XVII. Mangiamorte

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Erano ore che Ginny viveva in uno strano stato di apatia, fingendo di star bene ma morendo dentro ad ogni sorriso forzato esibito tutte le volte che si era imbattuta in qualcuno dei suoi compagni. L'ora di cena era stata tremenda - tutta quella gente, tutto quel cibo che non le andava - ma se non fosse andata i suoi amici l'avrebbero notato, preoccupandosi, costringendola ad inventarsi spiegazioni che proprio non aveva voglia di inventare. Harry era stato dolcissimo come sempre e lei, di contro, aveva cercato di filarsela il più in fretta possibile una volta finito ciò che aveva nel piatto.

Adesso sarebbe stato davvero impossibile cancellare dalla propria mente Blaise. Ginny rise amaramente tra sé. Certo, come se avesse mai avuto intenzione di farlo, o come se nonostante tutto sarebbe stato più semplice dimenticarsi di lui se non ci fosse andata a letto.
Lo sapeva bene anche prima di farlo che sarebbe andata così. Che fare l'amore con lui l'avrebbe lasciata in quello stato mentale, confuso e dolorante... eppure non riusciva a pentirsene.
Sentiva ancora il suo sapore, la sensazione delle sue braccia che fino a poche ore prima erano strette attorno a lei. Il suo sguardo oscuro, magnetico, che le aveva gridato ciò che la sua bocca non osava pronunciare.
Nessuno lo sapeva. Nessuno avrebbe dovuto saperlo mai.

Ginny pensò a Harry. Stranamente non riusciva a sentirsi in colpa, o almeno non tanto quanto avrebbe dovuto. Era come se i due ragazzi coesistessero dentro di lei su due piani paralleli, che non si incontravano, che non c'entravano nulla l'uno con l'altro. Come se lei fosse due differenti persone che coabitavano in un'unica mente, ognuna innamorata di un ragazzo diverso.
Scosse la testa, infastidita da se stessa.
Che pensieri andava a fare? Lei aveva tradito il suo ragazzo, quel ragazzo di buon cuore e coraggioso che aveva imparato a conoscere nel corso degli anni, che l'aveva salvata da Tom Riddle, che l'aveva baciata, che lei amava da sempre, dapprima come un idolo e poi come individuo... lei lo aveva tradito! 
Chissà, forse si aspettava che stare con lui sarebbe stato diverso...
Ginny si morse il labbro, tormentata.
No, Harry era perfetto: l'unica incognita che non si sarebbe mai potuta immaginare era Blaise, che con la sua sola presenza l'aveva cambiata in un modo talmente profondo da spaventarla quasi.

Se ne stava appallottolata su una poltrona in Sala Comune, vicino al caminetto spento. Era piuttosto tardi e gli altri Grifondoro erano già andati a letto, perciò - con sua grande gioia - la stanza era deserta e completamente immersa nel silenzio. Ginny alzò appena lo sguardo quando Hermione entrò dal buco del ritratto dirigendosi spedita verso di lei, l'espressione preoccupata, seguita da Ron. L'agitazione nella voce dell'amica ebbe il potere di distoglierla dai propri foschi pensieri.

«Ginny... c'è una cosa che dobbiamo dirti.»

Solo allora la osservò per davvero, notando la tensione sul suo volto mentre si torceva le mani, allontanando definitivamente l'angoscia che la tormentava per concentrarsi su quella di Hermione. Dietro di lei c'era suo fratello, se possibile ancora più restio a dire alcunché.
Ginny si mise seduta più dritta, improvvisando una coda coi suoi capelli arruffati.
«Che succede?»

Si vedeva che nessuno dei due aveva voglia di dirle qualsiasi cosa dovessero dirle.
Hermione sospirò, facendosi coraggio, costringendosi a parlare.

«Harry stasera è andato via. Ha detto di stare all'erta, ci ha dato la sua Felix ed è corso da Silente... temo che stavolta abbia ragione. Che stia per succedere qualcosa di grosso. Ci ha dato anche la Mappa, per controllare meglio la situazione.»

Ginny sentì crescere un'infinita preoccupazione dentro di sé: Harry a volte sapeva essere incredibilmente stupido quando si metteva in testa di fare l'eroe. Certo, lei amava quel lato coraggioso ed altruista del suo carattere, ma al contempo non poteva impedirsi di preoccuparsi per lui... se non altro l'anno scorso c'erano pure lei e gli altri dell'ES assieme a lui!
Poi pensò che dopotutto era con Silente, e si concesse un piccolo moto di sollievo.

Blaise Zabini e il Principe Purosangue | BLINNY ♥︎ [wattys 2018]Where stories live. Discover now