twentynine

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sabato 31 marzo
11:11 pm


Non gli sarebbero bastati tutti gli applausi o le grida del mondo. La folla completamente fuori di sé, che gridavano a piena voce, che erano lì a guardarlo dare il meglio di sé. Nulla di tutto quello che poteva soddisfarlo così pienamente in precedenza ora aveva qualche tipo di influenza su di lui. Si sentiva pesante, usato, gettato via accartocciato come un foglio di carta. Il petto si alzava e abbassava, ancora pieno di rabbia. Gli occhi si perdevano in qualsiasi angolo della stanza, che a sua volta erano capaci di ricordargli qualcuno di cui neanche lui aveva idea.

Come era ci era finito lui, il poco interessato Namjoon, sempre attento solo a sé stesso, con nessun tipo di amico stretto, a perdere così tanto la testa per qualcuno che esisteva solo nella sua testa? Perché era arrivato a pensare a quello, che quel ragazzo rosa fosse solo frutto della sua testa, una persona completamente inesistente, che stava dietro a chissà quale telefono tra le centinaia che giravano a scuola. Si era ossessionato su un'immagine indefinita, un'ombra, una sagoma sfocata vagamente umana.

E tutto intorno a lui non era più lì. Mentre era seduto sul divanetto arancione dei camerini dietro al locale, facendo respiri profondi come se tentasse di scacciare la rabbia fuori dal suo petto. Era finito tutto esattamente com'era cominciato, all'improvviso, senza motivo. Per un capriccio, prima di Namjoon per avere la fiducia dell'altro, e poi di Pink Boi perché non voleva più avere a che fare con lui.

Cominciava ad odiarlo. Si sentiva stupido per aver desiderato così tanto un amico in lui, per aver anche solo creduto che forse un giorno sarebbero arrivati ad essere tanto vicini da potersi definire un'amicizia invidiabile. La sua gola si faceva secca al solo spinsero di chissà dove poteva essere in quel momento. Provava quasi il desiderio di una profonda vendetta nei suoi confronti.

"Amico, tutto bene?" domandó Hoseok quando lo raggiunse anche lui nel piccolo camerino da cui Namjoon non si era mosso dal termine dell'incredibile esibizione che avevano avuto. Il rosso piegó leggermente la testa di lato, tentando di interpretare l'espressione che il corvino aveva sul proprio volto. "Perché non vieni di là a farti un giro? Ci sono un po' di persone che ti stanno aspettando."

Scosse la testa. Non gli interessava. Non voleva davvero vedere nessuno al momento. "Penso che me ne tornerò a casa."

"E dai, Namjoon, non posso lasciarti andare a casa in queste condizioni, sembra che ti sia appena morto il cane." si lamentó Hoseok, avvicinandosi al proprio amico e afferrandolo, tirandolo con forza in piedi ed infilando il proprio braccio sotto quello dell'altro. "Facciamo così, ti offro tutto l'alcool che vuoi. Hai la faccia di qualcuno che ne ha un disperato bisogno."

Namjoon fece una smorfia. Odiava dover fare una cosa del genere, dimostrarla: aver bisogno di bere. Dover bere per un bisogno. Bere era sempre stata qualcosa che aveva fatto di rado, giusto per godersi un po' di più la serata, ma improvvisamente stava diventando la sua soluzione per allontanarsi dalla realtà. Ma non se ne lamentò, e si lasciò guidare da Hoseok all'interno del locale, pieno di fumo e col pavimento appiccicoso.

Si fecero strada tra le persone, e il rosso poi batté la mano sul bancone ordinando per entrambi. Namjoon si guardò attorno, passandosi una mano fra i capelli. Lo cercava in continuazione, anche non avendo la minima idea di come fosse fatto. I drink non fecero nemmeno in tempo ad essere annunciati dal ragazzo dai capelli rossi che Namjoon afferrò tra le dita il proprio e tirò indietro la testa. Hoseok alzò le sopracciglia. "Okay, stavo solo scherzando quando ho detto che sembravi aver bisogno di alcool, ma a quanto pare è davvero così." si lasciò scappare una risata del tutto adorabile dalle labbra, "alla salute!" esclamò in ritardo, mentre Namjoon stava già richiedendo il secondo giro, e anche lui si gode il proprio drink.

i am gay  ✓Where stories live. Discover now