Capitolo 14

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"Love me tender

love me sweet

never let me go

you have made my life complete

and I love you so"

- ELVIS PRESLEY (Love me tender)


Logan

Le aprii nuovamente la porta ma questa volta evitai di lanciare occhiate languide al suo fondo schiena. Portai una mano sulla sua schiena e la spinsi delicatamente all'interno del locale. Era un po' affollato, ma era venerdì sera quindi era comprensibile. Trovammo un tavolo in un angolino in fondo e prendemmo posto.

«Ehilà», ci sorrise raggiante Doody dopo pochi minuti. Lasciò i menù sul nostro tavolo e si voltò per servire altri clienti che la stavano chiamando.

«Questa volta potrò scegliere?», Claire mi stava osservando da oltre il menù.

«Tutto quello che vuoi» dissi sorridendo. E non mi riferivo solamente al cibo... le avrei dato tutto quello che desiderava se solo me ne avesse dato la possibilità.

Quindici minuti dopo avevamo fatto la nostra ordinazione ed avevamo già davanti due belle bistecche appetitose con contorno d'insalata e patatine fritte.

«Allora...», si schiarì la voce, «com'è essere padre?», mi guardò di sottecchi mentre addentava una patatina.

«Una sfida continua», ridacchiai, «Sai, ho letto diversi libri, sperando che mi dicessero come fare... ma non esiste un manuale in grado di spiegarti come funziona. Si impara giorno per giorno, si cresce insieme a lui».

La bocca di Claire si piegò in un genuino sorriso.

«Lo so...cioè», si agitò leggermente sul divanetto di pelle rossa, «Prendersi cura di Dylan non è sempre stato facile. Ed io letteralmente stavo crescendo con lui... Ma credo che tu stia facendo un buon lavoro, Richard ti adora e si vede».

Era una conversazione strana, dopo tutto quello che era successo... ma ero felice che avesse tirato fuori l'argomento, che non stesse fingendo che tra di noi non ci fosse il mio ometto, perché lui sarebbe sempre venuto prima malgrado tutto.

«Sai, stasera mi ha chiesto cos'è un appuntamento».

Le sue labbra si piegarono in un sorrisetto divertito. «E tu che gli hai detto?».

«Che è quando un ragazzo invita la ragazza che gli piace ad uscire. E lo sai lui cosa mi ha risposto? Che tu gli piaci, e se avrebbe dovuto chiederti anche lui di uscire», ridacchiai.

Il suo sguardo si addolcì ed iniziò a ridacchiare a sua volta. «Scommetto che gli piacciano un sacco di persone. Sembra un bambino allegro e solare».

Lo era, ma non era così... «In realtà è guardingo rispetto agli altri. È selettivo, non si fa piacere tutti e sta molto attento a chi legarsi». Il terapeuta da cui lo avevo portato quando aveva iniziato a farmi domande sulla madre, mi aveva detto che poteva soffrire della sindrome dell'abbandono. Il fatto che non si ricordasse la sua mamma, non gli impediva di avere paura che gli altri, come aveva fatto lei, potessero andarsene. Ed era per questo che non gli piacevano sempre tutti e non si affezionava mai troppo agli altri, malgrado avesse un carattere esuberante ed espansivo.

«Per via di Regina?», non mi stupì che ci fosse arrivata da sola.

Annuii. «Anche se non se la ricorda, ne sente la mancanza...».

2. Brokenheart - L'amore non conosce ostacoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora