10) Vera famiglia

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Niall e Sunshine si erano conosciuti all'incirca cinque anni e mezzo prima.

Entrambi avevano solo diciannove anni all'epoca. Sunshine era andata via di casa da qualche settimana e Niall aspettava l'arrivo del Take Me Home Tour, che sarebbe giunto tre mesi dopo.

Per allora, prima della partenza del ragazzo, il rapporto tra i due sarebbe stato più che solido e i numeri di telefono reciproci salvati nelle rubriche dei loro cellulari.

Sunshine ricordava ancora il freddo che sentiva sulla metro quella sera di metà novembre. Era più svestita che altro. Avrebbe dovuto avere un colloquio in un locale notturno e per l'occasione si era mostrata propensa a quel genere di vita. Gonna corta, calze a rete e maglia scollata che mostravano fin troppo il suo seno. Visto che se il colloquio fosse andato bene avrebbe dovuto iniziare subito, tanto valeva.

Sunshine aveva messo piede nel locale e aveva subito cambiato idea. Si era data immediatamente della stupida. Fare la cameriera su tacchi vertiginosi o addirittura ballare su un palco non faceva per lei.

Non erano ancora iniziate le lezioni all'università. Aveva affittato un appartamento e voleva mettere un altro gruzzoletto da parte. Ma gli unici posti disponibili sembravano essere quegli strip club. Conclusione? No al lavoro in quel periodo e nessun gruzzoletto in più.

Si sentiva stupida e stanca, perché andando via di casa sapeva che si sarebbe trovata in difficoltà, ma era così orgogliosa e così fiduciosa nel prendere in mano la sua vita, che cercava tutte le volte di ricacciare via le lacrime. Non sarebbe tornata indietro per nulla al mondo. Non sarebbe più tornata a vivere in quella casa.

Così si era ritrovata sulla metro appena prima dell'orario di cena, senza neanche aver fatto il colloquio, ed essendo martedì il mezzo pubblico era quasi deserto. Si stringeva nel suo cappotto, cercando di coprirsi il più possibile e teneva il palo di metallo per sorreggersi talmente forte da avere le nocche bianche.

Non sapeva neanche lei perché non si fosse seduta. O forse sì. Sentiva una strana paura, che di solito non aveva. Una di quelle sensazioni negative che non sono mai errate. Stare in piedi vicino alle porte del treno la faceva sentire più al sicuro. Sarebbe stato più facile scappare da un imminente pericolo.

Una mano si era appoggiata sulla sua schiena, molto vicino al suo sedere e lei si era girata di scatto, nello stesso tempo in cui aveva fatto un balzo indietro. Ecco, appunto. Esattamente come pensava. Il suo stomaco si rivoltò per l'ansia più di quanto non avesse già fatto fino a quel momento.

«Dove vai da sola in giro a quest'ora, tesoro?»

Occhi scuri, capelli pieni di gel e puzza di alcool. Aveva attirato la persona sbagliata, ma per come era vestita era perfino prevedibile.

Sunshine aveva cercato di ignorarlo, girando la testa dall'altra parte e sbuffando infastidita.

«Posso accompagnarti ovunque tu voglia, dolcezza.»

Sunshine aveva sentito un brivido attraversarle la spina dorsale, mentre il respiro caldo dell'uomo si era fatto di nuovo troppo vicino.  

«No, grazie.» la sua risposta secca non aveva per nulla sconfortato l'uomo che continuava ad importunarla. Si era perfino leccato le labbra. Sunshine era decisa a scendere alla prossima fermata ed emise un gemito spaventato e di disgusto quando quel tipo le aveva afferrato il polso.

Un braccio che non apparteneva al tipo con troppo gel sulla testa le passò intorno alle spalle e lei morì quasi di paura. Erano in due? L'avrebbero presa con la forza, stuprandola in quel treno deserto?

«Lasciala in pace, amico.» un forte accento irlandese le aveva riempito le orecchie, mentre la sua schiena andava a scontrarsi con il petto di quello che a quanto pare sarebbe stato il suo salvatore.

Sex Resolution ◎Niall Horan◎Where stories live. Discover now