Chapter 8.

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Finn.
(Leggete lo spazio autrice)

"Jack..." lo chiamai, guardando attentamente quello che aveva combinato.
Piangevo, piangevo come un coglione, perché la paura di poterlo perdere era alle stelle. Ormai le sue braccia erano delle enormi pozze di sangue, segnate dal dolore e dalla tristezza. Avevo in mente di chiedergli perché. Perché stesse facendo tutte quelle cose, dai tempi delle medie aveva smesso di tagliarsi... quindi perché ricominciare? Ma troppi pensieri e troppa ansia erano padroni del mio cervello in quel momento che, ho preferito non trattare quell'argomento.

"F-finn..." sussurrò singhiozzando... "m-mi dispiace, non s-sai quanto" disse mentre stringeva ancora di più la mia mano, spaventandosi del fatto che avessi potuto lasciarlo o abbandonarlo.

Dopo qualche minuto di silenzio infinito, lo aiutai ad alzarsi, anche se io stesso facevo un po' fatica ad alzarmi col braccio "segnato".
Sostenendolo lo feci sdraiare nel mio letto e io mi sedetti vicino a lui, guardandolo e accarezzandogli i capelli ricciolini.

"Insomma... se... se tu te la senti, magari... potresti dirmi... cosa ti succede... se, se ti va." Aggiunsi poi inceppandomi con le parole come bon avevo mai fatto!!

Sorrise.

"Q-quindi...?"
"F-finn, ti prego." Sussurrò. "Non mi va di parl-"
"Certo." Confermai annuendo e alzandomi dal letto... "capisco, capisco tutto. Vuoi c-che ti preparai qualcosa?" Aggiunsi...

Annuii debolmente e scesi di sotto per cucinargli qualcosa... sono un coglione. Non gli ho nemmeno chiesto cosa voleva preparato!!
Salii di corsa, avrei fatto una figura di merda ma francamente non mi importava.

"Jack! Scusa, non ti ho chiesto cosa volevi..." dissi ridscchiando
Sorrise anche lui, era bello quando sorrideva.

"Stupiscimi" riuscii a dire, mettendosi a sedere sul letto faticando un poco.
Dopo aver messo a soqquadro mezza cucina per preparare la sua colazione, gli feci una banale tazza di latte con dei biscotti e dei cereali.

Cercando di non fare cadere nulla, mi precipitai subito in camera. Jack era in piedi che guardava fuori dalla finestra... chissà a cosa cosa pensava.

O a chi pensava!

Disse quella inutilissima voce nella mia testa che non aveva fatto altro che ingannarmi per tutta la mia vita.

"Ehy..." entrai in camera, vedendolo piangere. I suoi occhi erano ancora rossi per il pianto di prima, mi faceva male vederlo così.
Posai la colazione sul letto e senza avere il tempo di chiedergli cosa stava succedendo, si fiondò sulle mie braccia... piangendo.
Inizialmente non ricambiai quell'abbraccio, poi mi lasciai andare e lo strinsi forte a me. Così forte da spezzargli le ossa, ma aggiustargli il cuore.

"Ho paura." Continuava a ripetere fra singhiozzi e pianti infiniti.
Stavo cominciando a preoccuparmi, non penso proprio che stia così male per il fatto che ero diventato amico di Sophia. Lui non è mai stato un tipo del genere.

"Vuoi dirmi che succede, Jack." Continuai  tenendolo ancora stretto a me. Dopo però si staccò, come se fosse stato un enorme sbaglio abbracciarmi... ma non ci feci tropo caso. Si asciugò le lacrime e dopo pochi attimi smise di piangere a dirotto.

"Jack ti prego."
"No, finn, cazzo! Tu... tu non capisci!" Si mise le mani fra i capelli continuando a fare avanti e indietro per la stanza...
"Hey, calm-" stavo per dire

"No!! Cazzo Finn no!! Tu... ODDIO LASCIA STARE! Ti prego lascia stare!! Va via." Dopo di che si girò dall'altro lato e non mi calcolò più. Ormai sembrava inutile chiamarlo o cercare di attirare la sua attenzione. Non mi rispondeva, non ne voleva sapere di confidarsi. Eppure, io dovevo scoprire cosa gli stava succedendo. Perché si tagliava. Perché piangeva sempre. Perché sembrava che non mi volesse stare vicino.

L'unica mia domanda era il perché di tutto questo.

Volevo delle risposte...
Uscii piano piano dalla stanza, evitando di irritarlo ancora di più.
Scesi al piano di sotto e mi sedetti sul divano con la testa fra le mani. Ero arrabbiato, non con Jack, assolutamente. Non lo sapevo nemmeno io perché ero arrabbiato, ma tutto e tutti mi stavano sulle palle.

Bene, in una casa c'erano due malati depressi. Fantastico!! Da sopra sentivo rumori e pianti. Già, ancora questi pianti. Probabilmente Jack stava dando calci ovunque. Al letto, alla scrivania, all'armadio... era nervoso. E non solo lui...
Feci per farmi un the quando tutto si rovesciò e finì per buttare a terra la tazza, provocando un assordante rumore di ceramica distrutta.

"Cazzo, cazzo, cazzo!" Dicevo tra me e me. Non sistemai nulla in cucina, non mi abbassai per pulire, non feci nulla. Mi misi sul divano e sprofondai in un sonno profondo.

    
                               Jack.

Di sotto avevo sentito un rumore di una tazza rotta, Finn ne aveva rotta un altra. Bene!
Quando sono confuso, nervoso e arrabbiato mi metto a dare calci ovunque e a chiunque. E a piangere, infatti singhiozzavo, non sapevo come controllarmi. E mi facevo paura io stesso, avevo spaventato anche finn e anche se lui non dava a vedere io lo capivo.

Dio, poi l'ho abbracciato! Sono stato così bene fra le sue braccia, mi fa sentire al sicuro. Come se tutto il male che provo in quel momento svanisse, mi sento protetto.
Ma... no... lui non mi piace.
Insomma, è un ragazzo!
E poi... non posso stare vicino a lui.

"Questo cazzo di ricatto mi sta uccidendo." Dissi piangendo... ed è vero, lentamente mi stava sotterrando...

Spazio autrice.

Heyyy, buon primo maggio a tuttiiii yeeee. Mi scuso davvero per l'assenza ma ho dormito dalle mie amiche e non mi sono potuta dedicare al capitolo. Vi avevo chiesto gentilmente di leggere lo spazio autrice perché devo ringraziare FinnWolfhardMyLove. Simone mi ha aiutata con i prossimi avvenimenti super intriganti che succederanno nei capitoli successivi. Mi ha consigliato di fare determinate cose e volevo ringraziarlo sennò non avrei manco fatto questo capitolo ahahaha. Voi state riuscendo a capire? Ahahaha tranquilli se non ci arrivate, più avanti si va, più si capisce. Intanto vi ringrazio in anticipo per le stelline e per i commenti. Bazzzzinii <3

-giulia

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