17. Scoiattoli incontinenti

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Okay Emma, puoi farcela.
Sono seduta sulla mia finestra da dieci minuti perchè non ho il coraggio di arrampicarmi su questo esile albero.
Sono sicura che i tronchi non reggeranno il mio peso e mi schianterò al suolo.
Più li guardo e meno mi fido a metterci il piede sopra.

Ma guarda cosa mi tocca fare per Tyler!
Cosa avevo in testa quando ho accettato il suo invito?

Ma certo!
Tyler.

Tolgo il telefono dalla tasca e stando attenta a non farlo cadere gli scrivo un messaggio.

Vieni sotto la mia finestra. Sono bloccata su un fottuto albero. Ho bisogno del tuo aiuto.
-Emma

Tecnicamente non sono bloccata sull'albero, ma probabilmente verrà qui subito e io potrò finalmente toccare terra.

Più passano i minuti e più temo per la mia vita, dato che Tyler non mi ha risposto al messaggio e non è ancora arrivato.

Sto per cercare di girarmi per ritornare in casa, quando la sua voce mi ferma.
«Che cosa hai combinato?»
Ma è Tyler!
Guardo verso il basso.
Non riesco a vederlo con chiarezza, ma la luce della luna mi basta per osservare il suo viso.
«Zitto» lo ammonisco, sentendolo sbuffare.
«Aiutami» lo scongiuro e lui si guarda in giro forse in cerca di una scala o qualcos'altro.
«Okay. Siediti sul tronco e poi lasciati andare. Ti prendo io» sussurra e si avvicina all'albero.
«Cosa? No!» quasi urlo, ma mi tappo subito la bocca per non svegliare nessuno.
«Avanti Emma! Non voglio stare qui fino a domani» brontola e io chiudo gli occhi per un istante, sperano di trovare il coraggio che non ho.

Dai Emma.
Siediti.

Prendo un respiro profondo dopodiché faccio come mi ha detto Tyler.
Adesso devo solo abbandonarmi alla morte e schiantarmi al suolo.

«Mi prenderai, vero?» gli domando con voce tremante.
Non mi piacciono molto le altezze.
Aggiungiamo il fatto che c'è buio pesto e ho una mano appiccicosa.
Credo di aver toccato una cacca di scoiatolo.
«Non aspetto altro» sussurra incitandomi con lo sguardo.
«Tyler» lo richiamo e lo vedo ritrarre le braccia, estremamente irritato.
«Cosa c'è?» domanda con i nervi a fior di pelle.
Immagino già la vena sul collo ingrossata e la mascella contratta.
«Credo di aver pestato una cacca di scoiattolo» piagnucolo e lo sento ridere.
«Scendi o ti vengo a prendere» ridacchia e si posizione di nuovo come pochi secondi prima.

Chiudo gli occhi e mi lascio cadere in avanti, pronta allo schianto.
Ma il mio sederino non tocca terra, dato che sento le braccia di Tyler circondarmi il corpo.
Lentamente apro un occhio, ma riesco soltanto a vedere la sua guancia.
Schiudo anche l'altro e deglutisco prima di alzare lo sguardo.

E sono lì.
I suoi occhi sono già posati sul mio viso e io non posso fare altro che pensare quanto Tyler sia bello.

Le labbra carnose e rosee, il naso all'insù e la mascella pronunciata.
Ora che lo guardo da più vicino noto che ha due piccoli nei sulla guancia destra.
Non ci avevo mai fatto caso.
Scruto il suo volto alla ricerca di altre particolarità a cui non ho prestato attenzione, ma Tyler interrompe la mia perlustrazione.

«Cos'è sta puzza?» domanda facendo una faccia schifata.
Delle rughe d'espressione si formano tra le sopracciglia e io vorrei tanto passarci sopra il dito.
«Sono gli scoiattoli» sussurro incantata dalle sue labbra.
Alzo il braccio per mostrargli la mano sporca e lui istintivamente sposta la testa di lato, facendo guizzare i nervi del collo.
«Lavati quello schifo» sussurra, dopodiché mi mette giù.

Lo seguo fino in casa guardandomi alle spalle di soppiatto, per vedere se qualcuno si è accorto di noi.

Una volta dentro casa mi sento già meglio.
Avevo iniziato ad avere freddo a causa del tempo trascorso sulla finestra.

A passo svelto mi dirigo verso la cucina e noto con piacere che ha completamente cambiato tutti i mobili.
L'altro giorno non ci ho fatto caso e mi chiedo come diamine ho fatto a non accorgermene, dato che adesso è tutto completamente nuovo e luminoso.
Probabilmente ero distratta dagli addominali di Tyler e dalla mora con la gambe chilometriche.

Ho fin paura di toccare il marmo nero con le mani sporche, così alzo la maniglietta del lavello con il gomito.
Mi lavo con cura le mani, ma non riesco a trovare uno strofinaccio per asciugarmi.

«Tyler, con cosa mi asciugo?» domando guardandomi attorno.
«Tieni» sento la sua presenza alle spalle, così mi volto e lo trovo fin troppo vicino del dovuto.
Afferro l'asciugamano che mi sta porgendo, dopodiché lo appoggio sul ripiano da cucina.

Osservo le gambe di Tyler, lasciate scoperte dai pantaloncini della Nike.
Non ho il coraggio di alzare lo sguardo.
Siamo troppo vicini.

Mi scosto di lato e schiarisco la gola, incrociando le braccia al petto.
«Allora? Come mai sono qui?» domando e mi volto.
Ho un sussulto quando lo guardo.
Ha i capelli castani scompigliati e la maglietta stropicciata, probabilmente per colpa mia.
«Ho comprato il gelato. Menta, nutella e stracciatella» sussurra e a me quasi cade la mascella sul pavimento.

Si ricorda i miei giusti preferiti.
E ha comprato il gelato per me.

Il mio stomaco è in subbuglio e le guance si tingono di rosso.
Lo ha fatto davvero?

«Grazie» boccheggio mentre sulle labbra mi spunta un sorriso.
«Accomodati pure sul divano. Io arrivo» annuisco e mi volto uscendo dalla cucina.
Svolto a sinistra e percorro alcuni passi prima di bloccarmi davanti al divano.
Dove mi metto?
Lui si metterà vicino a me, vero?

Scuoto la testa.
Che importanza ha dove mi metto?
Nessuna!
Allora siediti e basta.

Mi sfilo le scarpe e mi siedo nella parte più comoda del divano a L: quella dove i due bracci si incontrano.

Poco dopo Tyler mi raggiunge con la vaschetta e due cucchiai in mano.
Sussulto quando si siede affianco a me e così facendo fa scontrare le nostre braccia.
Mi porge un cucchiaio e io lo afferro osservando il suo viso.
«Grazie Tyler» gli sorrido sinceramente e lui osserva le mie labbra.
Non risponde, ma continua a guardami.
Resto ferma nella speranza che continui quello che avevamo interrotto al parco, ma proprio quando i nostri nasi si stanno per sfiorare lui si blocca.
Alza un braccio e la sua mano si avvicina alla mia testa.
«Hai una foglia tra i capelli» sussurra e il mio viso va in fiamme.

Ma perché non può mai essere tutto perfetto?
Sembra che l'universo non sia dalla mia parte.

Sento delle ciocche tirare leggermente e intuisco che l'abbia tolta.
Me la mette davanti agli occhi e io divento ancora più rossa.
«Grazie» sussurro e volto la testa di lato.
«Vuoi vedere un film?» propone e io annuisco distratta.
«Certo» dico e affondo il cucchiaio nella vaschetta che lui mi porge, per prendere il telecomando dal ripiano.
Si piega per afferrarlo e io che stavo mangiando tranquillamente il gelato, mi strozzo incominciando a tossire come non mai.

Tyler si volta nella mia direzione e io cerco di trattenere i colpi di tosse.
«Stai bene?» domando alzando un sopracciglio per guardami di traverso.
«Ma culo!» esclamo e mi tappo subito la bocca.
Spalanco gli occhi.
Ditemi che non l'ho detto.
«Ma certo» ripeto, ma sono sicura che lo abbia sentito.

Lo vedo da come mi guarda. Con quel sorriso furbo da prendere a baci.


Note:
Hello💘
Come state?
Spero bene!

Ecco qui il nuovo capitolooooo😊.
Non sono poi così cattiva dai😉.
Lo so che volete il bacio, ma deve venire in modo naturale e non a comando.
Comunque presto sarete accontentate❤️.

Intanto fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto.
Un bacio😘.

YoungbloodWhere stories live. Discover now