xvi

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terza persona

la donna bussò pesantemente sulla porta di casa, il trucco nero le colava dagli occhi.
"mamma?" chiamò jimin appena aprì.
"amore, scusa, p-posso entrare? ciao yoongi." parlava velocemente, quasi come il modo in cui scivolavano le sue lacrime.
"certo mamma, vieni. perché piangi?" il biondo era davvero preoccupato, anche yoongi.
"devo parlarti." disse in tono serio, una volta seduta.
chiese cortesemente un bicchiere d'acqua e, dopo essersi calmata, iniziò a parlare.
"ho sbagliato. ho sbagliato a fare molte cose."
"cosa hai fatto mamma?"
yoongi, sentendosi in dovere di chiederlo, disse se la madre preferiva sarebbe andato via, ma lei disse che poteva tranquillamente rimanere.
"allora..sai quei tuoi amici? taehyung e jungkook, il primo lo conosci da anni ormai. loro sono gay e io ti ho detto che facevano schifo.."
"mamma se vuoi non li frequento più."
"no, assolutamente. ascolta.
non c'è nulla di male se sono così, ho sempre detto quelle cose perché...io mi sentivo sbagliata."

erano davvero confusi tutti e due.

"jimin..mi piacciono le donne.
e so di avere quasi 49 anni...ma..l'ho capito solo qualche mese fa."
"allora perché dicevi che tae e-"

"credevo fosse sbagliato. come ti ho sempre detto, la famiglia è composta da donna e uomo.. ma non l'amore e la famiglia è amore. piccino tu non pensare mai di essere sbagliato, mi dispiace se ti ho fatto pensare il contrario..mi dispiace anche per ieri se hai sentito le urla, ma tuo padre lo aveva scoperto, e, dopo qualche minuto di confusione, ha capito e mi ha accettata. se oggi lo hai visto un po' giù è normale, ma non abbiamo litigato pesantemente.
soprattutto, ho notato qualcosa in te piccolo, da un bel po' anche..non vuoi dirmi nulla?" chiese tenendo le sue mani.

jimin stava quasi piangendo, diede uno sguardo a yoongi, quale fece cenno con la testa.

"ecco..m-mi piacciono i ragazzi, anzi...non lo so. p-però mi piace yoongi-hyung." la madre sorrise.
successivamente si alzò e andò ad abbracciare il più piccolo.

"oh jimin, non sai quanto mi dispiaccia..." riprese a piangere.
"yoongi, quindi tu.." si girò verso il 20enne.
"si, mi piacciono i ragazzi. anzi, jimin." sorrise annuendo.
"oh, sono così felice per voi..
tesoro, quanto riguarda quei messaggi...lei è la nostra vecchia vicina di casa, si sta trasferendo qua, a Seoul."
"quindi andrai via di casa?"
"si..ma tranquillo, verrò sempre a trovarti piccino!" lo rassicurò.
finalmente quando la madre smise di piangere, iniziarono a parlare su quell'argomento e vennero fuori molti pensieri diversi, ma, fortunatamente, tutti positivi. risero anche, risero molto, soprattutto alla storia di yoongi.

"[...]mi auto-convincevo di essere etero, mentre alla ragazza ritenuta più carina della scuola dissi di essere gay. non che non lo sia..."

yoongi

ridevamo tutti alla mia storia, ma io ero concentrato solo su un sorriso, quello di jimin.

"ma..voi due? come vi siete innamorati, eh?" chiese la madre, distraendomi da jimin jimin.
"oh..ecco..." cercai di iniziare un discorso.
"l'ho baciato io per primo! sono coraggioso eh?" arrivò dal nulla jimin, con un affare altezzoso.
risi e gli scompigliai i capelli.
"più che coraggioso direi curioso.. poi un argomento tira fuori un'altro e...abbiamo fatto dichiarazione a vicenda." finii.
"che carini!" esclamò la signora.
"ah ragazzi, starei a parlare con voi, ma devi scappare a lavoro, sono già in ritardo..." finì, per poi salutarci.

namjoon

"jin-ah è pronto?" dissi andando in cucina.
trovandolo ai fornelli mi diressi verso di lui abbracciandolo da dietro.
"primo, si dice hyung, secondo, no aspetta ancora qualche minuto"
"primo, ieri sera chi mi stava chiamando oppa? secondo, va bene, allora apparecchio."
sbuffò alla mia prima frase, mentre io al contrario risi.
dando un bacio sul retro della sua nuca, poi presi le posate ed il resto per apparecchiare.

"come va con la canzone?" mi chiese.
"bene...però manca qualcosa nella base, dovrei chiamare yoongi." parlai più che altro con me stesso.
"chiamalo!" suggerì jin.
quindi, finito di pranzare e sparecchiare, presi il telefono.

"hyung?"

"oh, ciao nam. dimmi"

"hai presenta quella canzone su cui abbiamo lavorato qualche giorno fa?"

"si cer- jimin attento al gradino! scusa, dicevi della canzone.."

"ecco, avrei bisogno di aiuto per la base.. c'è ancora qualcosa da sistemare e solo tu puoi aiutarmi."

"certo, ci vediamo sta sera?"

"oh, perfetto! grazie mille"

"di nulla jo- no jimin fermo!

ciao! io sono jimin, tu come ti chiami?"

"oh ciao jimin.. io sono namjoon"
sembrava davvero un bambino.. jeongguk me ne aveva parlato, ma non pensavo fosse serio.

"okay ora il mio hyungie ha una faccia arrabbiata, devo dargli il telefono..buona giornata joonie!"

senza dire nulla mise giù.
non riuscì a far nulla se non ridere per la tenerezza.

jimin

vedendo yoongi sdraiato sul divano a parlare al telefono, gli saltai addosso e iniziai a parlare con quella persona.
ma dopo quello sguardo da parte sua misi giù e gli diedi il telefono.
"scusa hyung."
dissi cercando di togliermi da lui, ma sentii una presa sulla vita.
lo guardai confuso.
"cosa c'è?"
per un attimo aveva uno strano sorriso sul volto, poi scosse la testa.
"ehm..niente."
pensai che volesse una scusa 'piú valida' quindi mi stesi su di lui e posai un piccolo bacio sulle sue labbra.
"stai forse cercando di attirare la mia attenzione?" chiese sorridendo.
"forse." dissi facendo, involontariamente, un movimento con il bacino.
"j-jimin, ma che fai?!"

biberon;; [finita]जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें