Time

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9 giorni.

Hayley tenne gli occhi chiusi mentre i suoi sensi iniziarono a prendere coscienza, sentiva il petto su cui era appoggiata alzarsi ed abbassarsi lentamente. La guancia strusciava su quel tessuno ruvido, profumato. Quel profumo che ti fa venir voglia di premere il naso contro di esso per respirarlo a pieno.

Aprì gli occhi.

216 ore.

12.960 minuti.

777.600 secondi.

Cercò di alzarsi dal materasso, coperto da lenzuola scure, senza far rumore. La stanza era buia ma poteva vedere leggeri raggi di sole attraverso le persiane chiuse. Si guardava intorno spaesata mentre mille domande si fecero spazio dentro la sua testa.

Aveva perso la cognizione del tempo. Tempo che le stava sfuggendo tra le dita, 9 giorni incontrollabili. Lanciò un occhiata verso il ragazzo steso e si accigliò quando vide qualcosa sul suo petto creare un barlume di luce a contatto con il sole. Prese un respiro prima di camminare, premendo i piedi scalzi contro la moquette.

Sobbalzò nel vedere la propria catenina di corda alzarsi ed abbassarsi sul petto di Luke. La sfiorò con le dita stando attenta a non svegliarlo. La sera prima era rimasta a casa di Luke, dicendo a sua madre di restare da Ryan, era stanca di tutto quello, di tutte le bugie e le prese in giro. Prima che arrivasse Luke la sua vita era tranquilla e senza dramma.

Quando la sua gamba incominciò a vibrare si allontanò di scatto, uscì silenziosamente da quella stanza ritrovandosi in un corridoio luminoso, strizzò gli occhi e rispose appena vide la persona che la stava cercando. Aveva ancora addosso i vestiti della sera prima.

-Ryan.- Sospirò appoggiandosi al muro chiaro. Il corridoio era luminoso.

-Stai bene?- domandò.

-Ashton?- Chiese Hayley non curandosi della domanda dell'amica.

-Sta bene, è a casa sua. Io e Calum lo abbiamo accompagnato.-

Sentiva la rabbia salire, prendendo il posto del sangue e riscaldarla.

-Sei da lui?- chiese, riferendosi ovviamente a Luke.

-Si, ma andrò a trovare Ashton. Grazie Ryan, ringrazia anche Calum.-

Attaccò il telefono, rimettendolo nella tasca dei jeans scuri. Casa Hemmings era silenziosa e lei poté sentire un grugnito provenire dalla camera alle sua spalle.

Rabbia.

Spalancò la porta e corse verso il letto, prese il ragazzo stringendo in due pugni la maglia che indossava. Quest'ultimo spalancò gli occhi feroci e chiari prendendo la ragazza dai polsi, la strattonò mentre lei cercò di urlare. Riuscì a portarla sotto di se mentre si metteva a cavalcioni su di lei.

Le teneva i polsi contro il materasso e di fianco al viso giovane.

-Perché?- Disse lei scalciando. In un impeto di rabbia lo aveva aggredito, sperava di fargli male.

-Calmati.- La rimproverò Luke stringendola più forte. La voce era roca e impastata, lo aveva svegliato.

-Perché?- Ripeté più forte la ragazza.

-Perché, cosa?-

Domandò il ragazzo piegandosi verso il viso di Hayley, la collana con il ciondolo ad ancora dondolava tra i due petti, senza un luogo stabile dove sostare.

-Tutto, -sputò - perché hai fatto del male ad Ashton. Perché sono qua! Perché se-

Luke la bloccò liberandosi in un bacio. Appena Hayley sentì il bacio scostò la testa da un lato, ormai sapeva le sue strategie, i suoi modi di fare.

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