Chapter 13.

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Jack.

Ero ancora in camera che aspettavo, avevo sentito parlare qualcuno ma non ero riuscito a decifrare il tutto. Me ne stavo lì, ad aspettare che Finn mi venisse a chiamare... dopo alcuni minuti sentii la porta d'ingresso chiudersi e una voce chiamarmi...

Scesi e con faccia curiosa mi sedetti sul divano aspettando che mi dicesse tutto. Era come, agitato... si torturava le mani e i capelli e sinceramente stavo cominciando a dubitare del fatto che fosse una cosa totalmente normale.

"Quindi... è successo qualcosa?" Mi affrettai a dire.
"Jack, scusami tanto." Aggiunse lui sussurrando per poi abbracciarmi...

"Hei, sta sereno" lo strinsi di più a me, mentre sentivo le sue lacrime bagnarmi la manica. "Cosa è successo?"

A un certo punto bussarono con prepotenza alla porta, ci girarammo di scatto senza capire niente.
O almeno, io non stavo capendo nulla.
Finn spalancò gli occhi e si mise davanti a me come per proteggermi.

"F-finn..."
"Shh!" Mi zittì e con passo felpato andammo ad aprire la porta.
Senza nemmeno avere il tempo di vedere chi era, una figura strana, un poliziotto, puntò la pistola contro la fronte di Finn che istintivamente alzò le mani in segno di arresa.
Mi misi una mano per tappare la bocca, poiché stavo per urlare dallo spavento.
Quella sottospecie di poliziotto, perché non avevo capito bene chi fosse sinceramente, non si era nemmeno accorto di me. Pensava solo a Finn, a puntargli la pistola contro, a fissarlo negli occhi tanto di non accorgersi della mia presenza.

"Tu..." disse poi Finn...
"Din din din din, indovinato Wolfhard, sono proprio io." Potevo notare dalla faccia del corvino, che quell'uomo ghignò non appena lo vedette in difficoltà.

"Sei un bastardo, solo un bastardo Jonson!" Continuava a ripetere Finn mentre l'uomo spingeva la pistola più forte contro la fronte del ragazzo.
"E tu dovresti essere un cazzo di poliziotto! Mi hai fatto pure arrestare..."

Dopo poco capii che sì, Carl Jonson, il capo dei poliziotti, colui che fece arrestare Finn, era proprio di fronte a quest'ultimo che lo riconobbe subito. In sostanza, aveva sempre fatto finta di essere uno che sta dalla parte dei "buoni".

Quando in realtà, era solo uno sporco assassino.
In quel momento capii che non dovevo assolutamente farmi vedere, quindi, piano piano cercavo di abbassarmi andando indietro.

La mazza da baseball di Finn...

"Oddio mio Wolfhard, e te ne sei accorto solo adesso che non sono un fottuto poliziotto?" Rise sarcasticamente Jonson.... "sì più sveglio!"

"Lasciami stare." Continuava a dire Finn.
"Oh bhe, potrei farlo... ma non ci penso proprio. Così imparearei, ti darò una bella lezione."

Il corvino stesso non capiva di cosa stesse parlando e glielo fece notare subito.

"Giusto... tu non sai nulla... è una sfortuna per te Wolfhard, che i tuoi genitori siano morti. Volevo essere io a ucciderlo con le mie stesse mani. Ma ahimè, sei rimasto tu. E farò uno strappo alla regola, ucciderò un innocente... tanto che cambia"

"Che cazzo c'entrano i miei genitori adesso!" Sbraitò Finn più arrabbiato che mai... odiava quando si parlava dei suoi genitori.

"Quei piccoli bastardi hanno ben pensato di soffiarmi via i soldi, prendendoseli con l'inganno e poi hanno per giunta ucciso mio figlio... MIO FIGLIO!!" Urlò poi, non potevo credere che avevano ucciso un bambino innocente.

"Sicuramente non l'avranno fatto appos-"
"SI, PERCHÉ ERANO DROGATI COME SEMPRE!" Disse spingendo il corvino con la pistola che si ritrovò sta volta alla tempia...

"E adesso devi dire addio a tutto e a tutti Finn Wolfhard. Perché come hanno ucciso il mio di figlio, io ucciderò il loro di figlio."

Caricò la pistola.

"Baci, Wolfhard."

Dito sul grilletto.

È il momento di farsi avanti Jack Grazer.

Mi misi a correre in direzione del poliziotto e con la mazza di Finn lo colpii alla testa, facendolo cadere a peso morto sul tavolino di vetro che si ruppe in mille pezzi.

Finn era ancora dietro di me quando, ancora in preda alla rabbia, presi la pistola con cui Jonson minacciava il ragazzo...

"NESSUNO, TOCCA, FINN, WOLFHARD!" Urlai prima di premere il grilletto in direzione di Carl.

Poi, mi girai verso il corvino che mi abbracciò forte, stringendomi bene a se.

"Pensavo fosse finita..." disse quasi sussurrando.

"Non sarà mai finita, fino a quando tutti non ci lasceranno in pace."
Esclamai poi, staccandomi dall'abbraccio.

Intanto la televisione era ancora accesa... c'era il telegiornale che annunciava le ultime notizie, quando, mi si fermò il battito per un minuto.

Un altro casino, in mezzo a tutto questo bordello.

(LEGGETE SOTTO!!)

Spazio autrice.

MABUONASERAAAA!!
Eccomi qua, non molto in ritardo sta volta dai su. Scusate infinitamente invece, se il capitolo è piccolo ma è pieno di colpi di scena e non volevo fare tutto d'un colpo. Adesso, so che aspetterete con ansia il penultimo capitolo di questa storia, succederanno """cose""" ihihi.
Apparte lo scherzo, adesso io vado a letto perché domani ho la sveglia alle 5:00

LA CALABRIA MI ASPETTA WHOOO
si, parto per un viaggio di istruzione.
Notte e a domani <3

-giulia

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