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Una volta allontanati dalla costa ed esservi introdotti nell'autostrada, un sacco di brutti pensieri passarono nella tua testa: e se questa volta tuo padre non ce l'avesse fatta? E se ora Jungkook era arrabbiato perché la vostra è durata neanche un giorno e mezzo? 

Tu non parlasti, Jungkook neanche. Aveva pensato che in un momento come quello, la scelta migliore fosse il silenzio. Scelta pressoché errata, dato che stavi lentamente annegando nei tuoi pensieri negativi. Per questo decidesti di aprire bocca, ma solo quando mancavano circa dieci minuti all'ospedale.

"Mi dispiace che sia successo questo..." 

"Non è colpa tua. Da una parte è un bene che io abbia portato il telefono in spiaggia, no?" ti rispose lui spostando la mano dal cambio alla tua coscia per darti un po' di conforto.

"Sì, ma... se non avessi letto il messaggio, tu me lo avresti detto comunque?" domandasti. Jungkook tolse la mano dalla tua gamba e la portò al volante.

"Ovvio" il suo sguardo non abbandonava mai la strada davanti a lui. Stavate attraversando un lungo viale alberato, e da lì a poco vi sareste trovati davanti l'ospedale della zona. "Non ti nasconderò più nulla dopo quello che è accaduto" continuò.

"Ti conviene"

"È una minaccia?" ridacchiò. Davanti a voi si trovava l'enorme parcheggio dello stabile.

"Più o meno" dicesti. 

Vedere Jungkook impegnato a parcheggiare la sua auto nel parcheggio usando la retromarcia, era parecchio appagante: spostava lo sguardo furtivamente dallo specchietto retrovisore al parabrezza posteriore mentre teneva la lingua tra i denti. Ogni tanto sussurrava anche qualche imprecazione perché sbagliava manovra, ma questi sono solo piccoli e futili dettagli.

Quando parcheggiò scendeste entrambi dalla macchina e vi dirigeste di corsa all'interno dell'ospedale. Un'infermiera vi condusse alla camera, all'interno della quale trovasti tuo padre sdraiato sul letto e circondato da macchine varie e la flebo. Seduto sulla sedia piazzata lì di fianco si trovava Taehyung, il ché non era un bene; infatti si alzò di scatto non appena vi vide entrare. Passò da calmo a furioso nel giro di pochi secondi.

"Jungkook! Cosa ti avevo detto?! Non mi hai mai ascoltato, e mai mi ascolterai! Sei impossibile! Sei peggio di Jimin! Lui almeno mi dà retta, a differenza tua! Ma ti è andato in fumo il cervello?! Cos'hai in quel cranio?! Un criceto?!

"Papà... cos'è un cranio?" tutti e tre vi voltaste verso quella piccola vocina: era Jimin, il quale era appena uscito dal bagno. Un momento: quel bambino riusciva già ad arrangiarsi?!

"V-va in bagno d-da solo?" chiese Jungkook al posto tuo. Sembrava sconvolto tanto quanto te.

"Oh, Jimin... sì, a quanto pare ha il sistema nervoso molto sviluppato. O forse è solo merito mio! Ti ho insegnato bene, vero amore?" si vantò tuo cugino, prendendo in braccio il pargoletto, il quale annuì energicamente per poi appoggiare la testolina alla spalla di Taehyung.

Dopo quella scena, ti concentrasti totalmente su tuo padre. Dormiva... sembrava tranquillo, ma avevi bisogno di sapere.

"Taehyung, l'ho letto da sola il messaggio. Come sta ora?" chiedesti un po' titubante. 

"Lui..." guardò tuo padre, "è stabile. Hanno detto così. In teoria si riprenderà, non è grave come l'altra volta"

"Oh, grazie a Dio" sospirasti, abbracciando d'istinto Jungkook.

"Sono contento per voi" osservò lui, "non vi meritate altri casini, tanto meno delle disgrazie."

Jimin ridacchiò per un motivo ignoto, attirando nuovamente l'attenzione su di sé. Quel bambino voleva per forza essere al centro dell'attenzione, accidenti.

"Perché ridi?" gli chiese Taehyung, anche lui sull'orlo di una risata. Jimin era contagioso, a quanto pareva. 

Il bimbo fece spallucce. "Mi fa ridere Jungkookie"  

"Che carino, usa lo stesso soprannome che ti ho dato io-"

"-e che non usi mai" concluse la tua frase Jungkook, "anche perché, se solo osi usarlo, ti spezzo le gambe" ti minacciò. Beh, questa minaccia ti avrebbe solo portata ad utilizzare quel soprannome decisamente più spesso. 

Il resto della visita procedette tra risate e discorsi vari, fino a quando tuo padre si svegliò a causa di Jimin, che aveva fatto cadere un vaso di fiori (c'era da aspettarselo, ad essere sinceri). Taehyung molto stranamente non lo sgridò, ma forse solo perché c'eravate tu e Jungkook. 

Abbracciasti tuo padre, il quale ti disse che stava già meglio, e per la prima volta gli presentasti il tuo ormai fidanzato Jeon Jungkook. Naturalmente tentasti di evitare l'argomento FBI, peccato che tuo padre avesse guardato il telegiornale e quindi sapesse fin troppo bene chi fosse. Perciò perdeste una mezz'ora abbondante a raccontargli la vostra strana storia, e come eravate finiti per mettervi insieme.

Tuo padre non si sarebbe mai aspettato che sua figlia finisse insieme ad un ex agente/stalker, eppure...

Al termine della visita salutaste tutti e quattro tuo padre, e poi tornaste ognuno a casa propria. Tu e Jungkook iniziaste subito a mettere via le cose che prima giacevano all'interno delle valigie, e saltaste perfino la cena. Ad una certa ora però vi venne fame, quindi ordinaste delle pizze e terminaste la serata sul divano, con il vostro cartone tra le mani e il film che avreste dovuto guardare al mare (e che invece era stato messo in pausa per fare tutt'altro...).

Erano le dieci quando Taehyung ti scrisse.

Taehyung 
9 giugno


Domani andiamo al luna park.
No, non è una domanda.
Sì, viene anche Jimin. In realtà ci vado perché lo vuole lui, però non voglio essere da solo, quindi venite grazie.
22:00

Ps: ripeto, non sono io quello che vuole andarci. Giuro. 
22:01

Leggesti i messaggi a Jungkook, il quale rispose con:"Sì, come no. Chissà come ha fatto a corrompere Jimin per convincerlo a dire che vuole andare lui al luna park" 

Conoscendolo, sapevi che aveva ragione: Taehyung era molto più infantile di quello che sembrava.

FBI man knowing me || Jungkook × ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora