Capitolo 17 - A New Enemy

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Guy alzò gli occhi per cercare la sorella con lo sguardo, timidamente. Dopo la discussione che avevano avuto poche ore prima non sapeva come avrebbe potuto reagire a quella visita inaspettata.
Era stato tentato di restare fuori dalla stanza per non disturbarla con la sua presenza, ma poi non aveva resistito alla tentazione di avvicinarsi a lei e aveva seguito Archer e i soldati nella stanza dei Thornton.
Il suo sguardo incontrò quello della sorella e fu sorpreso nel non trovarci odio. Non poteva esserne certo perché Isabella era ferma in un angolo della stanza poco illuminato, ma per un attimo Guy aveva avuto l'impressione di scorgere del sollievo nei suoi occhi, come se per un solo istante fosse stata contenta di vederlo.
Si girò, sentendosi addosso gli occhi del cognato e Guy capì che Thornton non era affatto felice della sua presenza. L'uomo lo fissava con malcelato disgusto e gli sorrise malignamente.
- Ah, Gisborne. - Disse, osservandolo con disprezzo. - Non ti avrei riconosciuto senza gli stracci che indossavi l'ultima volta che ci siamo incontrati. Eri un patetico randagio pulcioso all'epoca, ma a quanto pare hai messo a frutto i soldi che ti ho dato.
I soldati lanciarono uno sguardo curioso a Gisborne nel sentire quelle parole sprezzanti rivolte al loro ex comandante e Guy fu tentato di estrarre la spada e lavare nel sangue quell'umiliazione.
A fermarlo fu lo sguardo spaventato di Isabella. Le aveva già fatto troppo male, non poteva versare il sangue del marito davanti ai suoi occhi.
Il pensiero di Marian lo indusse ad allontanare del tutto la mano dall'elsa della spada: se avesse aggredito Thornton senza un motivo valido, lo sceriffo lo avrebbe fatto gettare nelle segrete oppure impiccare e allora che ne sarebbe stato di lei?
- Cerco di ottenere sempre il meglio da quello che ho, signore. - Disse fieramente, guardandolo negli occhi. - E spero che domani avrete il coraggio di constatare di persona ciò che il vostro denaro mi ha permesso di diventare.
- Cosa vorresti insinuare, Gisborne? Mi stai sfidando?
Guy gli sorrise con ferocia e Archer riconobbe lo stesso lampo pericoloso che aveva visto nel suo sguardo quando gli aveva intimato di mantenere il segreto su Seth.
- Domani parteciperò ai combattimenti organizzati dallo sceriffo, sarei molto deluso di non incontrarvi. Di certo non vi mancherà il coraggio di confrontarvi con un patetico cane randagio, vero?
Lo sguardo di Thornton si accese di un odio feroce.
- Vedremo se la penserai allo stesso modo quando ti costringerò a baciare la polvere ai miei piedi, domani.
- Siete libero di provarci. - Rispose Guy con un tono arrogante che Archer non gli aveva mai sentito usare, poi si rivolse a Isabella con gentilezza. - Sorella mia, spero che vorrai venire ad assistere alle gare. Se me lo permetterai, ti farò riservare un posto accanto alla mia futura moglie, così potrai fare la sua conoscenza.
Isabella lo guardò, senza sapere cosa rispondere.
Guy non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe scatenato sfidando suo marito e aveva il terrore che sarebbe stata lei a subirne le conseguenze.
Suo fratello si sarebbe fatto ammazzare e Isabella si disse che non doveva importarle perché in tal caso avrebbe solo pagato il giusto prezzo per ciò che le aveva fatto vendendola a Thornton.
Eppure in lei si era accesa la minima speranza che potesse essere suo marito a restare ucciso durante il duello, ma Isabella non osava soffermare il pensiero su quell'idea per non essere costretta a ripiombare nella sua orribile realtà se non si fosse avverata.
Di sicuro l'indomani non sarebbe stata in grado di incitare nessuno dei due combattenti: non poteva parteggiare per suo marito, non sarebbe riuscita a fingere così bene e non poteva nemmeno mostrare la sua speranza che fosse Guy a vincere perché se Thornton fosse sopravvissuto alla gara l'avrebbe punita duramente.
- Sì, Isabella, vieni ad assistere domani. - Rispose suo marito per lei. - Così vedrai con i tuoi occhi cosa succede a chi osa contrastarmi. Porta qualche fazzoletto in più perché temo che la futura lady Gisborne ne avrà bisogno.
Archer spostò lo sguardo dal fratello a Thornton e decise di spezzare la tensione prima che la situazione degenerasse.
- Andiamo, Gisborne. La cena sarà servita tra poco e i signori Thornton hanno bisogno del tempo di prepararsi. Lo sceriffo odia aspettare.
Archer fece cenno ai soldati di precederlo e li seguì fuori dalla stanza, insieme a Guy.
Ordinò alle guardie di continuare le ricerche del Guardiano Notturno, ma lui prese Gisborne per un braccio, guidandolo nella direzione opposta a quella presa dai soldati.
- Ti sei reso conto di esserti appena fatto un nemico, vero? - Chiese, Archer e Guy scosse la testa.
- No, Archer, è stato lui a farsene uno.
Il fratello gli sorrise.
- Beh, in ogni caso adesso guardati le spalle. Quello non mi sembra un tipo leale, se fossi in te starei molto attento.
Guy annuì, serio. Gli erano bastate solo poche parole per accorgersi di quanto Thornton fosse viscido e meschino e si chiese come avesse fatto a non rendersene conto tanti anni prima, quando gli aveva permesso di sposare Isabella.
Mi faceva comodo non capirlo, questa è la verità.
- Mi pare di capire che ora la sfida più importante delle gare di domani non è più quella tra me e te... - Disse Archer. - Peccato, mi piace trovarmi al centro dell'attenzione.
- Oh, sono sicuro che riuscirai lo stesso a catturare tutta l'attenzione che desideri, in particolar modo quella femminile, scommetto.
Archer sogghignò.
- Non sai cosa ti perdi, fratello. Un campione giovane e libero è sempre molto apprezzato.
- Allora devi essermi grato perché non ti faccio concorrenza, altrimenti non avresti speranze. - Rispose Guy in tono scherzoso e Archer scoppiò a ridere.
- Adesso raggiungiamo gli altri a cena, ma più tardi raggiungimi in cortile, ti insegnerò alcune mosse che ancora non ti ho mostrato.
- Altri segreti dell'Oriente?
- Qualcosa del genere. Le tenevo da parte per batterti, domani, ma penso che sia meglio che tu le conosca, potrebbero salvarti la vita contro Thornton.
- E rinunceresti alla gloria per aiutarmi?
Archer sorrise e gli diede una pacca sulle spalle.
- Preferisco un fratello tutto intero.



Marian fissò il piatto, limitandosi a sbocconcellare un pezzo di pane. Il posto di Guy era ancora vuoto e la ragazza si chiedeva se sarebbe riuscito a cenare oppure se lo sceriffo lo avrebbe costretto a controllare tutto il castello in cerca del Guardiano Notturno.
Lanciò uno sguardo malevolo a Vaisey: lo sceriffo mangiava tranquillamente, conversando con alcuni dei suoi ospiti e probabilmente era molto soddisfatto per essere riuscito ancora una volta a creare problemi a Gisborne.
Isabella Thornton entrò nella sala, accompagnata dal marito e Marian la osservò attentamente, meravigliandosi di essere stata talmente accecata dalla gelosia da non aver notato la sua somiglianza con Guy.
Isabella aveva capelli scuri molto simili a quelli del fratello e Marian immaginò che se Guy li avesse lasciati crescere, anche i suoi sarebbero stati mossi come quelli della sorella.
Marian sorrise tra sé a quell'idea e si ritrovò a immaginare come sarebbe stato Gisborne con i capelli più lunghi. Di certo, pensò arrossendo leggermente, le sarebbe piaciuto affondarvi le dita mentre lo baciava.
Anche gli occhi di Isabella erano dello stesso azzurro di quelli di Guy e poiché ormai conosceva così bene quelli di Gisborne, Marian riuscì a riconoscere la tristezza che si nascondeva in quelli di sua sorella.
Di certo quella donna non era felice, ma questo era facile da capire anche solo da ciò che Guy le aveva raccontato.
Il marito di Isabella sembrava avere un aspetto piuttosto comune a prima vista, ma Marian lo trovava sgradevole, come se dietro a una facciata rispettabile si nascondesse un serpente velenoso pronto a mordere.
In quel momento la sua espressione era torva e divenne ancora più scura quando altre due persone entrarono nella sala.
Il viso di Marian invece si illuminò nel vedere Guy.
Gisborne era insieme ad Archer e Marian si chiese quanto fosse importante per Guy quell'amicizia.
Archer non le piaceva principalmente perché era l'aiutante dello sceriffo e poi non gli aveva mai perdonato le frustate che aveva dato a Guy, ma doveva ammettere che negli ultimi tempi si era dimostrato un buon amico per lui.
Quando era rimasto intrappolato nel pozzo, senza l'aiuto di Archer, Guy sarebbe sicuramente morto ed era stato sempre lui a soccorrerlo quando lei lo aveva avvelenato. Senza contare che il consiglio di parlare con Guy che le aveva dato quella mattina era stato molto più sensato del suo comportamento impulsivo e accecato dalla gelosia.
Decise che se Guy ci teneva, lei non avrebbe fatto nulla per ostacolare quell'improbabile amicizia.
Gisborne era entrato nella sala con aria decisa e Marian lo guardò, sorpresa. Era da molto tempo che non gli vedeva sul volto quell'espressione dura e feroce che in passato spesso l'aveva intimorita.
In quel momento Guy aveva la stessa aria pericolosa del lupo che simboleggiava la sua casata e la ragazza si chiese cosa gli fosse successo, poi notò che lo sguardo del suo futuro marito aveva incontrato quello di Thornton il quale lo aveva ricambiato con altrettanta ostilità.
Isabella non guardava nessuno dei due e si limitava a fissare il piatto, chiaramente a disagio.
Guy distolse lo sguardo dal marito della sorella, ignorandolo completamente e prese posto accanto a Marian. Senza dire nulla le prese una mano e se la portò alle labbra per baciarla sul palmo e la giovane vide la durezza del suo sguardo sciogliersi in un sorriso sincero.
- Mi sei mancata, futura lady Gisborne. - Sussurrò Guy e il cuore di Marian si riempì di gioia.
Più tardi gli avrebbe chiesto il motivo del suo nervosismo, ma per il momento l'unica cosa che contava era essere al suo fianco.
Se restavano insieme, avrebbero potuto affrontare qualsiasi problema.

From Ashes, Through the Fire (Italiano) (From Ashes Vol.3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora