iii

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yoongi

aprii gli occhi e sotto la mia guancia destra sentii del materiale duro. mi alzai per capire dove mi trovassi e in che anno fossi.
era mattina ed ero ancora a casa di namjoon, avevamo lavorato tutta la notte all'ultimo testo e io mi ero addormentato sui fogli. mi guardai attorno, lui doveva già essere sveglio.
salii in salotto solo per trovare namjoon che baciava jin appoggiato al divano.
"ragazzi, vi ricordo che ci sono anche io.." namjoon si girò di scatto sorridendo e scusandosi.
"buongiorno dormiglione, sai che ore sono?" disse jin ridendo.
alzai la mano nella quale tenevo il telefono e vidi l'ora: erano quasi le 14.
mi chiedevo come namjoon fosse riuscito a svegliarsi prima quando la notte prima ci eravamo addormentati verso le sei di mattina...
namjoon mi ringraziò ancora per l'aiuto e mi chiese se avessi voluto fermarmi a pranzo, ma ero davvero stanco quindi dovetti rifiutare.
presi su le mie ultime cose e corsi alla fermata dell'autobus per tornare a casa.
salii sul mezzo di trasporto e mi sedetti al posto solito, poi chiusi gli occhi.
una brusca fermata mi fece risvegliare dal piccolo sonno.
scattai in piedi. ero al capolinea.
'ah, fanculo' dissi tra me e me.
scesi e mandai a fanculo il mondo intero, in seguito presi il telefono per chiamare taehyung, quindi per scroccare un passaggio.
"tae, ciao, senti ero sull'autobus e mi sono addormentato, ora sono al capolinea...non è che puoi-"
"sisi, ci vediamo lì.." rispose, senza che dovessi domandare, taehyung.
sorrisi a me stesso e misi giù ringraziandolo.
mentre ero lì ad aspettare qualche minuto il suo arrivo, un signore si avvicinò a me: il signor park.
"oh, ciao!" cercai di sorridere e di non dare ancora del lei.
"ciao yoongi, che ci fai qui?" chiese.
"beh..mi sono addormentato sull'autobus.. ieri notte ho lavorato fino a tardi.." dissi grattandomi dietro il capo e lasciando uscire una risata di imbarazzo.
seojun mi chiese se volessi un passaggio e io gli spiegai che aspettavo già un amico, tempo di dire quella frase che taehyung era arrivato.
"è appena arrivato." dissi indicando la macchina dietro seojun.
"ah, è taehyung!" esclamò una volta girato.
io rimasi confuso. come lo conosceva?
senza indagare annuii e salutai, per poi salire in macchina.
notai che i due si salutarono.
non esitai a chiedere a tae appena messa in moto il veicolo.
"ma lo conosci?"
"si certo, è il padre di jimin. ah, giusto, non te ne ho mai parlato, è un compagno kookie." rispose tenendo gli occhi focalizzati sulla strada.
"mh..capisco" dissi annuendo.
lui e jeongguk erano l'altra coppia del gruppo, il minore andava alla scuola delle arti, a quanto pare con quel certo jimin, si sono conosciuti quando si sono scontrati nel negozio di materiale artistico vicino la scuola. una cosa romantica, si. non per me.
il viaggio continuò ed eravamo quasi arrivati a casa mia.
"una cosa, oggi che ne dici di uscire con i ragazzi? magari un film a casa mia o un giro in centro." propose prima di farmi scendere.
"mh, si ci sto" dissi, poi scesi e feci il mio cammino verso l'ingresso.
"alle cinque in piazza!" sentii urlare da dietro.
feci segno di 'ok' con la mano senza voltarmi in risposta, tutto quello che volevo fare era distendermi per almeno cinque minuti sul divano.
aprii la porta inserendo e girando le chiavi e la chiusi dietro di me con un calcio, poi andai verso il centro della stanza dove era disposto il caro divano e mi ci buttati su senza energie.
guardai il telefono: erano le 15:08.
un'idea mi venne in mente, era una mia abitudine, un passatempo: andai verso l'altra parte della sala dove c'era il mio magnifico pianoforte a coda.
avvicinai lo sgabello e mi poggiai sempre senza forze.
i polpastrelli sui tasti, senza fare pressione, spalle sciolte, occhi chiusi e testa buttata indietro. tirai su la testa mentre tenevo ancora gli occhi chiusi, poi iniziai a fare una leggera pressione. un do, un re, un mi - avevo premuto per errore il bemolle dell'ultima nota - e infine il sol.
quell'errore si trasformò piano piano in una melodia, per quanto avesse il suono distorto, mi piaceva, anzi la amavo. così iniziai a ripetere la corta melodia e man mano aggiungevo delle altre note come accompagnamento, note che divennero accordi. nota per nota mi feci trasportare dalle emozioni: correvo da un tasto all'altro, accordo per accordo, ogni piccola dissonanza, ogni piccolo particolare che sentivo e al di fuori sembrava qualcosa di semplice.
aprii gli occhi per trovarmi in piedi, lo sgabello era lontano, a terra, e ad avere gocce di sudore scorrere per le tempie. ma quello non mi fermò. era una sensazione indescrivibile. continuai e continuai fino staccare le dita dalla tastiera ed indietreggiare fino a cadere. appena toccai il pavimento freddo iniziai a ridere.
era da molto che non facevo una cosa del genere, solitamente suonavo la stessa musica, senza troppe emozioni.
quella che era una stanca mattina si era trasformata in una giornata stupenda. sarebbe stato tutto magnifico, me lo sentivo.
misi a posto il disordine momentaneamente creato per poi andare a fare una doccia.

entrai in bagno e aprii l'acqua muovendo il rubinetto dalla parte calda. feci partire della musica e iniziai a sfilarmi i vestiti ormai del giorno prima ed entrai nella doccia, proprio quando l'acqua era appena diventata calda.
dopo qualche minuto partì "a daily song", e lì iniziò un vero concerto.
"maeil deudneun i noraegaa tto
maeil ullyeo i noraegaa neol
tteoollige mandeureoo
da uli yaegiman gataseooo
amuli gwileul magabwado
jakku maemdoraa
deudgo sipji anha mombulimchyeodo
maeil deudneun noraee" iniziai a cantare a squarciagola. hwang chiyeol era uno dei miei artisti preferiti, in qualche modo mi trovavo spesso nei suoi testi.
una volta finito di lavarmi uscii, mi misi un asciugamano attorno alla vita, e feci il mio cammino verso camera mia.
presi dal grande armadio, pieno di vestiti, un paio di boxer, dei pantaloni beige leggermente larghi e una maglietta a maniche corte bianca.
neanche tempo di mettere la maglietta che sentii dei rumori di passi in sala. insospettito andai a controllare.
hoseok mi saltò addosso con un abbraccio urlando 'yoongiiii'.
"primo, come cazzo sei entrato. secondo, che cazzo ci fai qui?" dissi rompendo l'abbraccio.
"sempre lo stesso eh? comunque sono quasi le cinque, se vuoi uscire devi muoverti. tae e i ragazzi sono già qui fuori. ah comunque dovresti sapere che mi hai lasciato una chiave di scorta per quando hai bisogno di supporto e amo-"
"zitto!" dissi coprendo la sua bocca. lui rise e mi disse che nessuno ci sentiva.
è vero, a volte lo chiamavo perché avevo bisogno di un abbraccio, ma non mi piaceva farlo sentire anche agli altri..
misi su la maglietta e presi la mia giacca di pelle per in seguito uscire.
chiusa la porta con le chiavi seguii hoseok nella macchina di tae, per raggiungere tutti, ma una cosa mi fermò.
appena la vidi ne rimasi quasi stregato si può dire.
una creatura meravigliosa, non più alta di me, con dei morbidi ciuffi biondi che andavano a coprirgli la fronte, i suoi occhietti sottili e mori che con il ridere diventarono ancora più piccoli, un sorriso accecante e angelico, le labbra carnose e rosee, solo con l'immaginazione soffici più di un cuscino e delle guance paffute, leggermente più scure del colorito delle labbra, era in piedi vicino il veicolo che parlava con jeongguk.
probabilmente ero rimasto con la bocca aperta e in mezzo alla strada, dato che sentivo i ragazzi urlare.
"yoongs, hai visto la madonna?" a quel commento mi girai e vidi tae ridere.
in quel momento mi accorsi pure che l'incantevole ragazzo si fosse girato notando la mia reazione alla sua vista, le sue guance erano diventate più scure, cosa non di aiuto al mio cuore che correva come mille cavalli all'impazzata.
non mi era mai successo di provare un'emozione del genere, era strano di certo, ma allo stesso tempo era bellissimo. rimasi ancora lì imbambolato fino a quando delle mani familiari mi presero per le braccia e mi trasportarono nel veicolo; girandomi vidi che era hoseok. ma non mi ero ancora ripreso.
"il nostro yoongi è rimasto fulminato dal piccolo jimin a quanto pare.." disse jeongguk in seguito ad un sospiro. lui e tae risero.
"quello era jimin?!" la domanda mi sorse spontanea; sentii delle voci sfocate, ma la mia mente era altrove. una catturò ancora la mia attenzione, proprio come qualche minuto fa.
"non sono gay!" esclamò con una voce fastidiosa namjoon.
"hey nam"
"si?" una risata in seguito.
"fottiti."

biberon;; [finita]Where stories live. Discover now