Capitolo #3

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× POV LUNA ×

Settembre é arrivato e con lui anche la brezza autunnale. Al sud ero abituata ancora al caldo torrido, alle settimane al mare e ai ventilatori accesi. Ma qui a Bologna la situazione é diversa. Ho dovuto tirar fuori dal grande armadio vicino al bagno i pantaloni lunghi e i maglioncini leggermente pesanti. Poche settimane e sicuramente dovró uscire la giacca e il piumone. Qualche mese e sarà Natale.
È da quando sono arrivata a Bologna che non metto piede nella mia terra del sud. Un po' mi manca e spero che almeno a Natale possa ritornare alle mie origini, magari cercando di riallacciare i rapporti con la mia famiglia.
Lo specchio del bagno riflette il mio viso paffuto, le guance perennemente rosee e le lentiggini sul naso, le labbra non troppo carnose, i capelli lunghi e neri e gli occhi castani ma che con la luce del sole diventano verdi. Appena sveglia il mio viso sembra piú gonfio di quello che normalmente é, ma con dell'acqua fredda sembra che questo strano trucco della natura scompaia.
È un pomeriggio inoltrato di un piovoso giovedí di settembre e io mi sono appena svegliata da quello che é stato un lungo riposino. L'idea non mi piace per niente perché so che questa notte non riusciró a dormire e quindi arriveró stanca domattina a lavoro. Il solo pensiero di ritornare in quella Esselunga mi riempie lo stomaco di conati di vomito, ma mi trattengo appoggiando le mani al lavello e stringendo forte, convincendomi che sia una cosa sbagliata. Per questo mi allontano dal bagno e ritorno sul mio divano-letto, sedendomi a gambe incrociate e portando il computer portatile vicino a me.
Lavorare mi piace abbastanza, alla fine non ho mai avuto mille pretese sul mio primo lavoro, ma é l'ambiente che non fa al caso mio. Il mio datore di lavoro ha continuato a rinfacciarmi il mio ritardo, rincarando la dose solo perché provengo dal sud Italia e non dai dintorni bolognesi come tutti gli altri. E io non riesco piú a stare in silenzio e subire.
Il mio sguardo va a posarsi sul mio file 'RACCONTI' e istintivamente penso all'ultimo racconto che ho scritto, ormai due mesi fa, sul segno della Bilancia. Ripenso al ragazzo dai capelli crespi e gli occhiali troppo grandi, la sua voce greve e il modo in cui consigliava a una perfetta sconosciuta di scappare da quella realtà affollata.
Ed é proprio cosí la mia mente in questo istante, affollata.
Mille pensieri continuano a vorticare costantemente nella mia testa senza mai trovare né capo né coda e questa cosa mi fa saltare i nervi. Sembrava una grande matassa rossa tutta aggrovigliata, ma la cosa piú stressante era non trovare il bandolo, il capo di quel maledetto filo rosso. Vorrei tanto avere qualcuno con cui parlarne, magari dipanare tutti i problemi e trovare il nord della mia vita, in modo da seguirlo senza esitazioni.
Il problema é che non ho nessuno.
Ho tagliato i ponti con tutti giú al sud, amici e parenti ormai mi considerano un'ombra nella loro vita, e non credo che io andrei volentieri da loro a dire di aver fallito. Dir loro questa cosa apertamente significherebbe ammettere che loro hanno sempre avuto ragione e non voglio dargliela vinta. Sono sempre stata una persona molto cocciuta, testarda e orgogliosa e lo saró fino alla fine dei miei giorni.
Apro distrattamente Facebook sul computer e il primissimo post che mi capita sotto gli occhi é di Giosué.
Rido sguaiata.
Tra tutte le persone che potevano capitarmi davanti, proprio lui in questa giornata uggiosa. Ho sicuramente fatto qualcosa di male se mi é capitata questa enorme sfortuna.
Giosué é il mio ex ragazzo, lasciato anche lui prima di andare a Bologna.
Ma questa volta non sono stata io la stronza ad aver chiuso i rapporti. È stata una cosa voluta da lui.
Abbiamo avuto una relazione intensa di due anni, una relazione molto piccante diciamo. Ogni tanto, durante i nostri amplessi piú emozionanti, riprendeva con la videocamera e li pubblicava su siti alquanto opinabili, per poi scomparire nella parte piú oscura di internet perché nessuno li guardava. Non mi pento di quel che ho fatto, un po' spinta dal troppo alcool, un po' perché curiosa di scoprire di piú su quel mondo.
Il problema nasce quando il bello e tenebroso Giosué, pelle ambrata, capelli scuri e ricci e occhi a mandorla castani decide di avere rapporti con altre ragazze durante la sua relazione con me, riprenderli e buttar anche loro nel dimenticatoio di internet. Per questo motivo ho deciso di tagliare tutti i rapporti, ma ovviamente l'ho fatto in bellezza.
Si sa, i belli e tenebrosi hanno qualche segreto da nascondere. Ecco, io conoscevo il suo punto debole. Osannava a tutti i suoi amici di avere un membro di grandi dimensioni e che le ragazze riuscivano a godere velocemente con le sue abili doti.
Due cose completamente false.
Ho quindi fatto girare ai suoi compagni le foto del suo amichetto in bella vista confrontato con un righello delle scuole elementari (foto rigorosamente fatta mentre dormiva) e anche un video di un'ora e mezza in cui cerca pietosamente di farmi venire.
Inutile dire che da allora mi odia piú che mai, ha cercato anche di bruciare la mia macchina, ma l'ho steso con un destro che credo ricorderà per tutta la vita insieme alle foto e al video.
Neanche vedo quello che ha postato e continuo a scorrere la home, ora completamente svogliata, ma sperando di trovare qualcosa di divertente da fare, un nuovo gioco al telefono o un video stupido da vedere su YouTube.
Poi ricordo quello che stavo pensando.
Qui a Bologna non conosco nessuno. Non sono una persona molto socievole perché a primo impatto sembro una ragazza acida e scorbutica e il mio comportamento ne é la prova. Preferisco rimanere per i fatti miei perché tanto so che nessun rapporto di amicizia potrà soddisfare le mie aspettative. Tutti i miei amici mi hanno sempre dimostrato indifferenza, nonostante io mi spaccarsi in quattro per loro. E ora non sono pronta per iniziare una nuova relazione, semplicemente perché non ne ho molta voglia.
Decido di ascoltare qualche bella canzone e la mia scelta ricade, ovviamente, su Ermal Meta. Metto quindi a tutto volume "Il vento della vita".
Mentre le parole scorrono inesorabilmente, io scorro il mouse del computer ancora sulla home di Facebook ma niente di interessante si scorge all'orizzonte. Vedo solo foto di persone al mare, persone felici durante la loro vacanza, persone in montagna. Quanto mi manca la montagna, ma soprattutto quanto mi mancano le attività con gli scaut.
Una cosa che mi é dispiaciuto veramente lasciare sono gli scaut, ma anche le persone che ho conosciuto in quell'ambiente. Forse loro sono tutt'ora ragazzi su cui posso contare e che mi aiuterebbero in qualsiasi occasione, pronti a tendere una mano al piú debole se serve. Ma non ho voglia di rovinargli la giornata, quindi procedo ancora avanti col mouse.
Sento Ermal che per la seconda volta canta il ritornello,

"io non ho perso tempo, ho preso vento
per gonfiare le mie vele, navigare in mari sconosciuti"

La home di Facebook si blocca su una locandina dell'Università di Bologna, in particolare su dei corsi di astronomia che faranno.
Mi blocco anche io e mi scopro interessata a leggere, ma nel frattempo continuo ad ascoltare le parole della canzone.

"io non ho perso tempo, a volte ho perso me per poi ritrovarmi"

La canzone finisce e io rimango immobile a guardare la locandina.
Corsi di astronomia giovedí mattina per tutto settembre e metà ottobre. Come se fosse stato fatto apposta per me, come se il destino mi avesse voluto dire qualcosa.
Ripenso alla mia raccolta di racconti e capisco che é la cosa giusta da fare.
Vado sul sito e mi iscrivo ai corsi in meno di dieci minuti e mentalmente ringrazio Ermal e la sua canzone per essere arrivati nel momento giusto.
Poi guardo fuori dalla finestra dove é spuntato il sole.
Sorrido.
Il sole si staglia sempre dietro le nuvole piú nere.

Il filo rosso della ValleWhere stories live. Discover now