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Mi richiusi lentamente la porta alle spalle, rientrando nell'appartamento di Yoongi con un nuovo contatto nel telefono, quello di Jimin, e il ricordo della promessa che gli avevo fatto "sistemerò questa cosa"  gli avevo detto.

Mi ritrovai Yoongi sui fornelli, a prepararsi del caffè. Aveva gli occhi semi-chiusi e i capelli disordinati in un groviglio di nodi. Assonnato stava cercando di non far finire il caffè da tutte le parti, brancolando. 

Doveva essersi appena svegliato. Indossava ancora il pigiama, tanto grande da rimpicciolire ancora di più la sua figura già minuta, lo vedevo di schiena, non si era accorto della mia entrata. 

-Ma buongiorno, ti sei svegliato adesso?- chiesi sorridendo.

-Sei un tipo troppo sdolcinato. Potevi anche non scrivermi un biglietto- si riveriva a quel foglietto di carta lasciatogli da me poco prima, che ancora giaceva sul tavolo.

Yoongi aveva dormito bene, le occhiaie sotto si suoi occhi erano diventate meno profonde, e il suo colorito sembrava addirittura più roseo del solito, le guance un po' rosse per via del tepore emanato dalla stufetta elettrica, che avevo acceso io di prima mattina, e un aria riposata. Finalmente, mi parve stare bene. 

Nel vedere la faccetta pallida di Yoongi girarsi verso di me e accennare un sorrisetto impastato dal sonno, tutta la faccenda avvenuta poco prima mi parse un lontano e insignificante ricordo. La storia di Yoongi mi sfuggì dalla mente, e mi limitai ad avvicinarmi a lui e a posargli il mento sulla spalla, mentre  lui continuava a fissare la caffettiera, aspettando che il caffè si decidesse ad uscire, con le sue braccia avvolte intorno all'esile petto, sbadigliando come un gattino.  

-Yoongi-hyung, tu che lavoro fai?- chiesi mentre lo stringevo delicatamente per i fianchi, iniziando a dondolare, cullandolo lentamente, lasciando che posasse la sua schiena sul mio petto. 

Yoongi socchiuse solo un po' gli occhi, reduce ancora del sonno, e semplicemente accennò un sospiro.

Il suo corpo emanava calore, e ciò era davvero un avvenimento più unico che raro.

Yoongi sbadigliò rumorosamente -Che cosa sono queste domande all'improvviso?- 

Perché, per una volta, non si decideva a rispondermi e basta? Senza porre altre domande? 

Sbuffai seccato.

Il discorso avvenuto con Jimin mi tornò in mente, e il mio viso si scolorì un poco. Giusto, non potevo sapere quasi nulla su di lui perché Yoongi non voleva che io sapessi nulla, ma informazioni base almeno su dove lavorava e su cosa gli piacesse fare, erano concesse.

-Mi sono semplicemente accorto che non so praticamente quasi nulla su di te, quindi rispondi e basta- 

Un altro sbadiglio, seguito dal rantolio della caffettiera, e solo dopo arrivò la risposta -Un lavoro serale ad un benzinaio- 

-Che schifo di lavoro, ci credo che vivi qua dentro- la mia schiettezza lo fece sussultare, lo sentì innervosirsi, ma mi tenni su un tono giocoso, ridacchiando tra me e me per la reazione esagerata.  

-E' un lavoro momentaneo- parlò fra i denti, arrossendo. 

-Da quanto tempo lavori lì?- nascosi il mio viso dietro la sua spalla in modo che potessi annusare l'odore della sua pelle, ma quello che sentì fu il forte profumo dell'ammorbidente che emanava il pigiama, misto all'odore pungente della muffa e della nicotina. Non credevo Yoongi fumasse, non avevo visto né cicche né posacenere in casa sua.    

-Un anno- 

-Ti piace?-

-Ovvio che no, secondo te?-

-Hyung, cosa ti piacerebbe fare?- 

-Non lo so- 

-Non hai proprio nessun progetto?-

-Adesso starei progettando di picchiarti, ma se parli di lavoro, no, non ho niente-    

-Quanto sei scortese- strinsi la presa in modo da soffocarlo, cercò di divincolarsi dalle mie braccia, senza riuscirci, alla fine dette dei pugnetti giocosi ai miei avambracci. La caffettiera all'improvviso si zittì.

-Il caffè! Fammi fare colazione in santa pace!- si lamentò, nascondendo un sorriso divertito, così io lo liberai dal mio abbraccio. Yoongi afferrò una tazza e si versò un po' del liquido bollente, prendendo a bere a sorsate, noncurante del calore. 

-Hyung- feci, sedendomi su una sedia, sorridendogli amorevolmente. 

-Cosa ancora?- si fermò dal bere dalla grande tazza solo per potermi dedicare quella domanda, un po' acida, ma oramai mi potevo scordare un trattamento gentile, quando iniziavo a ficcanasare il naso. 

-Noi esattamente cosa siamo?- mi stavo chiedendo ciò da un bel po', da quando Jimin mi aveva chiesto in che rapporti ero con Yoongi, da quanto mi ero reso conto che, in effetti, non avevamo reso chiari in che rapporti eravamo. Certo, poteva parere ovvio, ma poteva essere tutto un fraintendimento. Cosa mi diceva che Yoongi provava, effettivamente, qualcosa per me? Non c'era stata una dichiarazione vera e propria, per colpa della mia natura fin troppo avventata, e se Yoongi aveva solo dei miseri rimasugli di ciò che provava per me in passato? E se mi stesse usando? Non potevo esserne sicuro. 

L'argentato quasi si strozzò con il caffè. Tossì un paio di volte, dandosi dei colpetti sul petto -Cosa?!- fece strabuzzando gli occhi, fissandomi come se all'improvviso fossi diventato pazzo. 

Il mio viso si fece rosso -Cioè... io e te siamo una coppia?- 

-E secondo te che cosa saremmo altrimenti?!- sbraitò nervoso mentre mi fissava stranito.

-Scusa, dovevo chiedertelo- mi giustificai scuotendo leggermente le mani davanti a me, come ad allontanare la furia omicida che adesso Yoongi sembrava scatenare. 

-E' successo qualcosa?- mi chiese, sinceramente preoccupato dopo aver notato la mia faccia preoccupata, mentre posava la tazza nel lavandino lercio dell'appartamento. 

Avrei dovuto dirgli di Jimin? Si sarebbe infuriato, sapevo che Yoongi era il tipo che detestava dal più profondo del suo cuore i ficcanasi, motivo per cui detestava anche mia madre, e avrebbe detestato anche me, se avesse scoperto che mi ero divertito ad indagare su faccende che Yoongi non voleva riportare a galla.

-Yoongi, quella donna dell'altra volta...- mi riferivo alla vecchia signora, molto probabilmente un suo parente, che gli dette uno schiaffo la sera prima -... chi era? Cosa voleva? Perché ti ha picchiato?-

Non avevo posto quelle domande al momento, perché sapevo che non voleva rispondere, ma adesso mi sentivo in dovere di chiedere. Ora che ci pensavo, perché i suoi parenti avevano ripreso a gironzolare nei dintorni di casa sua? Cosa volevano ancora?

-La vicina, credo di aver insultato per sbaglio il figlio- lo vidi attraversare tutta la stanza per poter spegnere la stufetta, che con un cigolio smise di illuminare quell'angolino di stanza. Ancora, mi aveva mentito.

-Bugiardo- feci aggrottando la fronte.

-Perché dovrei mentire su una cosa simile?- rise nervosamente mentre si grattava il retro della nuca inclinando un po' il capo di lato, chiaro segno che era a disagio.

-Giusto, non mi mentiresti mai tu, no?- continuai a provocarlo, sistemandomi meglio nella sedia in legno incrociando le braccia al petto , sperando che, finalmente, si decidesse a rispondermi con la verità -Dopotutto in una relazione non si ci mente a vicenda, non si fa preoccupare il proprio ragazzo, e si parla delle proprie preoccupazioni- annuì un paio di volte, dandomi ragione -Non hai ragione di mentirmi, davvero-

Lo vidi squadrarmi arrabbiato, lo stavo facendo innervosire -Vedi troppi film romantici- commentò seccato, inchiodandosi difronte a me, fissandomi dall'alto.

-Giusto, sono un tipo troppo sdolcinato e lo hai detto anche tu, no? Che sono un tipo a cui importa degli altri più che di se stesso, ma adesso mi importa di te più che degli altri, quindi mi piacerebbe che mi parlassi sinceramente Yoongi. Cosa voleva quella?- anche io, in qualche modo, stavo iniziando ad innervosirmi.

-Perché parli come se sapessi già la risposta?- 

Neptune; Mercury - Y о о п K о о KDonde viven las historias. Descúbrelo ahora