Capitolo 2: Family

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Un peso si sollevò dal cuore di Marian nel momento stesso in cui la ragazza vide arrivare i due cavalli al galoppo.
Guy era arrivato e stava correndo da lei.
La ragazza si affrettò a scendere al piano di sotto, evitò di farsi notare dagli invitati e scivolò fuori dalla porta di Locksley proprio mentre Guy scendeva da cavallo.
Gli sorrise, felice di vederlo, poi si accigliò nel notare che Gisborne sembrava evitare di appoggiare del tutto il peso su una gamba.
- Che ti è successo? Sei ferito?
Un lampo di preoccupazione passò nello sguardo di Guy, subito sostituito da un sorriso divertito.
- Lo ammetto, mi hai scoperto: stamattina ho sfidato di nuovo Archer e abbiamo esagerato un po'. Mi ha lasciato qualche livido, ma avresti dovuto vedere come sono riuscito a disarmarlo, alla fine.
Marian scosse la testa e alzò gli occhi al cielo con aria esasperata.
- Davvero, Guy, quando hai a che fare con quell'Archer, sembrate diventare due ragazzini in competizione. Prima o poi finirete per farvi male sul serio e quando succederà non aspettarti che venga a farti da infermiera.
Un altro sorriso si allargò lentamente sul viso di Guy mentre il cavaliere nero si chinava verso di lei, guardandola negli occhi.
- Ti dispiacerebbe così tanto prenderti cura di me? - Chiese, abbassando la voce in un sussurro seducente, un attimo prima di posare le sue labbra su quelle di Marian.
La ragazza si strinse a lui e chiuse gli occhi, abbandonandosi a quel bacio. Il corpo di Guy era solido e caldo come sempre e le sue braccia erano un rifugio sicuro e la facevano sentire protetta.
Quando il bacio finì, la ragazza rimase appoggiata al suo petto e sospirò, sorridendo.
- Guy, sei tremendo, mi distrai per evitare che ti rimproveri.
- Perché, ti dispiace anche questo? - Chiese Gisborne, costellandole il viso e i capelli di piccoli baci.
Marian alzò gli occhi a incontrare quelli di Guy: un tempo non avrebbe mai pensato di poter vedere un'espressione tanto serena e gioiosa nel suo sguardo. Solo una volta ne aveva scorto una traccia, la mattina del loro sfortunato matrimonio quando Guy l'aveva aspettata fuori dalla chiesa per dirle che aveva sognato quel giorno.
Marian alzò una mano ad accarezzargli una guancia, rinunciando a rimproverarlo per aver combattuto con Archer e gli sorrise con dolcezza.
- Ho solo paura che tu possa farti male, Guy.
- Non succederà, stai tranquilla.
Guy le accarezzò la schiena con una mano per rassicurarla. Il pensiero che la ragazza si preoccupasse della sua salute lo riempiva di un calore gioioso che gli faceva desiderare di poterla tenere così tra le braccia per tutta la vita.
Era quello ciò che si provava a essere felici? Si chiese Guy, senza riuscire a smettere di sorridere.
Pensò che l'avrebbe baciata di nuovo e poi ancora, ma il rumore della porta che si apriva spezzò l'incanto e Gisborne lanciò un'occhiata irritata a Thornton, staccandosi da Marian.
La ragazza arrossì, ma l'anziano servitore rimase impassibile mentre si rivolgeva a Guy.
- Sir Edward iniziava a preoccuparsi per il vostro ritardo, Sir Guy, gli dirò che siete arrivato.
- Lo farò io, Thornton, grazie. - Disse Marian, poi guardò Guy. - Ti aspetto in casa.
Guy annuì e attese che fossero rientrati prima di cercare Allan con lo sguardo.
Il giovane era appena uscito dalle stalle e si stava dirigendo verso di lui.
- Quando arriverà Archer, digli che io e lui stamattina abbiamo combattuto. Lui mi ha riempito di lividi, ma io l'ho disarmato. - Disse Guy a bassa voce e Allan sorrise, ironico.
- Lo sai che prima o poi tutte queste bugie verranno scoperte, vero?
- Si è accorta che mi fa male la gamba, non potevo certo dirle come è successo, no?
- Forse dovresti farti vedere da un medico, Giz.
- Non è niente. Ma se può tranquillizzarti, domani andrò a trovare Tuck. Se il dolore non sarà passato, gli chiederò di controllare se è tutto a posto.
- Meglio. Se dovesse succederti qualcosa, non ci tengo affatto ad affrontare Marian. E di certo non voglio essere io quello che le racconterà la verità sul Guardiano Notturno.
Guy scoppiò a ridere.
- Tranquillo, non ce ne sarà bisogno. Cercherò di essere più prudente la prossima volta.
Allan gli lanciò uno sguardo scettico, poi decise di cambiare discorso.
- Allora stasera diventerà ufficiale, eh?
L'espressione di Guy si illuminò.
- Già.
- Giz, è inquietante vederti sorridere così, spaventerai gli invitati, non ci sono abituati.
Guy sogghignò.
- Piantala Allan.
- Ehi, guarda che sono contento per te. Davvero.
- Lo so. - Disse Gisborne, poi prese l'anello che quella sera sarebbe tornato al dito di Marian e lo guardò. Per un anno lo aveva portato al collo in attesa del momento in cui avrebbe potuto restituirlo a Marian e finalmente quel momento era arrivato. Quel cerchietto d'argento gli aveva dato conforto in momenti difficili, ricordandogli il motivo per andare avanti e ora gli sembrava strano non sentirlo più a contatto con la pelle.
- Scommetto che ti dispiace ridarglielo. - Indovinò Allan, notando il suo sguardo.
Era vero, avere con lui l'anello era un po' come avere sempre Marian al suo fianco. Ma lo spazio lasciato libero dall'anello non era rimasto vuoto.
- Un po'. Ma guarda qui. - Guy gli mostrò il laccio di cuoio nascosto sotto la sua maglia e Allan sgranò gli occhi nel vedere le targhette di legno che vi erano appese.
- E queste?! Sei ufficialmente un membro della banda di Robin Hood, ora?
Gisborne annuì.
- Dopo che lo abbiamo salvato, Robin è riuscito a convincere gli altri che possono fidarsi di me.
- Era anche ora. - Disse Allan e Guy si accorse che il giovane era diventato triste all'improvviso.
- Che c'è?
-Niente. Sono contento che ti abbiano accettato, sul serio, Giz.
- Ma?
- Ma per loro io sarò sempre un traditore. Tu sei cambiato, è vero, ma non ci sono dubbi sulla tua lealtà: prima eri leale allo sceriffo, ora sei leale a Robin. Ma io li ho ingannati, ho mentito e ho tradito la loro fiducia, non crederanno mai più che sono sincero.
- E allora perché mi avrebbero detto di darti queste? - Disse Guy, premendogli qualcosa in mano e Allan fissò incredulo le targhette di legno, identiche a quelle di Gisborne.
- Per me?
- Anche tu hai rischiato la vita per salvare Robin, no? - Disse Guy, sorridendo davanti alla sorpresa di Allan. - Ora nascondile ed entriamo, mi stanno aspettando.

From Ashes, Through the Fire (Italiano) (From Ashes Vol.3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora