51. Feelings

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«Comprami un biglietto per Sydney ti prego» singhiozzo, cercando di tenere stretto il telefono a causa del tremore del mio corpo.
«Stasera lo prenoto» la voce calda di mia sorella mi solleva un po' il morale.
«Non ce la faccio più Hailey» sussurro, asciugandomi le lacrime con le dita.
«Non sei sola Emma. Hai me e Seth. Se hai bisogno chiama. Anche nel cuore della notte noi ci saremo» mi rassicura ed è come se la sentissi vicino a me, che mi abbraccia e mi bacia la testa.
Ho bisogno dei miei fratelli.
Voglio potermi sfogare con qualcuno che mi capisca davvero.

Quel giorno stesso, alla sera, li ho subito chiamati e gli ho detto tutto.
Meritavano di sapere anche loro.
Diciamo che l'hanno presa meglio di me, ma sono feriti come me, solo che non lo mostrano per non farmi sentire ancora più male.

«Devo tornare a lavoro adesso. Ci sentiamo domani. Ti voglio bene sorellina» una lacrima scende ancora sulla mia guancia.
Non lasciarmi sola in questa casa vuota e triste.
Non lasciarmi ai miei problemi.
«Va bene. A domani» riaggancio dopo averla salutata ancora una volta, ma non poso il telefono sul letto.
Lo fisso per alcuni secondi indecisa se chiamare Seth o meno.
Sicuramente anche lui sarà a lavoro e non voglio disturbarlo.
Alla fine accantono l'idea e mi alzo dal letto, andando verso la porta della mia camera.

Ho bisogno di uscire. Devo andarmene da questa casa o rischio di spaccare tutto.

Mi hanno mentito tutti. Lo hanno fatto senza pensare nemmeno per un secondo a quello che avrei potuto provare.
È come se non mi avessero mai considerata.

Prendo la giacca di jeans dalla sedia della scrivania e il pacchetto di sigarette nascosto in uno dei tanti cassetti.
Scendo al piano di sotto trascinando i miei piedi, senza forze.
Mi lascio alle spalle la porta di casa, che chiudo, e davanti alla quale mi fermo per accendermi una sigaretta.

«Em» una voce calda e famigliare mi fa sobbalzare, rischiando di farmi cadere la sigaretta che tengo tra le dita.
«Bryan?» domando con un groppo in gola.
Perché è qui?
Non deve vedermi così.
Non voglio parlare con lui adesso. Non con questo casino in testa.
«Cosa è successo?» domanda, fissando le mie labbra che tengono la cicca.
Di tutto.
«Niente, perché?» fingo il nulla, ma la verità è che provo il nulla a causa della rabbia e del rancore.
Mi hanno spezzato il cuore in due.
«Non rispondi ai messaggi da giorni e non ti fai nemmeno vedere» lentamente si avvicina, continuando a guardare il mio viso.

Mi conosce troppo bene per non capire che va tutto male.
Con i miei migliori amici sono come un libro aperto.

Alzo lo sguardo sui suoi occhi e quando li incontro crollo.
Delle lacrime salate e infinitamente pesanti mi attraversano le guance, arrivando a bagnarmi il mento e il collo.

Bryan si slancia in avanti, posando le sue mani sulle mie spalle e attirandomi al suo corpo per abbracciarmi.

«Em. Che succede?» domanda al mio orecchio con voce dolce.
«Un casino Bry. È tutto un casino» singhiozzo, affondando il mio viso sul suo collo caldo.
«Andiamo via da qui» sussurra, staccandosi leggermente e conducendomi verso la sua macchina.
Una volta dentro vengo colpita in pieno viso dall'aria condizionata che mi asciuga immediatamente le lacrime.

«Ti va di parlarne?» domanda lui, posando una mano sul mio ginocchio per farmi sentire la sua presenza.
Un groppo in gola mi si forma proprio sul punto di parlare.
Cosa gli dico?
Come glielo spiego?
Farà ancora più male una volta essermi sfogata o mi sentirò meglio?
«Tyler...» pronunciare il suo nome mi fa male all'anima, «Lui è-» un singhiozzo spezza la mia frase.
«Cosa ti ha fatto?» domanda brusco il mio migliore amico non potendo nemmeno immaginare tutto quello che ho dovuto passare.
«Tyler è mio fratello» un sussurro debole, ma doloroso che mi fa accapponare la pelle.
È come se lo sentissi per la prima volta, come se lui me lo stesse dicendo di nuovo e di nuovo, ancora e ancora

«Cosa?» un urlo di Bry e una frenata brusca mi fanno ritornare a respirare.
Si volta verso di me con uno sguardo allibito, incredulo e spiazzato.
«Abbiamo la stessa madre, ma padri diversi» sussurro spaventata a causa del movimento repentino.
Distolgo lo sguardo dal mio migliore amico, che è appoggiato con la testa al sedile e fissa il tettuccio incurante dei clacson che suonano a noi.
Asciugo le lacrime sotto ai miei occhi con le maniche della giacca.
«Cazzo...» fa un respiro profondo, «È assurdo» aggiunge.
Non dirlo a me.
«Mi dispiace tanto» lo sento voltarsi verso di me, ma io non lo faccio.

Rimaniamo in silenzio per alcuni minuti dopodiché Bryan mette di nuovo in moto la macchina e riparte.

«Lo sapevo cazzo. Lo sapevo che quel coglione ti avrebbe fatto del male» batte un pugno sul volante seguito da un altro e un altro ancora.
E io rimango inerme ad ascoltare le sue nocche scontrarsi con il materiale duro.
Cosa dovrei fare?
Niente. Solo... aspettare che tutto questo finisca.
«Lui lo sa che lo hai scoperto?» domanda con il respiro affannato.
Mi mordo il labbro inferiore, «Me lo ha detto lui».
«Vuoi dire che...» si ferma per un secondo, «Che ha scopato con te sapendo che sei sua sorella?» domanda e senza volerlo mi infligge un'altre pugnalata al cuore.

Già. Ha fatto proprio così.
E mi viene da vomitare soltanto al pensiero.
Siamo fratelli e... lo abbiamo fatto.
Io... l'ho amato.

Non rispondo, ma i miei occhi parlano per me.
«Io lo ammazzo» digrigna i denti e vedo la sua mascella diventare dura come cemento.
Scuoto la testa.
«Non merita la nostra attenzione» sussurro, chiudendo per un secondo gli occhi a causa del forte mal di testa.
Apro leggermente il finestrino.
Finalmente accendo la sigaretta e la fumo lentamente.
«E cosa hai intenzione di fare? Farai finta di niente?» domanda con un tono quasi infastidito.
«Me ne andrò per un po' di tempo» rispondo semplicemente.
Ho chiesto a Hailey di prendere un biglietto di sola andata.
Non so quando tornerò. Una cosa è certa: non presto.
«E dove starai?» chiede triste.
«Da mia sorella» rispondo di rimando, facendogli capire che adesso non ho più voglia di parlare.
Non ho più voglia di spiegare.
«Kassandra deve saperlo, lo sai vero?» la sua è una domanda retorica, che vuole essere più un'affermazione.
«Portami da lei» sussurro convinta.
È la mia migliore amica e non posso tenerla all'oscuro di tutto questo.




Note:
Ciao amori❤️.
Come state?

Scusate per la mia assenza, ma ho avuto una sorta di blocco creativo e ovviamente sono stata impegnata con la scuola.
Perdonatemi😔.

Cosa ne pensate di questo capitolo?

Credete che sia una buona idea che Emma se ne vada per un po'?
Tyler la seguirà?
Bryan si confronterà con Tyler?

Fatemi sapere, un bacio e grazie😘.

YoungbloodWhere stories live. Discover now