Chapter 5.

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Jack
(Leggete lo spazio autrice)

Avevo in tensione di portare Finn in un posto per fargli dimenticare tutto.. per farlo svagare. Volevo portarlo in un boschetto, da li si vede tutto il panorama. Era molto spaventato all'idea che dopodomani sarebbe dovuto andare dai poliziotti, aveva paura di quello che gli avrebbero potuto fare...

Io presi la sua bici, e lui mi camminava accanto.

"Allora, dove stiamo andando?" Disse dopo attimi di silenzio eterno. "Oh bhe, è una sorpresa." Sorrisi.

Arrivati al boschetto, vidi il corvino fare una faccia abbastanza perplessa e confusa.

"Che ti prende?" Chiesi
Non mi sentì.
Era troppo perso a guardare gli alti alberi che ci circondavano... troppo perso a guardare un posto che non siano le mura di casa sua.

"Finn!"

Silenzio.

"Finn!!" Poi si girò di scatto, scacciando via gli altri pensieri.
"Si, scusa, ci sono"
"Vieni, da questo lato si vede tutta la città"
Lo incitai a muoversi e mi seguì... dietro alcuni alberi c'erano delle rocce, da li si vedeva tutta Vancouver. Era uno spettacolo!

"Dai Finn, sbrigati!"
Cazzo, ci stavamo mettendo anni per svoltare un angolo... odio quando fa così!

"Sisi, scusami davvero."

Dopo di che ci sedemmo uno accanto all'altro ammirando quel panorama.
Non una parola.
Non parlammo per almeno 5 minuti.

                               Finn

Quel posto era veramente mozzafiato, non avevo mai visto una roba del genere. Così spaziosa, in grado di farti viaggiare con la mente.
Io e jack non ci degnammo di uno sguardo per almeno 5 minuti... quando poi parlò lui per primo.

"Vengo spesso qui..."
"Ah si, e cosa fai qui?" Chiesi infine
"Qui mi posso sfogare, lascio libera la mia mente e mi scollego dal mondo... letteralmente" disse poi spostando lo sguardo su di me.

"Vieni per piangere, giusto?" Istintivamente abbassò lo sguardo, avevo centrato in pieno l'argomento.

"Si..."
"E perché piangi?"
"Bhe, sono sempre stato preso in giro. Soffro di bullismo da un sacco di tempo... guarda" mi disse poi alzandosi la manica e mostrandomi le sue braccia. Erano piene di tagli ormai cicatrizzati... dio, si era fatto molto male.

Presi velocemente e con forza il braccio di Jack fra le mani e vidi che gli vennero i brividi...

"Questi sono tagli!?"
"Si!" Urlò prima di rimettere la manica al posto "sono sempre stato un ragazzo di cui il giudizio degli altri non importava, ma non fino a questo punto!"

"Adesso non lo fai più vero?" Chiesi con tono preoccupato...
"No no, lo facevo alle medie..."

Passarono altri due minuti, e poi, non riuscendo ad attaccare discorso... parlò ancora il ragazzo più piccolo.

"Sai, questo posto si chiama 'bosco del pianto'... una leggenda narra che un principe molto amato e stimato da tutti, veniva ogni giorno qua a piangere. Ecco perché lo faccio io. Perché mi sembra il posto più adatto per sfogarmi..."

Avevo in tensione di dire una frase orribile delle mie come un "ma chi te l'ha chiesto" o "e quindi? A me che importa?"

Però non lo feci, le parole si immischiarono malamente fra di loro e uscì una frase totalmente diversa..
"Dio! Fossi io un principe! Come poteva piangere una persona come lui, aveva tutto il ben di dio a casa!" Urlai, facendo sorridere di poco Jack.

Ero felice che stesse un po' meglio.

"Sei così stupido!" Disse poi "infatti questa leggenda serve da insegnamento, perché anche chi sembra avere una vita perfetta... in fondo ha le sue debolezze. Ha i suoi motivi per piangere... uno come me in sostanza. Sembro un ragazzo studioso, che avrà un bel futuro e ades-"

"E adesso stai a casa di un delinquente venendo a piangere dietro degli alberi nel bosco del pianto" finii la frase per lui...

"Proprio così."

Non so perché, ma nelle spiegazioni di Jack mi sentivo molto coinvolto. Insomma, anche io sembro non avere problemi perché sono un bullo e faccio spaventare tutti... e in realtà sono il primo a stare una merda.

"Anche uno come me, no?" Chiesi infine.
"Ma si, uno come te." Sorrise debolmente e acchiappai quel bellissimo e meraviglioso sorriso che provocò battiti accellerati e pelle d'oca... cosa mi stava succedendo?

"Questo lo considero il mio posto felice..." disse Jack tenendo lo sguardo fisso sul panorama...

"Bhe, potrebbe diventare il nostro posto felice..."

Di scatto mi guardò e le mie iridi nere si incastrarono con le sue marrone chiaro.

Altri brividi....

"...da amici" mi corresse poi.
"Certo! Da a-amici."

Perché?
Perché il mio cuore diceva che tutto ciò era sbagliato. Che io non volevo affatto quella frase detta da lui... la mia mente pensava l'opposto ma lui... il cuore, quello che tiene sotto controllo tutte l'emozioni. Lui diceva altro. Diceva che ci ero rimasto male.
Perché doveva essere il nostro posto felice... ma non da amici.

MA CHE DIAMINE MI STAVA ACCADENDO
NO
NO
NO.
VIA QUESTI PENSIERI ORRIBILI.

"no." Sussurrai quasi ad alta voce
"Come dici?" Si girò jack riportandomi al mondo reale.

"Cosa? Oh, niente. Pensavo e basta"

Gli sorrisi e ricambiò.

Spazio autrice.

MA HEYYYY!
Come statee ranocchie?
Scusate infinitamente per l'assenza ma ho avuto molto da studiare e niente, mi dispiace ancora. Inoltre perdonatemi se questo capitolo fa proprio schifo. Perché fa schifo ed è cortissimo lo so. Ma ho da aggiornare molte cose.
Prima di iniziare il capitolo vi avevo detto di leggere lo spazio autrice.

Allora, avevo in mente di fare un salto temporale abbastanza elevato. Tipo che finn e jack si conoscono ormai da 1 mese e  mezzo. So che è tanto ma ho bisogno di ciò per fare svolgere meglio la storia. Ditemi se vi crea qualche problema così ripristino tutto dalla mia mente :)

E niente, baci a tutti e noi ci sentiamo ;)

-giulia <3

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