38.

4.3K 291 107
                                    

Ci pensasti per un po' prima di decidere cosa fare. Avendo già avuto delle esperienze con i numeri sconosciuti, non è che ti fidassi così tanto, ma in fondo non avevi molta scelta. Chi ti aveva scritto sapeva cosa stavi passando e molto probabilmente aveva ciò che stavi cercando.

Ti recasti all'indirizzo scritto nel messaggio utilizzando un taxi e senza dire nulla né a Taehyung, né a Jungkook.

Davanti a te si ergeva uno stabile alquanto trasandato, grigio, deteriorato dal tempo. Tra tutte le ipotesi, quella più plausibile era che fosse una vecchia fabbrica abbandonata. Un luogo che, oltre ad essere isolato, trasmetteva una certa inquietudine.

Dopo aver congedato il taxi, ti facesti coraggio ed entrasti nell'edificio. Faceva un po' freddo, ma in quel momento non riuscivi a sentirlo sulla tua pelle. Eri troppo concentrata a capire dove dovessi andare, perché era quasi tutto buio e nessuno era venuto ad accoglierti.

Beh, da un lato era meglio così.

Ti inoltrasti di più nella fabbrica, passando di fianco a enormi macchinari arrugginiti e sotto a lampade che funzionavano a intermittenza, trasmettendo una fredda luce, degna di quel posto poco rassicurante.

Ad un tratto notasti che, vicino a una postazione di controllo di un braccio meccanico, c'era una porta sulla parete. Era una porta all'apparenza pesante, ed era grigia e fredda. La apristi, rivelando una stanza illuminata. Quando sospirasti notasti una nuvoletta uscire dalle tue labbra... caspita, ma non avevano il riscaldamento lì dentro?

"Y/N?" sobbalzasti non appena sentisti una voce.

Di nuovo... quella voce.

Quella che saresti riuscita a riconoscere anche in mezzo a una folla durante un concerto rock.

"Jungkook?" ribattesti tu.

Nell'angolo della stanza, seduto a una scrivania, c'era l'agente in tutta la sua bellezza. Aveva cambiato la pettinatura dei capelli facendo scomparire la frangia; ora aveva mezza fronte scoperta e metà leggermente coperta dal ciuffo. Sembrava che li avesse pure tinti di un nero più intenso.

Era un po' diverso, ma in fondo era sempre lui.

"Che ci fai qui?" chiese lui.

"No, che ci fai qui tu!" dicesti tu. Lui sospirò abbassando la testa verso la tastiera del computer.

In quel momento un'altra porta si aprì all'interno della stanza, rivelando... Taehyung. Tuo cugino. Che ci faceva lì?! Cosa stavano combinando?!

"Yoongi è davvero una rottura di co- Y/N?!" quasi urlò. Nei suoi occhi c'era quello sguardo di chi sa di essere stato beccato con le mani nel sacco.

"Ciao anche a te, Taehyung" pronunciasti il suo nome con un pizzico di rabbia, cosa che giustamente stavi provando, dato che non capivi cosa stessero tramando.

"Non vi siete fatti sentire per una fottuta settimana" facesti notare. Entrambi abbassarono il capo, colpevoli. "Avete idea di quanto io mi sia preoccupata per voi? Volevo chiamare la polizia, ma continuavo a ripetermi di non farlo perché Taehyung mi aveva scritto di stare tranquilla! E Jimin... dov'è Jimin? E perché tu hai pronunciato il nome di Yoongi, prima?"

"Non è come credi..." iniziò Jungkook, alzandosi dalla sedia e venendoti incontro con le mani protese in avanti. "Jimin sta con tua zia in questo momento... noi avevamo del lavoro da sbrigare"

"Con Yoongi" dicesti immediatamente.

"Con Yoongi" ripetè Jungkook. Ora era davanti a te. La voglia di abbracciarlo era tanta, ma anche la voglia di prenderlo a pugni lo era.

"Lo stiamo facendo per tuo padre e per te" si aggiunse Taehyung. "Sappiamo cosa è successo. Abbiamo parlato anche noi con Jin. Stiamo cercando di fargli credere che siamo contro di te, o una cosa del genere..."

"Esatto. Ma tu, come hai fatto a trovarci? Non dovresti essere a casa?"

"Mi hanno mandato un messaggio...."

"È tardi. Torna a casa, prima che quello psicopatico torni di qua" sbuffò l'agente posando una mano sul tuo fianco.

"Credo sia stato Yoongi a mandarle il messaggio, Jungkook"

"Di sicuro"

La porta da dove prima era entrato Taehyung, si aprì nuovamente. Inizialmente nessuno si presentò, lasciandovi tutti e tre col fiato sospeso. Nessuno osava muoversi di un centimetro. Poi, improvvisamente, un ragazzo con i capelli neri e vestito di scuro entrò. Aveva un sorriso strano in volto, come se stesse aspettando quel momento da molto tempo. Non era così alto, ma la sua aurea era comunque inquietante.

"Oh, allora sei venuta" la sua voce era molto bassa e roca, cosa che ti provocò dei brividi lungo la braccia e la schiena. "Io e te dobbiamo parlare di molte cose..."

FBI man knowing me || Jungkook × ReaderWhere stories live. Discover now