Capitolo #13

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x POV LUNA x

Altro giorno, altra corsa.

Sono passati due giorni dall'incontro casuale con quel ragazzo strano, Nelson, e ancora non vedevo traccia alcuna di un suo messaggio su Facebook. Gli avevo gentilmente accettato la richiesta, ma non mi aveva ancora mandato il link del suo video. Non che la cosa mi premesse tanto, in realtà. Avevo dimenticato quell'incontro la sera stessa ma poi una volta ritornata al lavoro avevo ricordato della sua promessa. Comunque, non avevo testa per pensare a queste cose ora. L'orario di punta aveva creato file interminabili nell'Esselunga e avevano dovuto aprire più casse del normale, ma io cercavo di rimanere in disparte. Per questo sono ancora nel mio amato reparto surgelati.

Ho la testa e mezzo busto dentro uno dei pozzetti frigoriferi dove si lasciano i gelati, i piselli e le patate da fare al forno e controllo la data di scadenza di ogni prodotto. Probabilmente la gente penserà che io sia pazza, ma a causa della mia bassa statura non sono in grado di semplicemente allungare le braccia e arrivare ai prodotti.

Per questo a volte perdo l'equilibrio e i miei piedi si sollevano da terra, ma ho la prontezza di afferrare il bordo del pozzetto frigorifero e ritornare ad avere i piedi per terra. Letteralmente.

- Ciao! - mi urla qualcuno da fuori il freddo e il gelo dei surgelati e, per la sorpresa, sbatto la testa contro il bordo del pozzetto.

- Ma che cazzo, ahia! - mi isso massaggiandomi il punto dove mi sono fatta male e davanti a me compare la figura di Nelson, mano in alto per salutare come i bambini, sorriso dischiuso e un maglione grigio decisamente meglio della camicia dell'altro giorno.

- Ti sei fatta male? - mi chiede.

- Oh no tranquillo, adesso sono tornata normale dopo esser caduta dal seggiolone da piccola. - gli rispondo sorridente e anche lui sembra apprezzare la mia battuta.

- Allora non ti ricorderai più di me, del mio video, oh no, e ora come farò? - teatrale, scenico, espressioni giuste del volto, questo ragazzo è davvero bravo a far ridere la gente in modo spontaneo.

- Nelson il polacco, ti ricordo che urlare in un supermercato è contro la legge - gli dico ridendo.

- Oh fiuii... - si passa una mano sulla fronte, come se avesse scampato un'interrogazione difficile - Allora sono qui per dirti che il video è uscito. - dice serio.

- Non credo tu sia venuto fin qui SOLO per dirmi ciò - gli rimbecco con le mani ai fianchi e lui copia i miei movimenti.

- Oh guarda, passavo di qua, ogni tanto mi capita di andare al supermercato senza un reale motivo. È la mia pazzia che mi gioca brutti scherzi. Ma comunque, avete cibo per criceti? - continua la sua farsa, ormai comprendo facilmente quando le sue parole sono inventate e quali no.

- Senti, non so se vuoi dare del pesce surgelato al tuo criceto. - gli dico.

- Ma guarda, però potrei prendere del pesce SUL gelato! - dice come se avesse detto la battuta del secolo, ridendo sguaiato.

Io mi porto una mano sul viso, coprendolo.

Spero di non aver sentito bene.

- Da quella parte - dico senza speranze, indicando il corridoio giusto.

- Grazie Luna, ricorda di vedere il video! - Nelson mi mostra un pugno e lo saluto lanciadogli un pugno a sua volta, nocche contro nocche.

Ci sorridiamo e poi lui va via.

Bah, che tipo strano.

Dopo neanche due secondi arriva il mio datore di lavoro, sempre serio e calmo.

Spero che non mi abbia beccato a parlare con un cliente, penso rimanendo tranquilla a mia volta.

- Luna, apri la cassa 5 grazie - mi dice e poi va via.

Chiudo il pozzetto, prendo con me la cartellina gialla e mi dirigo verso la cassa designata, mi siedo sulla poltrona girevole e faccio sviare le file delle altre casse.

***

Passata l'ora di punta l'Esselunga si è svuotato, lasciando tutto il supermercato in una strana calma e un inusuale silenzio che però rende particolarmente piacevole il lavoro.

Il capo mi ha detto di rimanere alla cassa e così ho fatto, consegnandogli la cartellina gialla del reparto surgelati e congratulandosi ancora con me.

Bah, cose strane oggi.

L'idea che il capo mi stia trattando in maniera umana mi rende particolarmente fiduciosa nei confronti del genere umano e mi ricorda che anche le persone che sembrano le peggiori, sotto sotto sono anch'esse umane.

Si avvicina alla cassa una ragazza particolarmente affannata che lancia tutto sul rullo trasportatore e, mentre io passo i prodotti segnandoli sulla cassa, li rimette a caso nelle buste portate rigorosamente da casa.

La guardo in quello stato di confusione e rimango rapita da tutto quello che ha comprato.

Sicuramente è fuorisede, penso istintivamente.

Solo un vero fuorisede compra così tante cose insieme, in modo da non dover fare la spesa ogni giorno.

La osservo meglio e quando porta i capelli dietro le orecchie per toglierli da davanti la faccia, la riconosco nella ragazza che qualche giorno fa mi ha chiesto il telefono per chiamare non so chi.

Mentre continuo a passare i prodotti mi guardo attorno alla ricerca del mio capo. Non lo vedo, quindi sono più tranquilla.

Non so perché, secondo quale logica della mia strana personalità, ma mi blocco a metà spesa e la guardo per qualche secondo mentre lei è ancora indaffarata a mettere le cose nelle buste. Quando poi nota che la sto osservando si ferma e mi guarda interdetta.

- Tu sei la ragazza del telefono. - le dico calma.

Lei sembra riconoscermi e mi porge uno sguardo interrogativo, come per capire cosa voglio da lei.

Ricomincio a passare i prodotti e lei ritorna all'imbustamento di tutto.

- Sono cinquanta sette euro e undici centesimi - le dico meccanicamente.

Lei inizia ad uscire le banconote dal suo portafoglio e io, con un moto di troppa gentilezza, le parlo seriamente ma a bassa voce per non farmi sentire dai miei colleghi.

- Se piangevi per qualcuno che ti ha spezzato il cuore, ti consiglio di reagire, sia internamente che esteriormente. Fidati, è meglio se inizi a farti valere fin da subito. Quindi vai e spaccagli il culo - concludo il mio breve monologo alla solita maniera di Luna.

La ragazza paga, io le do il resto e lo scontrino, e poi va via.

Spero di aver detto le parole giuste.

Spero di essere stata gentile per una volta.

Spero di non essere stata la solita fredda e acida Luna.

Il filo rosso della ValleWhere stories live. Discover now