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Il caldo di quella giornata stava diventando straziante per Hoseok, costretto a rimanere rintanato in quella buia e puzzolente villa aspettando che i suoi amici Minhyuk e Jooheon facessero ritorno dalla loro missione.

Possibilmente senza ossa rotte.

E questo pensiero riguardava, prevalentemente, Minhyuk.
Anche Jooheon creava casini, a dirla tutta, ma i suoi casini riguardavano "stupidaggini" (sempre se lasciare un borsone pieno zeppo di soldi in metro sia una stupidaggine), mentre Minhyuk coinvolgeva anche i militari. Il loro tatuaggio era una bomba pronta ad esplodere, mai visto un tatuaggio tanto azzeccato, pensò Hoseok.

Il suo tatuaggio, e quello di Hyungwon, era una tigre bianca che teneva tra le fauci una rosa. Non aveva mai compreso il vero significato di quel tatuaggio e, nemmeno, perché sia Hyungwon, sia lui ce l'avevano tatuato proprio nello stesso punto: la scapola destra.

Hoseok conobbe Hyungwon sin da subito, ma non poterono sapere di essere ssang fino al compimento dei 14 anni.
I due bambini erano sempre insieme, le due famiglie sapevano della loro unione e fecero sempre in modo che i due non vedessero i loro tatuaggi uguali, fino a che...
"Mamma!" Chiamò il piccolo Hoseok, tirando la gonna della madre "devo dirti una cosa!"
"Hoseok, Dio mio, vai a fare quelle cose che fanno i bambini della tua età e lascia in pace tua madre." Disse secca lei, spegnendogli sulla testa la sigaretta che stava fumando.
"Ma mamma..." disse, avvilito, Hoseok "volevo solo chiederti perché anche Wonnie ha il mio stesso tatuaggio..."
"Fatti i cazzi tuoi, Hoseok." Intervenne il padre, alzando il volume del televisore "fila in camera tua, sono stufo di sentire la tua stupida voce."
La sua famiglia non è mai stata gentile con lui, ecco perché, appena fu venuto a sapere che lui e Hyungwon erano collegati, si trasferì a casa sua, dove una famiglia faceva il dovere da famiglia: amarti.

Hoseok era così preso dai ricordi, che non sentì rientrare un Minhyuk urlante e un Jooheon saltante: e dire che era molto difficile non notarli.
"Smettetela di fare baccano, imbecilli." Disse Kihyun, infilandosi il suo solito maglione nero.
"E noi dovremmo ascoltare un finto emo che va in giro con uno che sembra un robot?! Ma fila." Disse Jooheon, scansandolo ed entrando in salotto dov'era immerso il secondo capo di quel bizzarro gruppo di ricercati.
"Stronzo!" Gridò Minhyuk, scuotendo il corpo possente del moro "abbiamo concluso la nostra missione uccidendo solo 4 poliziotti!"
Hoseok si riprese e guardò i due ragazzi, che gli stavano di fronte, con uno sguardo furibondo "come, scusate?! Quante cazzo di volte dovrò ripetervi: non dovete dare nell'occhio!" Li rimproverò il più anziano fra i 3.
"Ma noi abbiamo svolto un buon lavoro!" Protestò Jooheon, calciando una lattina come un bambino arrabbiato.
"Oh già, di solito coinvolgete tutto l'esercito! Dio, fatemi un favore: andatevene!" Li cacciò, con gesto sdegnante e frustrato, Hoseok.
I due ragazzi si allontanarono dal più anziano, che sospirò sonoramente al pensiero di dover svegliare quella testa calda di Hyungwon.
"Ma perché devo essere il secondo più anziano in questa gabbia di matti?!" Disse fra sé e sé, mentre si avviava verso la stanza da letto di Hyungwon.

Loro erano i Monsta X.

Loro non dormivano mai. Eccetto per Hyungwon che passava tutto il suo tempo a dormire.
Da che ricordava Hoseok, l'albino era sempre stato un dormiglione: si addormentava anche mentre giocavano oppure, ora che avevano un'importante gang da gestire, si addormentava in macchina mentre erano in missione. Ovviamente tutto il lavoro e i rischi ricadevano sul suo ssang.
Ma non riusciva mai ad odiarlo, non riusciva ad odiarlo più in generale.

Bussò alla porta semiaperta della stanza sperando, inutilmente, che il ragazzo alto fosse, almeno, in procinto di svegliarsi.
Nessuna risposta.
Riprovò, questa volta ci mise più enfasi nel bussare.
Inutile.
"Cazzo." Sussurrò tra i denti Hoseok, entrando nella stanza e accendendo la luce "Wonnie!" Ringhiò infine, avvicinandosi all'orecchio dell'altro ragazzo.
Il più giovane, sentito il minaccioso tono del moro, sobbalzò nel letto e fece un saluto militare fingendo che fosse già sveglio. Hoseok, ovviamente, non ci cascò.
"Ho scritto 'idiota' in fronte, per caso?" Chiese quello, mettendosi le mani ai fianchi.
"N-no hyung..." sussurrò l'albino "scusa se ho dormito troppo anche oggi..."
Il più anziano sospirò e un debole sorriso lasciò traccia sul suo viso, mentre riponeva sul letto del più giovane dei vestiti presi dal grande armadio che occupava, almeno, metà della stanza.
"Vedi di essere pronto fra 5 minuti. Ti aspetto alla macchina." Disse, avviandosi verso la sua Audi nera parcheggiata sul vialetto.

Appena Hoseok richiuse dietro di sé la porta della sua stanza da letto, Hyungwon tirò un sospiro di sollievo e si grattò la testa.
I capelli bianchi arruffati e crespi gli ricadevano a ciocche leggere sugli occhi, la maglia del pigiama caldo e largo gli scopriva l'ossuta spalla destra e le labbra spesse erano increspate e secche dal sonno.
"Cazzo" disse, alzandosi e afferrando i vestiti per dirigersi in bagno "devo smetterla di dormire così dannatamente tanto. Hoseokkie non se lo merita."
Quando fu davanti la porta del bagno, sentì dei passi raggiungerlo e fermarsi proprio dietro di lui "Hoseok ti ha svegliato ancora?" Chiese Changkyun, ridacchiando e sembrò che pure il lupo nero che aveva tatuato sul collo stesse ridendo con lui "dovresti fare attenzione là dentro, le tubature sono di nuovo guaste." 
"Stai scherzando?!" la punta di irritazione nella voce di Hyungwon era palpabile "chi è stato questa volta?!" 
"Chan-hee." Disse, con disinvoltura, Changkyun. Sebbene Chan-hee fosse il suo ssang, il freddo Changkyun si atteggiava da disinteressato nei confronti del più giovane; anche il 18enne Chan-hee si mostrava freddo quando parlava del suo gemello di tatuaggio, poi, però, li ritrovavano sempre a giocare a fare la lotta nella camera di uno dei due.
"Di' al tuo lupacchiotto di stare più attento." Lo stuzzicò Hyungwon, facendo i grattini al castano più giovane.
"Oh certo, tigre senza palle." E quello se ne andò. Non poche scintille d'odio sprizzarono fuori dagli occhi scuri di Hyungwon, mentre fissava il ragazzo più basso di lui scendere le scale e dirigersi al pian terreno.
Prese la bacinella azzurra che aveva riempito di acqua e se la passò sul viso. Era fredda. Gelida. 
Prese i vestiti che gli aveva, gentilmente, tirato fuori Hosoek e li indossò; si guardò allo specchio: era così tremendo avere paura delle missione pur essendo il secondo leader di quel gruppo? Sì, molto probabilmente lo era.

Arrivato all'Audi di Hoseok, l'albino ebbe un attimo di esitazione e prese dalla tasca una delle sue due pistole, stette a fissarla per secondi che sembrarono interminabili, poi, con gesto ancora un po' timoroso, la rimise al suo posto. 
Aprì la portiera e sorrise al moro che era seduto al posto del guidatore, fissando la strada vuota e scura dinnanzi a sé; il più anziano non lo salutò di rimando, Hyungwon sapeva che era immerso nei suoi tristi e crudeli ricordi, non si era mai meritato una vita di tali sofferenze ma, forse, la vita voleva forgiarlo, renderlo ancora più forte di quanto già non fosse.
Al suo posto voleva esserci il più giovane.
Quando la portiera si fu richiusa, Hoseok si accese una sigaretta, l'ennesima di una lunga serie poté notare Hyungwon dal posa cenere pieno di sigarette fresche e dall'odore acre di tabacco, e mise in moto l'auto. Quel rombo risuonava nella mente di Hyungwon da, ormai, 6 anni: da quando erano quei ladri buoni. 
"Dormito bene, prima?" Si decise a parlare Hoseok, avviandosi verso l'autostrada che portava al quartiere più ricco dell'intera città, costeggiando quelli più poveri e malfamati. 
"Sì, hyung" disse Hyungwon, guardando le auto che sfrecciavano di fianco a loro "ho dormito benissimo." 
Il più anziano sorrise e guardò attraverso lo specchietto retrovisore "oh, abbiamo i nostri amici alle calcagna" disse, ammiccando alla polizia che stava proprio dietro di loro "i nostri volti non li hanno ben presenti, perciò sii naturale quando ci sorpasseranno." 
"Come fai a sapere che ci sorpasseranno?" Chiese il ragazzo alto, guardando lo specchietto: i fanali non segnavano il lampeggiare delle frecce. 
"So guidare, Wonnie" disse l'altro, un po' seccato da tutto quel dubbio che presentava il suo ssang "al contrario di te." 
E, come predisse Hoseok, la volante li superò e prese l'uscita prima della loro; ci fu un momento in cui Hyungwon trattenne il respiro, tentando di apparire il più disinvolto possibile mentre i passeggieri di quella dannata macchina scrutavano i due. Il suo ssang, al contrario, era tranquillo e guardava la strada come se nulla fosse: lui era esercitato per questo tipo di situazioni.

Arrivati all'inizio di quel quartiere tanto spocchioso, quanto pieno di risorse per i due ragazzi, si fermarono e decisero il da farsi.
"Hyungwon" disse, serio, Hoseok usando l'interno nome del suo ssang cosa che faceva di rado "devi essere pronto a tutto. Sai benissimo che i ricchi non si fanno alcun scrupolo." 
"Lo so, hyung" inevitabilmente le mani dell'albino andarono a stringersi sulle impugnature delle sue due pistole "mi hai insegnato tu come agire." E sorrise. Sorrise al ricordo di Hoseok che gli insegnava come sparare, dopo che il più giovane si era scelto la sua arma. 
"La nostra tigre ci guiderà." E uscirono dall'auto, pronti a tutto.

Nota Autrice

Sooooo, here is the first chapter of this shiiiiit. 
Spero che vi piaccia, ma mi rendo conto che è tanto incasinato-
Vedrete che il prossimo capitolo sarà una bomba (o almeno spero)
E nulla, amen e ramen.


ᴏʜ, ᴛʜᴀᴛ ᴛᴀᴛᴛᴏᴏ - ʜʏᴜɴɢᴡᴏɴʜᴏ Where stories live. Discover now