanto mi costi ammetterlo, non sono mai stato un gran bugiardo.

-Niente- semplicemente biascicai, pregando che fosse abbastanza.

-Che ipocrita, prima mi dici che non dovrei mentirti, fai un discorso sdolcinato, e poi sei tu il primo pronto a sparare menzogne- mi puntò un dito addosso, inchiodandomi con lo sguardo. Ed ecco che, di nuovo, i sui occhi scuri mi misero in difficoltà. Erano come la luce della lampada da chi ti metteva sotto torchio. Ero bloccato su una sedia in legno tra l'odore della caffeina e del tabacco, con addosso l'affilato sguardo di un detective arrabbiato. Deglutì un nodo alla gola, diventato troppo fastidioso, tanto da bloccare il normale circolare d'aria, prendendo un profondo e lento sospiro riuscì a dire -Ti dico ciò che so se mi dici che cosa è successo con quella vecchia signora- cercai di scamparla, ma Yoongi continuava imperterrito a fissarmi.

-Facciamo il contrario- ribatté il maggiore, porgendosi sul tavolo con i palmi schiacciati sulla superficie di legno. Me lo ritrovai a due palmi dal viso e, se di solito avrei sorriso dolcemente a vedere i suoi occhi così vicini ai miei, in quel momento sentì delle goccioline di sudore freddo scendere dalla mia fronte.

-Okay...- sospirai -Ma non ti arrabbiare- sventolai le mani in aria, scacciandomi via di dosso la pressione che trasmettevano gli occhi scuri del maggiore. 

-Sono già arrabbiato- la sua voce secca mi congelò le vene. Quando voleva, Yoongi sapeva essere tremendamente spaventoso. Lo guardai dal basso, da dove ero seduto con la schiena inarcata verso il pavimento a scacchi, con uno sguardo da cucciolo, per cercare di ammorbidire il suo umore. Non funzionò, a quanto pare, ricambiò i miei occhi lucidi con un'occhiata infastidita, quindi mi rassegnai e iniziai a spiegare che cosa aveva sentito in quell'ultima mezz'ora.

-Hai presente l'infermiere che ti ha assistito quando... diciamo... la prima volta che ci siamo visti?-

-Jimin, sì-

-Ho scoperto che siete parenti-

Yoongi sembrò mancare, afferrò una sedia e si sedette difronte a me, non staccandomi i suoi occhi neri di dosso -Cosa ti ha detto, mh?- Sapeva già la risposta, ovviamente, ma me lo chiese comunque. Le domande retoriche mi mettevano in difficoltà.

-Mi stavo chiedendo il perché della tua insonnia e... insomma... un tizio una volta mi ha fermato poco prima che potessi entrare in casa tua dicendomi che non eri un tipo da avvicinare...- ad ogni parola Yoongi si irrigidiva sulla sedia, e la sua espressione, insieme al colorito della sua pelle, impallidiva e si irrigidiva sempre più, quasi riuscì a vedere quando la mia invasione della sua privacy lo avesse ferito -...mi ha detto che hai ucciso una persona- fui tentato di avvicinarmi e magari di posare una mano sulla sua spalla, perché mi sembrava fermo come una pietra, e volevo verificare se stesse bene, il senso di colpa mi suggerì che non era assolutamente una buona idea -Insomma, all'ospedale Jimin si è comportato in modo sospetto... sembrava conoscerti e quindi ho pensato di contattarlo e chiedergli se sapeva qualcosa...-

-Sei un idiota!- sbraitò all'improvviso, riprendendosi da quello stato di trance in cui sembrava essersi rinchiuso, chiudendo le mani in pugni -Perché non me ne hai parlato? Potevi chiedere a me, invece di giocare a fare il detective-

Le sue parole, improvvise ed urlate all'aria, mi fecero sobbalzare sulla sedia.

-Non mi avresti risposto con la verità, sono stato costretto- provai a giustificare le mie azioni, ma Yoongi non voleva sentire scuse, era infuriato a morte con me.

-Costretto un corno! Questo non ti da' il diritto di metterti in mezzo a cose che non ti riguardano!-

-Non mi sono messo in mezzo, okay? Volevo solo sapere-

-Perché? Pensavi sul serio che io avessi ucciso una persona? Ti fidi così poco di me?-

-Non ne ho mai dubitato! Infatti all'inizio non ho nemmeno badato a ciò che mi aveva detto, pensai ad un pazzo che voleva solo spaventarmi, ma poi c'è stato quello schiaffo e...- la mia voce si perse nel vuoto e finì con il scemare. Persino io mi resi conto di quanto ciò che avessi fatto fosse sbagliato, nonché inappropriato, ma ero con le spalle al muro e quella mi era sembrata la soluzione migliore.

Sospirai per prendere fiato e aspettai che l'aria si calmasse un po', prima di sussurrare un -Mi dispiace-

-Faresti meglio ad andartene- 

Incassai la testa nelle spalle, quasi a proteggermi dalla freddezza di quelle parole, e cercai di dire qualcos'altro ma una porta mi fu sbattuta sul naso da Yoongi, che infuriato mi aveva letteralmente cacciato fuori dal suo appartamento.

-Mi spiace sul serio!- non mi importava di essere fuori al freddo e se molto probabilmente, colpa delle spesse mura, Yoongi non potesse sentirmi, continuavo imperterrito a porre le mie scuse come un cretino, magari augurandomi che riaprisse la porta e si decidesse ad abbracciarmi, perché era quello che mi ci voleva: un abbraccio.

Sentivo le lacrime formarsi nei miei occhi -Il fatto è che tu non mi parli mai di queste cose! Tu sembri capire un sacco su di me, riesci a capire persino a cosa stia pensando, e invece io non ci riesco, ed è frustrante!- posai la fronte sul legno freddo, già immaginando i pezzi di vernice che da essa si sarebbero staccati incastrarsi tra i miei capelli corvini, ma rimasi poggiato alla porta -Anche a me piacerebbe raggiungerti- conclusi, anche se il mio tono lasciava intendere che, in realtà, quella frase era più diretta verso me stesso più che a Yoongi.

Mi separai dalla porta e mi allontanai di qualche passo, continuando a fissare l'entrata, sperando si aprisse. Ma non successe. Perciò semplicemente mi girai e alzai i tacchi, con le lacrime ancora incastrate tra le mie ciglia.

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KWhere stories live. Discover now