Bad dream

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Quei tipi di ragazzi li conosci. Sai che saranno i primi a voltarti le spalle e gli ultimi a sorriderti.

Quei tipi di ragazzi te li immagini nell'ultima fila, ascoltando in silenzio mentre tutti gli altri pregano. Ma anche se non sapevano le parole delle preghiere, quel giorno erano in prima fila. Stretti nei loro jeans mentre il petto era gonfio di lacrime, trattenute da una morsa fatta di denti intorno al labbro superiore.

Sguardo basso, come Calum, che per una volta capì che non poteva tenere sotto controllo la situazione. Era diventato la metà di un uomo, che nei migliori dei casi, poteva avere metà freccia nel petto. Rigido, perché sapeva che sarebbe crollato se avesse fatto un altro passo. Rotto in mille pezzi mentre dal collo pendeva la sua cravatta blu scuro, fuori luogo su di lui. 

Erano tutti vestiti eleganti, non sembravano davvero loro, chi li vedeva per strada l'ultima cosa che si immaginava era che si vestissero in giacca e cravatta. La madre di Ryan non riusciva ad alzare lo sguardo, indossava un vestito scuro sgualcito, non aveva avuto il tempo di stirarlo e chissà da quanto tempo lo teneva nascosto nell'armadio. Stringeva la mano di suo marito, come se fosse l'unica certezza in quella chiesa. Dre, grande abbastanza per capire certe cose, rimaneva in silenzio e basta,senza emozioni, forse doveva ancora incassare il brutto colpo ricevuto dalla sorte.

Tutto era fuori luogo in quelle mura di mattoni freddi e marroni. Anche Ryan era fuori luogo, quella bara non era il suo posto.

Calum tese la mano alla sua destra, lei stava sempre lì. E anche in quel momento doveva esserlo, ma non c'era.

L'angoscia trasudava dal cotone scuro delle giacche pregiate.

La disperazione che usciva dalle dita di Luke fu tale da farlo uscire dall'edificio a forza, come trascinata da essa. A metà della cerimonia spinse tutte le persone, compagni di scuola, insegnanti e famigliari per potere uscire dalla chiesa. Dei passi lo seguirono fino all'esterno.

-Luke?- Hayley lo chiamò, con voce bassa, non aveva le forze per urlare.

Il ragazzo si passò le mani sul collo soffocato dalla camicia prima di girarsi verso Hayley, che aveva chiuso la porta.

Hayley lo fissava con le mani tese lungo i fianchi. Fece dei passi in avanti per poi arrivare al ciglio della strada, alzò una mano per poi posarla sul viso martoriato di Luke. La pelle intorno al piercing si era gonfiata ed era diventata più scura. La sua faccia era piena di lividi.

-Voleva regalarle un anello.- soffiò lui -Lo sapevi?-

Gli occhi di Hayley si chiusero nel vedere quelli di Luke diventare lucidi, annuì prima di sentire un calore stringerle la mano ancora più vicino alla pelle di Luke. Le fece male lo stomaco quando lo sentì singhiozzare.

-Voleva farla conoscere ai suoi genitori.- singhiozzò.

-Basta.- sussurrò Hayley. Non voleva che si facesse del male da solo.

-Avrebbero avuto dei figli, probabilmente.- parlava nel vuoto.

La ragazza si strinse al petto di Luke stringendolo forte a se.

-Basta Luke, ti prego.- biascicò.

-Come faccio a smetterla?- sputò -Come faccio a non pensare a tutto quello che le ho portato via?-

Lui si distanziò prima di tirare dei colpi forti e meschini ad una ringhiera li vicino.

-Luke.- lo chiamò flebile dopo averlo fatto sfogare un paio di secondi -Me ne vado.-

Perché le frasi più semplici fanno così male? Hayley pensava a questo mentre vide il ragazzo davanti a lei sfregarsi gli occhi gonfi prima di prenderla per le spalle.

-Cosa stai dicendo?- tuonò confuso.

-Vado in Inghilterra, mi obbligano ad andarci Luke.-

Il buio, in quel momento fu la prima volta che lui vide il buio in pieno giorno.

-Quando?- parlò veloce prima di premere fortemente la fronte contro quella di Hayley, aveva bisogno di contatto -Possiamo scappare se vuoi, andare via da questo schifo di città.-

-Vado via la prossima settimana, mia madre è settimane che organizza il viaggio. Vuole mandarmi da mio padre, non ce la faccio più. Siamo arrivati ad un punto che non posso reggere, è troppo per me.- ammise.

Luke premette le mani sulle guance della ragazza prima di premere le labbra doloranti contro le sue, tanto volte, ancora e sempre.

-Ti amo Hay, non lasciarmi da solo.- pregò tra i baci.

-Non è colpa tua.- singhiozzò lei.

-Non lo è mai ma alla fine lo è sempre, vero?- strinse più forte.

Hayley scosse la testa duramente prima di premere di nuovo le labbra contro quelle di Luke, mentre le sue mani si aggrapparono istintivamente alle spalle forti del ragazzo.

-Ti ho odiato così tanto da amarti alla follia,- spiegò Hayley -mi hai distrutta ma dopo mi hai ricostruita dal niente, mi hai odiata, mi hai baciato e poi mi hai lasciata.-

Luke sorrise ad occhi chiusi,  passando il suo naso sul viso umido della ragazza.

-Forse ti odio.- disse con il tono di voce da cui solo un "ti amo" poteva nascere.

Luke ridacchiò prima di baciarla ancora.

-Ti odio anche io.-

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Sentiva i suoi passi rimbombare per la stanza bianca, era affannato e sentiva il suo cuore scoppiargli nel petto. Rimase interdetto quando la stanza cambiò colore, dal pavimento uscì un bancone lungo di un legno rovinato mentre le pareti scure confondevano le marche degli alcolici esposte contro al muro.

-Cal!- lo chiamò -Dove mi hai portata?-

Lui si girò guardando la ragazza girovagare per la stanza vuota, sembrava così serena nei suoi jeans.

-È dove ci siamo conosciuti.- disse sorridendo.

La ragazza annuì prima di scuotere i capelli mori distrattamente, unì le mani quasi agitatamente.

-Perché sono qui?- domandò innocentemente.

Si avvicinò con cautela a Calum prima di osservarlo, il viso stanco le fece nascere un sorriso malinconico.

-Non lo so,- biascicò -avevo voglia di vederti.-

Porse una mano alla ragazza davanti a se, lei la prese prima di far unire i loro petti. Respirò a pieno a quella vicinanza.

-Mi manchi così tanto Ryan.- soffiò sul collo troppo pallido della ragazza.

-Anche tu.- rispose cercando di arrossire, ma la sua pelle non cambiò colore.

-È un sogno vero?- chiese il ragazzo.

Lei annuì dandogli un leggero bacio sulla mascella.

-Sei sempre bellissima.- lo sentì sospirare.

Rise prima di alzare gli occhi al cielo.

-Me lo dicevi sempre.- lo canzonò Ryan.

-Perché è vero.- si lamentò Calum prima di sfiorarle le labbra. Strinse gli occhi.

-Avrei solo voluto più tempo.- strozzò -Avrei voluto regalarti quell'anello che meritavi.-

La ragazza premette il corpo contro quello di Calum prima di alzare la mano e sventolarla.

-A me piace di più questo.- sentenziò sfoggiando il filo d'erba legato all'anulare.

Lui le accarezzò i capelli e si rattristò quando vide una ciocca di essi scomparirgli dalle dita.

-È l'ultima volta che ci vedremo, non è così?- chiese.

Lei annuì.

-Ti amo, lo sai?- domandò ancora.

Ryan annuì sorridendo prima di sussurrare un -Lo so. Anche io.-

Si guardò intorno per poi rubare un bacio veloce al ragazzo dalle lacrime agli occhi, la pelle di Ryan si schiarì ma lui la poté ancora sentirla dire: -Ci vediamo più tardi, okay?-

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