Capitolo 35 - The Fight

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Le prime luci dell'alba iniziavano già a filtrare tra le fronde degli alberi quando Guy permise al cavallo di rallentare la sua corsa. I fianchi dell'animale erano lucidi di sudore e il cavallo si fermò e rimase a brucare l'erba a testa bassa.
Robin allontanò bruscamente da sé il braccio di Guy che lo aveva trattenuto in sella fino a quel momento e si lasciò scivolare giù. Si allontanò di qualche passo, barcollando leggermente, poi si voltò a guardare Guy che nel frattempo era sceso di sella anche lui.
Gisborne si era affrettato a togliersi la maschera e il costume da Guardiano notturno e aveva nascosto gli indumenti nella cavità di un albero, poi aveva tolto una coperta dalla bisaccia da sella e l'aveva gettata sul dorso del cavallo.
Robin rimase immobile ad attendere che finisse, fissandolo a braccia incrociate e fu solo quando finalmente si voltò a guardarlo che Guy si accorse della rabbia che oscurava il volto dell'amico.
- Cosa diavolo hai fatto, Gisborne? - Ringhiò Robin e Guy sussultò nel sentire il suo tono.
- Ti ho appena salvato la vita, Hood. - Rispose bruscamente e Robin fece un passo verso di lui.
- La hai lasciata nelle mani di quegli uomini!
Le parole di Robin gli fecero male come una frustata perché Guy sapeva perfettamente che erano vere, ma lo riempirono anche di una rabbia feroce.
- Sì, ho abbandonato mia sorella, l'ho tradita di nuovo per salvare te, razza di ingrato!
- Beh, non avresti dovuto! Potevo cavarmela da solo.
- Certo, si è visto. Se non ti avessi trascinato via da lì adesso la tua testa sarebbe infilzata su una picca davanti alla finestra dello sceriffo!
- E adesso ci sarà quella di Isabella. Per colpa tua!
- Non azzardarti a ripeterlo, Hood. - Lo avvisò Guy, minaccioso.
- Hai idea di cosa le faranno adesso?! - Gridò Robin, avventandosi su di lui.
I due uomini rotolarono a terra e Guy rispose ai colpi di Robin con altrettanta furia.
Sapeva benissimo, fin troppo bene, che con la sua scelta aveva condannato sua sorella a una terribile sofferenza e non poteva perdonarselo, ma non poteva sopportare che fosse Robin a rinfacciargli le sue azioni.
Lo allontanò da sé con un calcio e lo afferrò per un braccio, torcendoglielo dietro la schiena per schiacciarlo a terra. Robin gli lanciò in faccia una manciata di fango e Guy lo lasciò andare con un gemito per strofinarsi gli occhi. Il fuorilegge ne approfittò per colpirlo con un pugno, poi lo afferrò per la maglia e gli fece sbattere la schiena a terra.
- Mi ha detto quello che le ha fatto suo marito! Come hai potuto permettere che la riprendesse?!
- E tu perché l'hai messa in quella situazione?! Hai detto a me di aspettare, di essere prudente, ma tu l'hai trascinata in quello stupido capanno senza nemmeno accorgerti di essere seguito!
- Io almeno non l'ho venduta a un mostro facendo finta di dimenticarmi di lei per anni solo perché mi faceva comodo!
Guy e Robin avevano continuato ad azzuffarsi, ma nel sentire quelle parole Gisborne smise di lottare, pietrificato.
Prendersela con Robin all'improvviso non aveva più alcun senso perché comunque tutto nasceva da quella colpa: se lui non avesse venduto sua sorella a Thornton tutto quel dolore non sarebbe mai esistito.
Preso dalla sua rabbia, Robin non si rese subito conto che Guy si era arreso e lo colpì di nuovo, spingendolo a terra con violenza e si accorse della grossa pietra coperta di fango solo nel sentire il rumore agghiacciante causato dalla testa di Gisborne che ci sbatteva contro.
Guy rimase a terra, immobile e la collera che aveva animato Robin fino a quel momento si dissolse di colpo, sostituita dall'orrore.
L'ho ucciso. Lui mi ha salvato la vita e io l'ho ucciso...
Robin rimase fermo a fissare il corpo inerte dell'amico, senza osare avvicinarsi a lui per il terrore di scoprire che fosse davvero morto. Sapeva di essere stato ingiusto, di essersela presa con lui soprattutto per sfogare il dolore e la rabbia di non essere riuscito a proteggere Isabella e ora forse era troppo tardi per rimediare.
Si costrinse a muoversi e si inginocchiò a terra accanto a Gisborne. Robin guardò le dita della propria mano, di solito così precise e salde intorno alla corda dell'arco, che tremavano convulsamente mentre le avvicinava al collo dell'amico.
Riprese a respirare solo quando sentì il battito forte e regolare del cuore di Gisborne e si chinò su di lui per cercare di svegliarlo.
- Guy? - Lo chiamò, scuotendolo delicatamente, ma Gisborne non si mosse e Robin si guardò intorno, preoccupato.
Non potevano restare lì, pensò. Gli uomini di Thornton non li avrebbero inseguiti nel folto della foresta, ma la pioggia non accennava a smettere, la temperatura si era abbassata e Gisborne indossava solo i pantaloni e una camicia ormai inzuppata d'acqua.
Robin pensò di andare a cercare aiuto, ma il luogo in cui si trovavano era distante sia dai villaggi che dal campo dei fuorilegge e lui non poteva lasciare Guy da solo in quelle condizioni tanto a lungo. Si ricordò che da quelle parti doveva esserci una grotta e pensò che almeno lì sarebbero stati riparati dalla pioggia.
Tolse la coperta dal dorso del cavallo e la gettò addosso a Gisborne, poi corse tra gli alberi, cercando di ritrovare la caverna.
In un primo momento pensò di essersi sbagliato perché la parete rocciosa che ricordava non presentava alcuna apertura, poi si accorse che l'ingresso della grotta era semplicemente nascosto dalla vegetazione.
Si affacciò all'interno della caverna per controllare che nessun animale selvatico la stesse usando come tana e decise che sarebbe andata bene.
Tornò di corsa verso il punto in cui aveva lasciato Gisborne e vide che l'altro non si era mosso.
Provò a svegliarlo di nuovo, senza successo, e sospirò, preoccupato.
Robin era esausto, infreddolito e dolorante, ma si chinò su Guy e iniziò a trascinarlo a fatica verso la grotta.

From Ashes, Through the Fire (Italiano) (From Ashes Vol.3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora